sommario dei post

giovedì 28 luglio 2016

§ 244 280716 Teresa Gravina Canadè: il convento e la chiesa dei Cappuccini a Corigliano Calabro, p.te II.

Come promesso, ecco la seconda puntata del lavoro di Teresa Gravina Canadè, apparso su Calabria Letteraria nel 1990. Mi ha fatto piacere notare il numero di visualizzazioni di queste pagine, alto per gli standard del mio scalcagnatissimo blog: mi ha fatto piacere non tanto per fini personali (non ne ho) quanto perché evidentemente c'è gente interessata anche alle cose che vado 'scaternannnu', e mi fa soprattutto piacere perché si tratta di un lavoro, quello della signora Gravina Canadè, ben fatto e molto, ma molto meritevole di attenzione. Grazie e buona lettura, se volete.
La prima parte. (link).
Il castello di Corigliano Calabro in una immagine del TCI del 1937 ('Attraverso l'Italia', volume VIII). 






martedì 26 luglio 2016

§ 243 260716 Teresa Gravina Canadè: 'Il convento e la chiesa dei cappuccini a Corigliano Calabro', p.te I.

Sa vota a vrascera a riminijàmi a Crugghjàn.
Stavolta diamo una rimescolata alla braciera (traduzione inadeguata, lo so) in quel di Corigliano Calabro, proponendo (sempre diritti d'autore permettendo e confidando nella benevolenza dell'editore) un testo della cara Teresa Gravina Canadè, che è per me come parlare, in primis, di amore per la storia e di passione per i propri luoghi d'origine, con la profondità e la perizia che la studiosa coriglianese dispensa a piene mani. 
Ho ritenuto fosse meglio suddividere il testo in due parti. La seconda riguarderà la 'Chiesa dei Cappuccini o Sant'Anna'.
Una considerazione previa: l'autrice ha scavato nella storia di un monumento coriglianese andato perduto, con grande bravura e attenzione ai particolari (è una studiosa di varie discipline)... nel mio piccolo (faccio il ferroviere) ho cercato di non far smarrire il lavoro della Gravina Canadè, come dire: lei ha salvato una memoria storica dissolta tra i rifacimenti di un ospedale, io ho cercato di salvare l'articolo dal buio delle riorganizzazioni di qualche scaffale di libreria o biblioteca... unicuique suum. Spero di non risultare presuntuoso, e soprattutto di essere riuscito nell'intento.
L'articolo di Teresa Gravina Canadè è apparso su 'Calabria Letteraria', anno XXXVIII, n°1-2-3, gen-feb-mar 1990, Calabria Letteraria editrice, Soveria Mannelli.
La seconda parte. (link).
PS: le note al testo si trovano in calce alla seconda parte.





sabato 23 luglio 2016

§ 242 230716 Note di padre Giovanni Fiore da Cropani. A proposito di 'roba cirogena'.

