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mercoledì 25 dicembre 2013

§ 024 251213 Bibliografia di testi gratuiti.

Appunti in divenire per una bibliografia ad indirizzo meridionalistico, perloppiù storico.
La forma adoperata è prevalentemente quella del collegamento al volume che si intende consultare e/o scaricare. 
Questa pagina sarà aggiornata periodicamente, se qualche eventuale lettore volesse gentilmente collaborare gliene sarei grato.
Cliccando sui links verrete reindirizzati alla pagina corrispondente di google books, da dove con un semplice clic sul pulsante 'ebook gratuito', in alto a sinistra, potrete scaricare i testi in formato .pdf sul vostro pc oppure consultare le pagine scorrendo i volumi digitalizzati da Google nelle biblioteche sparse per il mondo... 
Se trovate difficoltà nel download dei testi (a volte il pulsante reca la dicitura 'leggi ebook', anziché 'ebook gratis') niente arrabbiature: fermatevi col puntatore del mouse sul pulsante suddetto in modo che appaia un menu a tendina, e poi cliccate su 'scarica pdf', poi seguite la semplicissima procedura e con un paio di clic il .pdf sarà a vostra disposizione.
Potrebbe venirvi la voglia o potreste avere la necessità di modificare i testi... l'operazione è possibile (ne so qualcosa) ma è molto laboriosa, in quanto necessitereste di un 'convertitore di files .pdf', la cui efficacia sarebbe limitata dal fatto che si tratta di testi molto antichi, risalenti anche al XVI secolo, quindi dovreste apportare moltissime, troppe correzioni...
Dal momento che intendo aggiornare periodicamente questa pagina, con nuovi reperimenti ed eventuali note personali... cercherò di utilizzare colori diversi a segnalare i 'nuovi arrivi', oppure apponendo la data di pubblicazione delle modifiche.
AD OGNI MODO, FARE RIFERIMENTO ALLA PRESENZA DI UNA DATA SOTTOLINEATA DEL TIPO 30.12.13: ESSA INDICA CHE IL TITOLO AL QUALE FA RIFERIMENTO E' STATO AGGIUNTO SUCCESSIVAMENTE, NEL CASO SI VOLESSERO CONSULTARE I 'NUOVI ARRIVI'.
I temi di questa bibliografia sono soprattutto la storia del Sud d'Italia, o per meglio dire del Regno delle Due Sicilie, con tutte le sue precedenti denominazioni, e segnatamente la storia della mia regione, la Calabria; tra i 'filoni' che vi si possono individuare risaltano:
il brigantaggio pre e postunitario;
i viaggi e le missioni in quella appendice africana che nei secoli scorsi rappresentava per gli europei la Calabria;
il feudalesimo e le sue leggi;
la geografia e le corografie;
la storia e le vicende di singole città;
la Magna Grecia;
...e tutto quello che mi sembrerà utile o interessante. 
Alla voce 'Calabria' ascrivo i titoli che riguardano la mia regione, indipendentemente dal tema trattato. 

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Antepongo, per amor di patria - come direbbe forse il Pugliese medesimo-, agli altri collegamenti quello ai due volumi della 'Descrizione ed istorica narrazione dell'origine di Cirò', di Giovan Francesco Pugliese (1789-1855):
Descrizione ed istorica narrazione dell'origine e vicende politico-economiche di Cirò, in Provincia di Calabria Ultra II, Volume I, Di Giovan Francesco Pugliese, Napoli, Stamperia del Fibreno, 1849;
Descrizione ed istorica narrazione dell'origine e vicende politico-economiche di Cirò, in Provincia di Calabria Ultra II, Volume II, Di Giovan Francesco Pugliese, Napoli, Stamperia del Fibreno, 1849;
Altri links:
https://sites.google.com/site/appartenenze/giovan-francesco-pugliese-vs-paolo-orsi;
dove potete leggere mie considerazioni sull'opera del Pugliese e su Paolo Orsi;
https://sites.google.com/site/appartenenze/giovan-francesco-pugliese-vs-paolo-orsi/tempo-di-vendemmia-temp-e-vinnigna
dove il Pugliese descrive la vendemmia;
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovan_Francesco_Pugliese;
questo è il rinvio a wikipedia: notando che una pagina sul Pugliese mancava da tale piattaforma, mi decisi a crearne una, che però venne prima ritirata dai curatori del sito (con l'assurda motivazione che potesse trattarsi di una pagina pubblicitaria, cosa francamente per me incredibile), successivamente riapparve con tanto di scuse, infine la pagina suddetta ha subito delle profonde modifiche rispetto a quella da me redatta... si vede che era giusto così30.12.13

