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mercoledì 11 maggio 2022

§ 351 110522 Appello per la fontana del Principe o della Lìcia. C. A. Amoruso.

Ormai da anni inseguo il sogno di contribuire, nel mio piccolo, al recupero e messa in sicurezza, se non alla fruibilità, del patrimonio artistico, storico, culturale, linguistico della 'cosa cirotana', più specificamente 'marinota', ben consapevole dei miei limiti formativi; nonostante questi limiti, magari con un po' di atteggiamento 'garibaldino' - come si diceva un tempo -, nel 2017 sono riuscito a pubblicare a mie spese il primo 'vocabolario' della parlata di Cirò e della Marina (Repertorio Lessicale della Parlata di Cirò e della Marina, Tricase, Youcanprint, 2017), pubblicazione che mi vede indeciso tra il pentimento per la prima edizione e la soddisfazione (poca) per la seconda versione, più che raddoppiata, pronta e custodita nel cassetto delle disillusioni, più che dei sogni. Orbene, da una decina d'anni continuo a predicare, perorando, ignorato, la causa del sito di Madonna di Mare e della Fontana del Principe, e d'altro... Temo che sia stato tutto abbastanza inutile, anche se non parlo di fallimento del mio 'progetto': qualcosa rimane sempre, magari se ne avvantaggeranno altri, ma non importa.

La fontana di cui spesso si torna, quasi ciclicamente, a parlare è sempre lì, in abbandono tra una bega e l'altra, in un disinteresse generale, quasi pacioso, capace di tutto sotterrare, tutto rimandare a tempi migliori o più propizi, dei quali gli orizzonti marinoti non danno segni.

La fontana, come molti potranno intendere, è addirittura sconosciuta forse ai più, e infatti spesso mi è stato domandato dove essa si trovi... allego qui una mappa, che ho rielaborato da google maps con la mia scarsa perizia nel fotoritocco.

 Mappa del sito (rielaborazione da Google maps).

Fig. 2: 'Il canale propriamente detto della Lice, che corre senza ritegno, e sempre con un volume prodigioso...' dice G.F. Pugliese (vedi oltre): in foto, l'acqua della Lìcia, vanamente irreggimentata, giunge fino all'ex bivio della SS106 ('u bìviu 'e Reda, per gli amici).


A seguire, alcune note relative al manufatto, alla nostra 'fontana a specchio' (spero che la definizione sia quella più confacente). Tali note sono apparse a suo tempo, con qualche differenza, anche in Archivio Storico Crotone (www.archiviostoricocrotone.it).
Le foto che ho realizzato e che qui ripropongo, attestano la bellezza della fontana e l'incuria che l'assedia.
Bona lejùta,
CatàvurAmorùsu.

Un vecchio gentiluomo, testé defunto, che viveva nel suo palazzo de Alitio, tante volte ricostruito nel corso dei secoli, ci scriveva tempo dietro che la contrada, ove detto palazzo sorge, si chiama tuttora Alice, ma che nessuno mai aveva saputo nulla dell’antica cittadina che un dì sorgeva sul Promontorio dell’Alice, oggi detto della Madonna d’Itri (sic, n.d.r.)’: Pericle Maone, Contributo alla storia di Cirò, Historica, rivista bimestrale di cultura, numeri 2-3 e 4, anno XVIII, 1965.

In nota a pag. 108, il Maone ci informa inoltre che il vecchio gentiluomo era Francesco Sabatini, personaggio di notevole importanza nel panorama storico cirotano della prima metà del ‘900. Il palazzo Alitio in realtà è noto nel cirotano quasi esclusivamente come Castello (dei) Sabatini (al più come ‘Carafa’ e forse ‘Spinelli’), sempre tenendo a mente che di palazzo fortificato si tratta e non di castello. Occorre rimarcare che il lavoro del Maone è forse il primo ad occuparsi di Alichia, prima d’allora del tutto sconosciuta, come giustamente notava il Sabatini (il cui ‘castello’, però, il Pugliese chiama, infra, palazzo della Lice). Altri pregevoli lavori su Alichia si possono trovare sul sito ‘Archivio Storico Crotone’, per cura di Andrea Pesavento e Giuseppe Rende, in particolare ‘L’abitato di Alichia, la foresta regia ed il palazzo Alitio’, di A. Pesavento.

Tornando al lavoro di P. Maone ed analizzando le varie affermazioni, comprese quelle di un linguista di assoluto valore come Giovanni Alessio, i dubbi su Alice, Aligia, Alichia, Lice, Licia, Capo Lice o Punta Alice, Promontorio della Lice o Lacinio, Piana della Lice, permangono, forse inestinguibili.




