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martedì 14 gennaio 2014

§ 026 140114 Un episodio di efferata violenza sconvolge Cirò, il Giudice e il Cronista.

Ecco cosa dice G. F. Pugliese, nella sua 'Descrizione', di questo esecrando episodio avvenuto nel 1772... ''L'oscuro cronista'', come lo definì Paolo Orsi, aveva sensibilità e usava accortezze nel descrivere quanto era successo o succedeva nel suo amato Cirò, consapevole di quanto fosse difficile, allora come oggi, parlare di episodi perpetrati dai potenti locali...


Mi è sempre vivo nell'anima l’orrore ispiratomi dal seguente fatto, che più volte mi raccontò la felice memoria dell' onorato e dotto Giurisperito D. Francesco Fazio di Carfizzi in occasione che paragonavamo i tempi passati a' presenti. Nel 1772 egli trovavasi in Cirò Governatore e Giudice. Un giovinotto di famiglia ricca, che non nomino quantunque estinta, chiamandosi offeso da una sua donna per mancata fedeltà, discese alla viltà di chiamarla a notte avanzata con voce di confidenza e si fece aprire: la tradì introducendo nella di lei casa uno stuolo di foresi Cosentini e passò all'indegnità di costringerla a giacere con tutti, e dopo alla crudeltà di farla straziare fino a farle introdurre un tizzone ardente nella vulva. «Fatto mi diceva il sig. Fazio che m'inorridì nell’ingenere, nell’atto che m’imbarazzò come nuovo per me, poiché dovendone compilare il processo non sapeva neppure scriverne il titolo o sia la rubrica, perché da niun pratico indicata. Ne creai una  nuova, e fu: ictus ignis ardente in vulva». Tutto terminò, come tutte quelle barbarie de’ tempi si supivano, per transazione colla Camera Marchesale i cui proventi Giurisdizionali attendevano aumento dalla frequenza ed intensità de’ reati! perciò è, e sarà sempre memorando il concetto di verità che si contiene nella famosa preghiera che si poneva in bocca del Mastro d’atti.
   Suscita Domine lites et quistiones inter potentes et bene solventes ec.
   Se ne' tempi della Cavalleria, gl'intrighi di amore, l'efferrato costume de’ ratti e delle violenze formavano il principal pregio di chi impugnava la spada rendendosi campione di una bella; e se i brutali uomini che attentavano all'onore ed alla pace delle famiglie formavano il soggetto di tanti romanzi; negli ultimi tempi ne' quali io nacqui, tal pessima usanza si ritenne coll'impronta della viltà, e della bassezza. E quella forza Baronale guidata dal Mastro giurato trovavasi così avvilita che o favoriva i disordini, o se per qualche impegno cercava opporsi  soccombeva, e di tanto in tanto per le fucilate notturne si trovava un birro estinto.

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