BRIGANTAGGIO

Memorie autografe del generale Manhès intorno a' briganti di Francesco Montefredini

Il generale Manhès diresse con pugno di ferro la repressione del brigantaggio calabro durante il decennio francese (1806-1815); conoscerne l'operato è fondamentale, con riferimento al suddetto periodo. Certo un formidabile precursore ed ispiratore, per la Casa Savoia... (28.12.13)

Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle provincie napoletane dai tempi di Fra' Diavolo sino ai giorni nostri Di Marco Monnier 1862

'aggiuntovi l'intero giornale di Borjés finora inedito': è uno dei testi più importanti, 29.12.13

Sul brigantaggio nelle provincie meridionali d'Italia: discorso Di Carlo Capomazza 29.12.13

Istruzione teorica ad uso delle truppe destinate alla repressione del brigantaggio nelle Province di Terra di Lavoro, Aquila, Molise e Benevento.  Ministero della guerra, 1868 29.12.13

Processo dei quattro briganti dell'Aunis: Cipriano la Gala e compagni ... di G. C. Gallotti

I briganti: melodramma serio in tre parti di Saverio Mercadante, Jacopo Crescini

No brigantaggio de femmene ovvero La distruzione dei scignon commedia Di Antonio Petito 1867 29.12.13


I briganti e la corte pontificia, ossia La cospirazione borbonico ... Emidio Cardinali Volume 2

Il brigantaggio nelle province napoletane: relazione della Commissione d'inchiesta parlamentare sul brigantaggio di Giuseppe Massari, Stefano Castagnola

Questa è la famosa 'relazione', non può mancare;- 28.12.13

STORIA GENERALE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

Storia del reame di Napoli: dal 1734 sino al 1825 di Pietro Colletta

La storia del Colletta è forse la più imponente... l'edizione in mio possesso (Gherardo Casini editore) consta di 684 pagine fittissime... una piccola enciclopedia;- 28.12.13 

Della Storia delle finanze del regno di Napoli  di Lodovico Bianchini

Riflessioni morali e teologiche sopra l'istoria civile del regno di Napoli di Giuseppe Sanfelice

Dell'historia della città, e regno di Napoli  Di Giovanni Antonio Summonte 1675

Storia del regno di Napoli Di Francesco Capecelatro 1840

Saggio istorico sul regno di Napoli Di Filippo Maria Pagano 1824

Ristretto istorico della città e regno di Napoli: a cui s'unisce la varietà di Gioseffo Mantegna

Descrizione, origini e successi della Provincia d'Otranto Di Girolamo Marciano 1855 28.12.13

La camorra: notizie storiche Di Marc Monnier 1863 29.12.13

Garibaldi e la rivoluzione delle due Sicilie nel 1860 Di Marc Monnier 1861 29.12.13

Storia degli abusi feudali, Volume 1 Di Davide Winspeare, 1811 

L'opera e l'operato di Davide Winspeare sono imprescindibili nello studio del periodo feudale tra fine XVIII e inizio XIX secolo; 30.12.13

Storia degli ultimi fatti di Napoli fino a tutto il 15 maggio 1848: divisa in tre parti... Di Francesco Michitelli 1849 02.01.14

Storia delle rivoluzioni ne'reami delle due Sicilie Di Francesco Michitelli 1860 02.01.14

Gioachimo Murat, o storia del reame di Napoli dal 1800 al 1815 autore ignoto 1839 02.01.14

Credo sia giusto o non sbagliato quel 'Gioachimo'...

Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili, e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie Di Vincenzio d' Avino 1848 05-01-14

Memorie storiche sulla vita del Cardinale Fabrizio Ruffo Di Domenico Sacchinelli 1836 05.01.14


CALABRIA

Croniche et antichità di Calabria Di Girolamo Marafioti 1601 05.01.14

Istoria de' tremuoti avvenuti nella provincia della Calabria Ulteriore e nella città di Messina nell'anno 1783 Volume I Di Giovanni Vivenzio 1788 05.01.14

Storia dei tremuoti di Calabria negli anni 1835 e 1836 Di Achille Antonio Rossi 1837 05.01.14

Storia di Reggio di Calabria da'tempi primitivi sino all'anno di Cristo 1797, vol. I, da' tempi primitivi fino all'anno 1600 Di Domenico Spanò Bolani 1857 05.01.14


Studi statistici sull'industria agricola e manifatturiera della Calabria Ultra II Di Luigi Grimaldi 1845 05.01.14

Testo interessante, fotografa la situazione di quella che era, in pratica, la Provincia di Catanzaro, coi distretti di Catanzaro, Monteleone, Nicastro e Cotrone.