Nel luogo di un post che ha dato la stura, mio malgrado, ad una interminabile polemica della quale ammetto di non avere avuto e di non avere tuttora, forse, piena contezza, recupero questo spazio per dare la parola a due grandi: padre Giovanni Fiore da Cropani e Sant'Agostino (addirittura!), i cui insegnamenti dovrebbero giungere sempre graditi e riuscire, si spera, profittevoli. Le polemiche, come ben sa chi mi conosce, non mi si addicono, al pari dell'ingiuria, dell'invettiva o della mancanza di rispetto per chicchessia. 
Della polemica di cui parlo, e le cui parole chiave sono 'cultura', 'sapere', 'roba cirogena' non voglio tornare a parlare: il frutto sterile delle polemiche produce solo inutili accanimenti, l'attaccamento al nulla o poco più, ma sempre in forma deleteria.
Correrebbe l'obbligo di fare alcune precisazioni, ma mi atterrò a considerazioni che non hanno nulla di personale, per quanto possibile.
Su questo blog ognuno può esporre, spero in forma gradevole o perlomeno educata, e comunque rispettosa, i propri commenti, con una impostazione diversa da quella di quei siti che prevedono una missiva indirizzata all'amministratore o chi per esso (un filtro che personalmente mi lascia un po' perplesso, ad essere sincero, ma questo non ha importanza). Le modalità per la pubblicazione di commenti su questo blog sono due (o forse tre, non ho voglia di controllare): con o senza l'approvazione preventiva di chi gestisce il blog. Su 'A vrascera' chiunque può postare un commento, poi, eventualmente, posso eliminarlo o lasciarlo: per correttezza elimino solo quelli che ritengo possano risultare offensivi verso terzi (escludo il sottoscritto, quindi, poiché credo di dover rispondere a chi legge). Nessun intento censorio, quindi, ma solo garbo (per quello che posso) nei confronti dei miei quattro-cinque lettori o di chiunque altro abbia a passare da queste righe. In estrema sintesi: i commenti al post in oggetto sono stati eliminati dopo aver atteso invano che giungessero eventuali repliche. Non essendo pervenute, nei giorni successivi alla pubblicazione dei commenti, repliche ai medesimi, ho eliminato il tutto, cioè lo scritto e gli annessi commenti.
Per quel che concerne il resto delle accuse, me ne farò una ragione: per quel che mi riguarda la polemica è veramente chiusa, anzi, a dirla tutta, non è mai esistita. 
Ora chiudo davvero, facendo finta di non sapere nulla di ferrovie, dopo circa quarant'anni di servizio, facendo anche finta di non intendere gli inviti per nulla velati a 'recarmi a quel paese', facendo anche finta di cosa sia quel dire e non dire di manzoniana (ma non solo) memoria che nell'arte retorica si chiama 'preterizione', solo rammaricandomi l'indispensabile, quel tanto che basta, perché dall'ultimo appunto apparso su Cirò Altra, mi sembra di capire che 'la Vascera' sia paragonata ad una dimora per maiali (diciamo così...) e di questo mi scuso coi miei quattro-cinque lettori per le loro oltre quarantamila visualizzazioni: non immaginavo proprio! 
PS: anche a me hanno consigliato vivamente 'di chiuderla qui', questa 'cosa' di cui nemmeno ero al corrente... ma al sotttoscritto non servivano consigli: per natura non inseguo e non seguo polemiche.
Ad ogni modo, roba cirogina, come mi è stato spiegato, non significa in nessun modo 'roba di m...', ci mancherebbe altro! Poi, ognuno è libero di interpretare come più gli aggrada qualsiasi espressione, almeno spero.
Cirò Marina, 17 agosto 2016.

Le parole dei Grandi non dànno scampo; pure, tanto spesso, sono quei Grandi che ammettono, con straordinaria umanità, repliche, acciocché congiuntamente si dissipino i dubbi, si sciolgano quei rovelli che inducono a meditare, correggere, limare... Cito, con devoto riguardo, questi Grandi, alcuni pensieri dei quali un 'esploratore primo' della nostra terra, padre Giovanni Fiore da Cropani, ha raccolto in questo suo paragrafo. 
State bene.






domenica 10 luglio 2016

§ 241 100716 G. Genovese: 'Il mito di Filottete', Polis 2010, Iiriti editore. Parte III/3.

1: Prologo, Abbandono, sofferenza e redenzione di Filottete: la saga mitica dell'antieroe;
2: La sacra Crimisa. La Mesogaia e la fondazione di Kroton: Filottete archetipo interculturale;
3: Filottete e il suo epilogo: la morte eroica.

Si conclude con questa terza parte la monografia filottetea dell'illustre professor Guglielmo Genovese. Questa terza 'puntata' è quasi interamente dedicata alla bibliografia, oltre che all'epilogo della vicenda del nostro eroe fondatore. Ritengo, seppure da profano, di poter riaffermare, qui, l'importanza delle 'bibliografie', dei cosiddetti 'apparati bibliografici' e anche, perché no?, di quelli 'iconografici'. Essi nascono e insistono 'a latere', per così dire', del corpus dell'opera: sono parte integrante e per nulla da trascurarsi dell'opera che l'autore propone; le bibliografie sono, per intendersi, quella cosa dalla quale nasce cosa, fonti primarie di successive ricerche. Avviene, invece, troppo spesso, che quella parte così importante e frutto di certosino impegno venga saltata a piè pari dai lettori: male, questo è molto male... La bibliografia, al pari delle introduzioni, delle pre e postfazioni, fa parte integrante dell'offerta che gli autori propongono e non di rado competono per importanza con le parti più rilevanti dei testi.








§ 240 100716 Un assaggio di vocabolario marinoto.

Quella che segue è l'immagine di una paginetta abbozzata di vocabolario cirotano marinoto. Rispettoso dei consigli minacciosi dell'amico ormai fraterno Francesco 'Ciccio' Vizza, mi limito nel rendere pubblico questo lavoro, quasi concluso - o almeno a buon punto - che gravi motivi familiari mi hanno impedito di portare a termine (oltre alla mia accidia che mi fa dimenticare, spesso, anche cosa stavo facendo). Fatevi due risate, se volete, se potete...se quello che vi pare, tanto siamo fra amici (spero).


sabato 9 luglio 2016

§ 239 090716 Eroi di Calabria.

