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domenica 30 novembre 2014

§ 134 301114 M.L. Gentileschi: Formazione e sviluppo di Cirò Marina.

 Si deve alla sagacia e alla preparazione dell'allora giovane ricercatrice universitaria, oggi ordinario all'Università di Cagliari, la professoressa Maria Luisa Gentileschi, l'apparizione nel 1970, sulla rivista 'Studi meridionali', anno III.4.1970, del misurato quanto esaustivo saggio 'Formazione e sviluppo di Cirò Marina'. 
   Si tratta di un lavoro svolto con intelligenza e perizia, con puntuale citazione di fonti storiche e raccolta di dati dell'epoca: indagine, quindi, temporalmente diacronica e sincronica. Si coglie, come è giusto e inevitabile, l'approccio 'geografico' dell'autrice, visto che è soprattutto il dato geografico il campo di studi della professoressa Gentileschi, cosa, questa, che però non contrasta in nessun modo il raggiungimento di altre intuizioni di carattere apparentemente diverso, magari storico, economico o sociale, che la Gentileschi avrà modo di esporre nello svolgimento della sua indagine, indagine che è anche uno snello 'riassunto' della storia di Cirò e Cirò Marina, dove i riferimenti alla 'Descrizione' di G.F. Pugliese sono evidenti e ricorrenti, nonché puntualmente affermati.
   Oggi potremmo considerare scontate molte considerazioni presenti nel testo, oppure essere portati a sorvolare su taluni dati, ma non è assolutamente così: quello che oggi sappiamo della realtà di quei territori è dovuto in gran parte, o forse completamente, all'opera di 'disboscamento' e razionalizzazione delle conoscenze che nei secoli tanti e tanti studiosi sono andati, faticosamente, realizzando. Anche i dati che oggi possiamo attingere dal saggio in oggetto dovevano essere ricercati con impegno e fatica: si era nel 1970... oggi, 2014, invece, ci si può destreggiare in rete, con pochissima fatica, giovandoci di tanti dati - anche di quei dati contenuti in 'Formazione e sviluppo...' - e magari riutilizzarli per ulteriori ricerche e successivi contributi da realizzare. Forse è il caso di ringraziare chi molte volte ci spiana la strada verso la conoscenza e di non dare nulla per scontato: scorrendo le pagine del saggio si torna, in qualche modo, a quella misura umana di un borgo in crescita e in cerca di una identità, poi di un paese unito dal sogno di un progresso economico e sociale che mi sembra essere stato in gran parte annullato dagli eventi, benché queste ultime siano considerazioni mie, personali, sulle quali sorvolo: come dice una canzone calabrese 'a storia è rà e mu sa leja cu voli', 'la storia è là, e chi vuole se la legga', non c'è bisogno di convincere nessuno, tantomeno chi certe cose le sa, e sa o intuisce come siano andate...
   Ho conservato quella rivista che per me ragazzino - avevo undici anni - era qualcosa di prezioso, qualcosa che parlava di un paese che amavo, allegandole una grande importanza, poi l'ho digitalizzata, restaurata perché mancante della copertina, per ritrovarla, cosa per me inamissibile, sottolineata in più punti, e questa cosa che non faccio mai mi sorprende ancora, a distanza di più di quarant'anni... 
   La rivista non era mia, me la regalò, facendo finta di dimenticarla  a casa dei miei, una cara amica di famiglia, insieme a tanti 'Informatutto', quegli almanacchi di 'Selezione dal Reader's Digest' che puntualmente, ogni anno, divoravo, grazie alla benevolenza della signora Lia Capoano... in cambio le facevo 'i mmasciati' ccu Cataldino, ma questo era sottinteso, o meglio: nessuno doveva saperlo... 



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