De antiquitate et situ Calabriae Di Gabriele Barrio 1571

L'opera latina di Gabriele Barrio rappresenta forse il caposaldo della storia calabra, per quanto contenga moltissimi errori, ai quali cercherà di porre rimedio Tommaso Aceti. 28.12.13

Ricerche su' Bruzi: memoria, Volume 3 di Carmelo Faccioli 

Studi archeologici sulla Calabria Ultra Seconda fatti dal segretario ... Di Luigi Grimaldi 1845

Nel 1845 la Provincia di Calabria Ultra (o Ulteriore) Seconda comprendeva le attuali province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia; per un certo lasso di tempo, e fino al 1814, Cirò fece parte della Provincia di Calabria Citra o Citeriore (Cosenza, in pratica). 28.12.13

Brevi cenni sulla città di Crotone di Felice Caivano da Cotrone 1871 

Non aspettatevi granché da questi brevi cenni sulla città di Crotone... è comunque un piccolo compendio senza pretese, a dispetto dell'ampollosità retorica dell'autore.  28.12.13

Cronica della citta di Crotone e della Magna Grecia. Napoli, Savio 1649 Di Giovanni Battista Nola-Molisi

Questo invece è un testo 'classico' della storia di Crotone. 28.12.13

Della Calabria illustrata Di Giovanni Fiore 1691

Di non facile lettura, per la vetustà dell'edizione, per i caratteri e il linguaggio usato, ma l'opera di Giovanni Fiore da Cropani è basilare, per la Calabria. 28.12.13

Viaggio in alcuni luoghi della Basilicata e della Calabria citeriore  Di Luigi Petagna, G. Terrone, Michele Tenore 1827

Memorie delle tipografie calabresi compilate da Vito Capialbi  Di Vito Capialbi 1835

Memoria sul ristoro della Calabria  Di Saverio Tucci 1848

Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie raccolte a cura ..., Volume 2 Di Luigi Accattatis 28.12.13 

I Vianeo di Calabria ed il metodo autoplastico italiano: nota storica Di Domenico De Luca

Una curiosità medica, questa dei chirurghi misconosciuti. 28.12.13

Storie di Locri e Gerace Volumi 1-2 Di Pasquale Scaglione 1856 28.12.13


REPERTORI

Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, ornata de' loro rispettivi ritratti Volume 2 di Niccolò Morelli di Gregorio, Pasquale Panvini

Annali civili del regno delle Due Sicilie, Volumi 1-3 Real Ministero dell'interno 1833

Sulla Ferrovia Calabra relazione della commessione nominata dal Consiglio Provinciale della Calabria Citeriore 1862

Atto di accusa e decisione per gli avvenimenti politici della Calabria Citeriore Di Calabria Citeriore. Gran corte criminale e speciale 1852

STORIA ANTICA


GEOGRAFIA, DESCRIZIONI, COROGRAFIE, VIAGGI E MISSIONI

Istorica descrizione del regno di Napoli diviso in dodici provincie di Giuseppe Maria Alfano 1798

Descrittione del regno di Napoli Di Scipione Mazzella 1601 

Itinerario delle Due Sicilie Di Gabriele Quattromani 1827

Qui troviamo, un raro 'Cirò' e tra parentesi 'marina'... nel 1827.

Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Volume 5 Di Lorenzo Giustiniani 1802

L'atlante di Lorenzo Giustiniani, al pari del dizionario dell'abate Romanelli, è fondamentale per l'epoca, credo di poter dire. 28.12.13

Il regno di Napoli diviso in dodici provincie: con vna breve descrittione ... Di Enrico Bacco 1609

Specchio statistico delle popolazione de' comuni delle provincie meridionali Ministero di agricoltura, industria e commercio 1861 

Vi si legge: Mandamento di Cirò, abitanti totali 8577 (Comuni di Cirò, ab. 4945, Crucoli 2268, Melissa 1364), Circondario di Cotrone, Provincia di Calabria Ulteriore Seconda (dati del 1859).

