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lunedì 17 novembre 2014

§ 130 171114 B. Soria: la riforma gregoriana del calendario, Lilio, Girolamo Tagliavia 'calabrum'.

                                                           Modifiche agli scritti: 
1. aggiornato lo scritto n° 137 http://originicirotane.blogspot.it/2014/11/giano-lacinio-nella-istoria- degli.html (aggiunta voce 'Tafuri' da F.A. Soria);
2. aggiornato lo scritto n° 138 http://originicirotane.blogspot.it/2014/11/ciro-in-gabrielis-barrii-de-antiquitate.html (Cirò nell'opera di Barrio: aggiunte le voci 'Barrio' e 'Aceti' da F.A. Soria).
3 aggiunta 'nota' di Rutilio Benincasa allo scritto n° 140.

                                                           *************** § 140 ****************
 Alquanto attendibile, e comunque rispondente allo stato delle conoscenze del tempo, è il 'riassunto' della riforma del calendario che possiamo leggere nel volume 'La cosmografia istorica astronomica e fisica di Biagio Soria, Tomo III, parte storica della cosmografia dei mezzi tempi e della moderna', Napoli 1822... ovviamente l'autore è Biagio Soria, da non confondere con l'altro autore 'sfruttato' in precedenza, Francescantonio Soria. Nel seguente §.34. dell'opera del Soria noterete una delle dimenticate denominazioni di Cirò, che qualche volta già in precedenza ho fatto notare.
Premetto una nota di Rutilio Benincasa, tratta dal suo 'Almanacco perpetuo' del 1593, nell'edizione annotata da Ottavio Beltrano, nella quale il sulfureo Rutilio spiega, a modo suo, il problema dei 'dieci giorni' eliminati dall'ottobre 1582.

Fin qui Rutilio Benincasa e Ottavio Beltrano.

Fin qui il paragrafo dedicato alla riforma gregoriana del calendario... Nello stesso volume, poco oltre, si parla di un 'calabrum' ispiratore di Niccolò Copernico, tale Girolamo (o Geronimo, fa lo stesso) Tagliavia:


                                                     Fin qui Biagio Soria.

                                           ************************

                             (C. Cantù, Gli eretici d'Italia).
                         (D. Andreotti, Storia dei cosentini, 1869).

 

 (F. Colangelo, Storia dei filosofi e dei matematici napolitani, e delle loro dottrine, 1824).

                                                           *******************
Insomma, andando a scavare di qua e di là, tra i libri dimenticati e le memorie che comunque essi trattengono e tramandano, si può vedere come, quanti e chi siano gli sconosciuti dei quali a malapena si conosce forse solo il nome, magari perché legato, nel migliore dei casi, ad un teorema, ad un fenomeno scientifico, ad una invenzione, e che invece hanno comunque profondamente inciso nella storia e nella cultura degli uomini con il loro impegno quotidiano, con le loro osservazioni spesso improbabili secondo il sentire delle epoche in cui vissero, e che grazie al loro studio ostinato hanno fatto qualcosa di buono, a volte di grande, per questo mondo troppo spesso poco riconoscente... tra di loro ci sono stati, e ci sono, tanti cervelli di questa nostra (se posso ancora dirlo) terra di Calabria.

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