Avendo lo scrivente origini veramente prossime al luogo suddetto, posso attestare che la denominazione della località sulla quale insiste, più che il castello, la fontana (e ancor più la fonte, la sorgente d’acqua) è Lice, italianizzato, o Licia, in dialetto: da bambino andavo ara Lìcia a prendere l’acqua, cioè ‘alla Lìcia’. E per quel che riguarda Punta Alice (Punta delle Alici, per qualcuno!), sono fedele a G.F. Pugliese (‘Lice e non Alice trovasi sempre nelle antiche carte’): Capo Lice o della Lice, tenendo Punta Alice come una corruzione o deformazione.

La fontana del Principe, così nota, senza ulteriori motivazioni che ne giustifichino o spieghino la denominazione, insiste nelle vicinanze del Palazzo suddetto, esattamente nel punto conosciuto come A Licia, La Lice, e doveva evidentemente sfruttare una fonte di acqua ‘perenne’ (‘Il canale propriamente detto della Lice, che corre senza ritegno, e sempre con un volume prodigioso, meriterebbe di esser celebrato da un qualche genio poetico, ed io fido sul progressivo sviluppo letterario della mia patria per lusingarmi che sorgendo tra noi un poeta venisse soddisfatto il mio desiderio’, GF Pugliese), che a tutt’oggi nessuna cementificazione è riuscita a cancellare. Le notizie relative a questo pregevole manufatto sono molto scarne, fatti salvi gli accenni del Pugliese stesso nella sua ‘Descrizione’.



La fontana è in ormai secolare stato di abbandono, forse anche protetta da una certa poca fruibilità, nascosta alla vista da canneti e sterpaglie. La sua costruzione si vuole risalga al XVII secolo, ma, stranamente, il Pugliese, così attento alla materia cirotana, non vi si dilunga, sebbene si concentri molto su altri aspetti collegati alla Lice, che ai suoi occhi doveva apparire quasi come un giardino incantato (e lo capisco, perché, per inciso, mi è successa la stessa cosa, da bambino) e un dono di Dio il suo canale, canale il cui percorso dovrebbe forse essere indagato, in quanto non mi pare ne sopravviva una precisa memoria, memoria che invece ritroviamo nella toponomastica stradale in quella via Sotto Alice rimarcata nella mappa allegata… che per personale pignoleria chiamerei via Sotto la Lice, che va a fare il paio con, manco a dirsi, via Sotto Palazzo! Quale palazzo lo lascio indovinare o supporre al lettore. Tornando al Pugliese, questi non si dilunga, dicevo, ma non tralascia di informarci ('Descrizione', II vol.) che: 'Possiede la detta Marchesal Corte la possessione det­ta l'Alice con suo giardino, passo, falangaggio, e Palaz­zo, quale sta situato nel più eminente luogo di detto giardino, seu possessione, nel quale territorio vi sono sette piante di amendole, dodici di cedrangolo, certe poche viti, piante di pruna, di pera, di mela, e di oli­ve. Il palazzo (comunemente detto 'castello di Sabatini, n.d.r.) è di figura quadra, con quattro baluardi a modo di fortezza, e prima di entrare in esso vi è un basso coperto a tetti, quale serve per uso di cucina ec. La rendita di detto giardino coacervando le particolari rendite ed affitti dal 1682 sino al 1689 è duc. 128:4:8:7.'

Ogni appello lanciato per il recupero del manufatto è rimasto inascoltato o comunque non ha sortito gli effetti sperati. Le foto illustrano le condizioni della fontana in anni diversi e sono state riprese dallo scrivente.

Per approfondimenti: Pericle Maone, citato.

Giovan Francesco Pugliese, Descrizione ed istorica narrazione della origine, e vicende politico-economiche di Cirò… Napoli, 1849.

Andrea Pesavento http://www.archiviostoricocrotone.it/ambiente-e-paesaggio/labitato-di-alichia-la-foresta-regia-ed-il-palazzo-alitio/

Cataldo Antonio Amoruso http://originicirotane.blogspot.com/2017/10/308-la-fontana-del-principe-2013-2017.html

Cataldo Antonio Amoruso http://originicirotane.blogspot.com/2013/12/fontana-della-lice-e-torre-vecchia-ciro.html

 














     Madonna d'Itria vista dalla fontana.

Installazioni...



Spero di non avere annoiato troppo e che qualcuno voglia condividere questo post, chissà che l'appello non arrivi da qualche parte, a qualche orecchio disponibile ad un intervento. 
Grazie,
Cataldo Antonio Amoruso Vitale.

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