Ieri sera, 8 luglio 2016, è andato in onda lo speciale di Rai1 'Cose nostre', un programma imperdibile, non solo per noi calabresi, ma per chiunque senta dentro di sé anche un minimo anelito verso la libertà, la democrazia, la convivenza civile, le forme di vita socialmente organizzate, anche nei confronti di una terra 'altrui', ma che comunque insiste su questo lembo di una compagine chiamata 'Italia' (nome che, forse con una certa ironia della sorte, è nato proprio qui). Per chi in Calabria è nato, per chi vi è vissuto, per chi da quella terra è andato via, per chi a quella terra ripensa, per chi quella terra sente, non è facile credere alla possibilità che esistano eroi come il dottor La Rosa (e signora, vorrei dire, anziché 'vedova'), o come gli imprenditori De Masi e Saffioti, o come il sindaco Bartuccio, e relative famiglie - senza dimenticare quegli uomini delle scorte ai quali sono affidate -demandate!- le possibilità di esistere di quegli eroi civili.
Una convinzione antica ci dice della sfortunata condizione di quelle terre che hanno bisogno -ancora bisogno!- di eroi... Ma forse tutte le terre libere, libere in misura almeno accettabile, hanno avuto i propri eroi: non a tutte le latitudini quel numero di eroi basta o è bastato, in Calabria direi che non è bastato, e che non può più bastare: siamo in ritardo, in fortissimo ritardo, e non è più tempo di eroi, da eroi, mentre la stanchezza, unita alle crisi di ogni genere, alle carenze e alle assenze più profonde e radicate, sta prendendo -ha preso- il sopravvento. Quella stanchezza non genera che abbandono, non induce che alla deposizione delle 'armi' (quelle della lotta civile, ahimè, non quelle delle organizzazioni mafiose...), alla fuga, alla rassegnazione.
Esorto i miei due-tre lettori a riguardare quello 'speciale' Rai, che è fatto bene, nonostante la materia sia a dir poco spinosa. Potete rivederlo collegandovi a questo link:
Dimenticavo, nel guardarlo non fatevi distrarre dalla bellezza degli sfondi paesaggistici, di devastante bellezza, ma forse dovrei dire 'di devastata bellezza'... comunque ammaliante.
Eccoli questi eroi di Calabria... (mi perdonerete per il mio photo editing per nulla professionale fatto sulle immagini RAI)



venerdì 8 luglio 2016

§ 238 080716 Crucirotano n°4.

Spero che qualcuno si diverta anche così, risolvendo uno schema di parole crociate ‘pajsane’, e che l’omaggio di questo schema riesca gradito.

Nota: mi sono permesso di inserire due definizioni con riferimenti a persone di Cirò Marina: spero che nessuno se ne abbia a male, dal momento che credo sia un modo di ricordare e rendere omaggio, nulla più, soprattutto in un caso in cui ricordo la memoria di un caro amico prematuramente scomparso, del cui papà qui compare il nome. (VA DA SE' CHE PROVVEDERO' A RIMUOVERE IMMEDIATAMENTE IL CRUCIVERBA IN CASO DI OBIEZIONI DA PARTE DI CHICCHESSIA INTERESSATO).


giovedì 7 luglio 2016

§ 237 070716 G. Genovese: 'Il mito di Filottete', Polis 2010, Iiriti editore. Parte II/3.

Sempre riconoscenti verso il professor Guglielmo Genovese per la sua opera appassionata nell'ambito krimiseo, ecco la seconda 'puntata' della monografia filottetea.
1: Prologo, Abbandono, sofferenza e redenzione di Filottete: la saga mitica dell'antieroe;
2: La sacra Crimisa. La Mesogaia e la fondazione di Kroton: Filottete archetipo interculturale;
3: Filottete e il suo epilogo: la morte eroica.







domenica 3 luglio 2016

§ 236 030716 G. Genovese: 'Il mito di Filottete', Polis 2010, Iiriti editore. Parte I/3.

Il professor Guglielmo Genovese illustra il mito di Filottete. Il lavoro qui presentato apparirà in tre 'puntate':
1: Prologo, Abbandono, sofferenza e redenzione di Filottete: la saga mitica dell'antieroe;
2: La sacra Crimisa. La Mesogaia e la fondazione di Kroton: Filottete archetipo interculturale;
3: Filottete e il suo epilogo: la morte eroica.












venerdì 1 luglio 2016

§ 235 010716 Crucirotano n° 3. A vrascera enigghimisticusa.

Dopo lo straordinario successo interrionale ottenuto con i due crucirotani precedenti si è ritenuto d'obbligo procedere con un terzo di tre schemi... Intanto le borse calabre hanno dovuto chiudere le contrattazioni in anticipo causa eccesso di rialzo delle azioni del gruppo editoriale A vrascera/Corriera della scienza! Un grazie a tutti gli investitori.