Leggo in questi giorni (era novembre 2013) di un
interessamento generale alle sorti della cosiddetta ‘Fontana del Principe’,
‘dell’Alice’ o ‘della Lice’ che dir si voglia. Mi permetto di esporre qualche
mia considerazione personale in merito, ritenendosi il sottoscritto da sempre
un estimatore di quell’opera, nonché fruitore di tanta bellezza, sempre
rimanendo nell’ambito di ‘luoghi dell’anima’, ovvero di sentimenti e di
ricordi, senza per questo scadere nella nostalgia o nel lamento.
Nel gennaio di quest’anno
espressi alcune considerazioni, apparse su ‘ilCirotano’, che riguardavano il
degrado di monumenti ed altre opere dell’arte o della natura che insistono sul
territorio di Cirò Marina. Con qualche sforzo, non essendo il sottoscritto uno
specialista della materia, ho cercato di richiamare l’attenzione sulla
‘parlata’ in uso nel nostro paese, intravedendo i segni dell’abbandono, o
addirittura dell’oblio, di quella ‘piccola lingua’, in cambio dell’adesione,
per quanto inevitabile, ad una lingua nazionale abbastanza ordinaria e troppo
spesso ricalcata, nella struttura sintattica e lessicale, su quell’uso
dialettale che si cerca di nascondere, con risultati spesso poco o punto
soddisfacenti… e chi vuol intendere ha già inteso.
Superata questa premessa
probabilmente superflua, vorrei parlare della cosiddetta Fontana del Principe
e della Torre Vecchia, quella che si trova a ‘Madonna di Mare’, dacché
dell’altra, la Torrenova,
non vale più probabilmente nemmeno la pena di far cenno (o forse no): ne rimarrà, al più,
nota nella toponomastica locale o su qualche mappa molto dettagliata: dire
cos’era, di cosa si trattava, e di come è stata ridotta non fa certo onore a chi
di certi ‘valori’ dovrebbe essere custode… che poi sarebbe lo stesso discorso
che riguarda il Tempio di Apollo Aleo.
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La Torre Nuova, 'a turranova, u turriazzu |
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La fontana come difficilmente l'avrete vista, da dietro |
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La fontana, nello splendore dell'alba agostana, fronte |
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particolare della fontana |
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cabina enel, opera del XX secolo, e rifiuti solidi, stessa epoca, opera di autore ignoto, forse |
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Torre Vecchia, in località Madonna di Mare, o San Cataldo, o 'novantotto' |
Della ‘Fontana’ parla G.F.
Pugliese, ovviamente, nella sua ‘Descrizione’, e sicuramente ne parleranno
altri studiosi locali che non ho il piacere di conoscere. E posso parlarne io, insieme
a tutti gli altri ragazzi degli anni 60-70 che nelle vicinanze della Licia (‘a
Licia, l’Alicia, così dicevamo) andavamo a riempire qualche barile o bidone o
secchio d’acqua, proprio lì dove oggi quella stessa acqua continua a scorrere
imperterrita nonostante il cemento sparso a profusione.
Siccome so per certo che qualcuno
non sa nemmeno dove si trovi tale manufatto, dirò che per arrivarci dalla Marina
basta superare il ‘Bivio’, quello che oggi qualcuno comincia a chiamare
‘rotonda’, dove fanno servizio i pullman di linea per intenderci, e imboccare
la strada per Cirò (Superiore) e subito sulla sinistra, superato il mattatoio
(o ex mattatoio, non lo so), c’è un cancello perfettamente sgangherato e
spalancato (per fortuna): fatti pochi passi si può ammirare la Fontana, tra canneti,
rovi, ‘tifuni’ e ‘ronzi’ (dipende dalla stagione); vi accoglieranno i guardiani
del ‘tempio’ che nella fattispecie sono alcuni cani randagi, ma pericolosi non
più di tanto, dal momento che sono perlopiù sciancati… quindi niente paura: la
fontana è lì che vi aspetta. Di quello che dico allego documentazione fotografica:
nella luce del mattino agostano i colori sono indimenticabili…
Per quanto riguarda la Torre Vecchia molto si potrebbe
fare, dal momento che guardandola dal mare sembra in buono stato, ma girandoci
intorno si vede bene come ormai si tratti di qualcosa che ricorda un grosso
dente cariato, ‘nu zzippùnu’… E allora bisogna fare qualcosa subito, prima che
il tempo e l’incuria abbiano il sopravvento definitivo.
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muro diruto, forse segnava un confine tra due proprietà, non ne sono sicuro |
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il picchetto d'onore davanti alla fontana (sembrano due ma sono tre, tutti azzoppati) |
Per la Fontana basterebbe già
ripulire l’area che la circonda, è bellissima di per sé: è come quelle magnifiche,
elegantissime signore inattaccabili dall’età, alle quali basta un nonnulla per
continuare ad ammaliare chi le guarda… o meglio: chi le sa guardare e capire,
ma questo è un altro discorso, quando c’è solo da dare e nulla da prendere,
chissà perché, sulle orecchie e sugli occhi calano saracinesche
pesanti come macigni… e vabbè.
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