Quello
seguente è il passo della ‘Storia Naturale’ di Plinio il Vecchio, in cui si
tratta delle isole della Crotoniatide. L’autore di quella ‘enciclopedia’ che è
la ‘Storia Naturale’ non è che fosse proprio un vecchio bacucco
incartapecorito… su quei 37 libri di cui l’opera consta, tanti scienziati e
studenti si sono ingobbiti e scervellati nel tempo, quindi…Lo stralcio è
ricavato dalla Edizione Einaudi1982, diretta da Gian Biagio Conte, libroIII,
Europa I, pag. 432-433. Ho modificato la numerazione delle note.
95.96.97 (15) Da Locri ha inizio la
base meridionale dell'Italia, chiamata Magna Grecia; essa si ritrae a formare tre golfi nel mare detto Ausonio, perché per primi ne furono padroni gli
Ausoni. La base dell'Italia, secondo Varrone[1],
si estende per 86 miglia, mentre la maggior parte degli autori crede che essa misuri 75 miglia. Lungo la sua costa sono moltissimi fiumi, ma degno di menzione,
a partire da Locri, è il Sagra;
seguono i resti della città di Caulonia, Mustie, Castro Consilino e il Cocinto, che alcuni ritengono
il promontorio più lungo d'Italia[2].
Poi il golfo e la città di Squillace, detta Scilaceo e Scillezio dagli
Ateniesi quando la fondarono; in corrispondenza di questo luogo si trova, dall'altro lato del Bruzio, il golfo Terineo; si
forma così una penisola, e sull'istmo
è il porto chiamato Castra Hannibalis. In nessun punto
l'Italia è più stretta — la larghezza
è di 40 miglia —; per questo motivo Dionisio
il Grande[3]
voleva aggiungere alla Sicilia la penisola di cui ho parlato, tagliandola
all'altezza dell'istmo. I fiumi navigabili in questa zona sono il Carcino, il
Crotalo, il Simeri, l’Aroga, il Tacina; all'interno è la città di
Petelia, e il monte Clibano; segue capo
Lacinio[4],
davanti al cui litorale, 10 miglia al largo, sono l'isola dei Dioscuri e
l'altra, di Calipso (quella, si pensa, che Omero[5]
chiamò Ogigia); e inoltre Tiri, Eranusa e Meloessa.
Secondo Agrippa[6],
capo Lacinio dista 70 miglia da Caulonia.
Da capo Lacinio ha inizio
il secondo golfo dell'Europa, che descrive un ampio arco ed è delimitato dagli
Acrocerauni nell'Epiro, che distano 75 miglia da capo Lacinio. Cominciando a
risalire questo golfo si incontrano la
città di Crotone, il fiume Neto, la città di Turii, posta tra i due fiumi Crati
e Sibari; presso il Sibari sorgeva la città omonima….
(15) A Locris Italiae frons incipit, Magna
Graecia appellata, in tris sinus recedens Ausonii maris, quoniam Ausones
tenuere primi, Patet LXXXVI (miglia), ut auctor est Varro; plerique LXXV
(miglia) fecere. In ea ora flumina innumera, sed memoratu digna a Locris Sagra
et vestigia oppidi Caulonis, Mustiae, Consilinum castrum, Cocynthum, quod esse
longissimum Italiae promunturium aliqui existimant. Dein sinus et oppidum
Scolacium, Scylaceum et Scylletium Atheniensibus, cum conderent, dictum, quem
locum occurrens Terinaeus, sinus paeninsulam efficit, et in ea portus qui
vocatur Castra Hannibalis, nusquam angustiore Italia: XL p. latitudo est;
itaque Dionysius maior intercisam eo loco adicere Siciliae voluit. Amnes ibi
navigabiles Carcinus, Crotalus, Semirus, Arogas, Thagines, oppidum intus
Petelia, mons Clibanus, promunturium Lacinium, cuius ante oram insula x a terra
Dioscoron, altera Calypsus, quam Ogygiam appellasse Homerus existimatur,
praeterea Tyris, Eranusa, Meloessa. Ipsum a Caulone abesse LXX (miglia) prodit
Agrippa.
A
Lacinio promunturio secundus Europae sinus incipit, magno ambitu flexus et
Acroceraunio Epiri finitus promunturio, a quo abest LXXV (miglia). Oppidum Croto, amnis Neaethus, oppidum Thuri inter duos amnes Crathim et
Sybarim, ubi fuit urbs eodem nomine.
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