Introduzione alla geografia antica e moderna delle provincie delle due Sicilie di qua del faro Di Vito Buonsanto 1819

Antica topografia istorica del regno di Napoli, dell' abate Domenico Romanelli, parte seconda, 1818 Di Domenico Romanelli

Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole ... Di Attilio Zuccagni-Orlandini vol. XI


CRONACHE E VARIE 

Breviario istorico che restringe quanto di piu memorabile contiene la storia sacra e profana 1817 

Vedere 'Cremissa'... incredibile ed esemplare dimostrazione di approssimazione pseudostorica.

Questo testo l'ho trovato per caso e l'ho inserito perché è quasi esilarante la notizia su 'Cremissa', ma certamente l'autore non possedeva i mezzi e le conoscenze odierne...28.12.13


Economia rustica per lo regno di Napoli... Di Luigi Granata 1835

Introduzione allo studio della legislazione del regno delle Due Sicilie di Pasquale Maria Liberatore

Dizionario demaniale-amministrativo per lo regno delle due Sicilie Di Niccolò Jeno de' Coronei 1847     02.01.14

Di Niccolò Jeno de' Coronei  ben poco si può reperire, anche in rete; il suo 'Dizionario' è utilissimo per addentrarsi nello spinoso mondo della legislazione feudale. Di questo autore ricordo che collaborò con l'altro arbereshe di Calabria Geronimo de Rada:

Rapsodie d'un poema albanese: raccolte nelle colonie del Napoletano Di Jeronim De Rada,Niccolò Jeno de' Coronei 1866

02.01.14

Il ruolo della famiglia in Calabria tra il XVIII e il XIX secolo. Atti a cura di A. B. Bedini volume non scaricabile ma consultabile 05.01.14

Il regno di Napoli e di Calabria, descritto con medaglie Di Marco Maier 1723 05.01.14

Memorie delle tipografie calabresi compilate da Vito Capialbi Di Vito Capialbi 1835 05.01.14

Memoria sul pruno cocumiglia di Calabria Di Michele Tenore 1828 05.01.14

Lettere geografico-fisiche sopra la Calabria, e la Puglia al conte Tommaso de' Bassegli Di Alberto Fortis 1784 05.01.14



 


 

 

§ 023 251213 L'identità misconosciuta, a proposito di 'Maledetto Sud', di Vito Teti.



