sommario dei post

domenica 26 maggio 2013

§ 017 260513 Onomasiologia sociale cirotana.



Onomasiologia sociale cirotana.
Vediamo un po'...
1. punto di partenza: il nome, ad esempio ‘Antonio’;
2. origine o provenienza, stato o grado sociale del soggetto:
2a. se poco o punto rilevanti: il soggetto sarà correntemente chiamato ‘Ntonu’;
2b. estrazione sociale di una certa rilevanza: Antonio, magari anche Don Antonio, nella pienezza del titolo; se vi è qualche ‘dubbio’ sul diritto al ‘don’, si dovrà accontentare di un ‘Donnu Ntonu’ (notare il dialetto in luogo della lingua);
3. fluttuazioni nominali in età prepuberale e/o adolescenziale:
3b. Totonnuzzu;
3c. Totonneddu;
3d. Toninu;
3e. Tonineddu;
3f. Ntoniceddu;
3g. Toniu;
3h. Tonieddu;
3i. Ntoninu (da non confondere con ‘Antonino’, ché cola non usa);
3l. Antonji;
3m. Totonnu;
Schema: fatto salvo l’uso ‘amorfo’ di ‘Antonio’, che comunque è già quasi un riconoscimento di identità, una concessione di diritti nell’ambito di appartenenza, avremo:
Totonnuzzu: il ragazzo/giovane rischia di essere circuìto, abbindolato, perlomeno ‘suggettatu’ a compiere qualche ambasceria o svolgere un servizio;
Totonneddu: è già screditato alquanto; nella scala sociale, diciamo che è rimasto al pianterreno;
Toninu: è piccolo, ma non va oltre il primo gradino, partendo dal basso;
Tonineddu: la sua povera genitrice non è proprio di chiara fama, quanto a costumi;
Ntoniceddu: come sopra, ma appena più in basso, o appena più cresciuto, in età;
Toniu: indica un Antonio che poteva essere ma non è stato, quindi un po’ di distacco non guasta;
Tonieddu: come sopra, ma scapestrato, reduce da qualche malefatta;
Ntoninu: uno che viene chiamato così non è certo in cima alle preferenze del parlante;
Antonji: il parlante e il suo oggetto appartengono ad una categoria sociale che non ritiene di dover parlare italiano: è quasi una ammissione di dipendenza culturale e sociale;
Totonnu: è un giovanotto senza speranze, comunque vada non si chiamerà mai ‘Antonio’.

Proviamo lo schema, as for example, con Eduardu.
Eduarduzzu
Eduardeddu
Eduardinu
Eduardu
Eduardineddu
Eduardicchju
E al femminile?
Taresa
Taresina
Taresuzza
Taresinedda
Ovviamente dipende dalla diffusione del nome, quindi, con Catauru avremo, perlomeno:
Catauru, Cataldo
Cataldinu, Cataldineddu
Cataureddu, Catauruzzu
Ovvero:
Nicudemu, Demu
Nicudemuzzu, Demuzzu
Nicudemeddu, Demiceddu
Oppure:
Vicenzu – Cenzu – Enzu, e qui c’è tanto da dire, magari poi lo dico.

lunedì 6 maggio 2013

§ 016 060513 False friends, 2: marinari.

Mi incuriosisce la mancanza di distinzione tra il pescatore vero e proprio, cioè la persona che effettivamente svolge le operazioni relative alla cattura del pesce, e l'addetto alla vendita del pescato, cioè l'ambulante che si reca per le vie del paese e invita gli abitanti all'acquisto dei prodotti ittici; sto parlando, in pratica, della differenza tra il pescatore e il pescivendolo. Per quanto ne so, a Cirò Marina entrambe queste figure vengono indistintamente indicate come 'marinàri'. Nella lingua italiana la parola 'marinaio' non è mai usata nel senso di 'pescatore' o 'pescivendolo', ma di uomo di mare, con le attitudini e attribuzioni specifiche, nel campo della marineria civile, mercantile, o militare. Una differenza nella parlata cirotana è 'soldatu marinu', che significa militare di leva arruolato in marina. La differenza tra pescatore e pescivendolo si può, a volte, rilevare dal contesto: se si sente dire che 'è passatu u marinaru', sicuramente è passato il pescivendolo, con le sue cassette di pesce, magari in bicicletta come un tempo, o con la 'ape' inseguita ... dalle vespe; se invece si sente dire 'è passatu nu marinaru', significa che è passato un pescatore, oppure un pescivendolo, e ne sappiamo come prima. In altri dialetti meridionali, ad esempio quello di Manfredonia, esiste uno 'jatechère', o 'vjatechèle', che se ne va per le strade a vendere il pesce che 'u marenère' gli ha fornito. La parola 'vaticale' esiste nei dialetti meridionali e significa addetto alle bestie da soma, vetturale, mulattiere, indicando comunque una professione legata alla 'via' e al 'viaticum'. La mancanza di una distinzione tra pescatore e pescivendolo credo derivi dal fatto che, benché Cirò Marina sia situata sul mare, l'attività marinaresca è comunque alquanto recente, risalendo all'incirca agli inizi del XIX secolo.