L’identità, la nostra.
Crotone, novembre 2013.
    Tra i volumi esposti sul banchetto al centro della libreria, uno attira la mia attenzione, nella sua elegante livrea bianca e con tanto di ‘struzzo’ della casa editrice in bella mostra in copertina: il segno distintivo della Einaudi, quasi un certificato di garanzia. La garanzia, invece, è nel nome dell’autore: Vito Teti, docente di antropologia all’Unical (che è la sigla dell’Università della Calabria, anche se mi ricorda tanto le scritte sui sacchi di  calce, quelli che vedevo scaricare dai ‘discìpuli’ dei muratori…).
   Sono in cerca, come quando venivo a Crotone da liceale senza una lira in tasca, di libri che parlino della mia terra, della Calabria, che è l’unica terra alla quale mi sento di appartenere, da sempre a sempre, anche se mi impongo di reprimere la nostalgia che mi deriva dalla mia non scelta di vita che mi ha portato ad abitare lontano dal mio amato ‘sfasciume pendulo sul mare’, secondo la definizione di Giustino Fortunato… che poi, volendo capovolgere l’assunto, si potrebbe - magari con un po’ di partigianeria - leggere come raggruppamento e tenuta miracolosi, lo ‘sfasciume’, equilibrismo vertiginoso, quel ‘pendulo’, e come apertura verso un orizzonte possibile, quel ‘mare’… ci vuole un po’ di coraggio, a credere in questa lettura, e questo lo so bene. 
Di solito non leggo i libri, nemmeno quelli che compro… gli trovo un posto su un ripiano e li lascio lì a decantare, a proporsi o a ritrarsi… sento che dentro ogni libro – quasi in ogni libro – c’è qualcosa che pulsa… sono voci rilegate, anime tenute insieme, che prima o poi esplodono, dirompono, e allora mi rassegno a leggerli, a farmi dire attraverso le loro righe, i loro caratteri, ciò che io avrei spesso voluto dire, con le mie righe, coi miei caratteri…
   Fiuto l’aria, sento che la ‘preda’ è lì, calda, che mi si sta proponendo, e che anch’io la sento… la immagino, mentalmente separo già i fili della trama, immagino l’ordito, cosa ha da dirmi quel libro… non lo apro nemmeno, non devo farmi una idea, non mi serve… è come puntare su qualcuno o qualcosa, ad occhi chiusi, sapendo che nel rapporto con il libro non ho nulla da perdere, e che la spesa è solo questa transeunte manciata di euro… ne prendo due, uno per me, uno da regalare, di questo ‘Maledetto Sud’, Le Vele n° 88, Einaudi 2013.
   Il libro, 131 pagine tutto compreso, rimane per qualche giorno nella mia borsa dei desideri, quella blu, quella che accoglie i miei pennini, le matite spuntate, il piccolo portatile, biro di tanti colori e quadernetti dove non scrivo immutabilmente nulla, manco un rigo.
   Poi, come d’improvviso, un giorno il libro mi appare tra le mani, non cercato, non richiesto, quasi per incanto, e capisco subito il motivo di tanta per me non sorprendente ‘corrispondenza’… Non lo leggo il libro, bensì lo divoro… dimenticavo di dire che i libri o non li leggo – testardo come un mulo – o che mi incaponisco fino a quando non si rassegnano a gridarmi ‘fine!’, basta, non c’è scritto nient’altro… puoi solo rileggerlo o sfogliarlo, sottolinearne qualche frase (mai, neanche sotto tortura…) oppure chiuderlo, ripensarlo, accettare quello che è stato, quello che ti ha comunicato e crescere,magari impercettibilmente, grazie a quella lettura.
   Negli ultimi tempi assisto ad una fioritura, non eccessiva, in vero, di testi sul Meridione d’Italia, la sua storia, i suoi problemi… spesso si tratta di pubblicisti che pur compiendo una opera non deprecabile di informazione – penso a Pino Aprile e altri – non hanno il taglio e la documentazione scientifica necessari ad affermare quanto si va offrendo al lettore: sono cose che possono rimanere ‘al di qua’ delle conoscenze del lettore appassionato di un  dato argomento, che può essere la storia del brigantaggio, la nascita di una nazione e la sparizione di un’altra, o la dicotomia tra nord e sud… insomma, fate voi. Ribadisco: operazioni ed opere meritevoli benché tardive, e certo non per colpa degli autori delle pubblicazioni alle quali accennavo prima, tardive per la frattura che la storia ufficiale ha creato ad arte nella società italiana, con ‘storici’ di parte, proni e pronti alle indicazioni, alle lusinghe, alle regalie, alle prebende del potere, cioè degli amministratori della storia scritta dai vincitori e per  i vincitori, quella storia imposta nelle aule di qualsiasi grado e fatta circolare subdolamente per ogni luogo d’Italia, intesa a creare le tante leggende metropolitane che a tutt’oggi infestano il Bel Paese.
   Il professor Teti offre le sue riflessioni sulla storia e sulle condizioni del Sud, in questo saggio che ha sì il taglio antropologico dello studioso, ma il suo rigore è mitigato e umanizzato dai ricordi personali dell’autore, nei quali il lettore potrà ritrovarsi, anche se sempre di meno, ovviamente, a causa dei mutati tempi: le condizioni dei calabresi degli anni ’50 del novecento (quelli dell’infanzia di Vito Teti) risultano, io credo, inimmaginabili per un adolescente di oggi. Si potrebbe dire che tutto è cambiato, invece non credo sia così: è solo una traslazione, il divario è sempre lì, ineliminabile per volontà e scelta dell’Italia, o almeno di una parte del Paese… (con la 'p' maiuscola, come prescrivono le italiche grammatiche).
   Sulla copertina di ‘Maledetto Sud’ si legge: ‘Sudici, oziosi, malavitosi, briganti, mafiosi… In quanti modi sono stati chiamati gli abitanti del Sud? Attraverso storie vissute, narrazioni letterarie e riflessioni antropologiche possiamo smontare i principali luoghi comuni sulla ‹‹ razza maledetta ››. Specificherei che non di abitanti soltanto si tratta, ma in genere di tutti i sudici, bastando le origini per una condanna sommaria o per alimentare i sospetti, fatte sempre salve le immancabili differenze.
   Concludendo, il libro è una sorta di ‘indice’, un vademecum per sviluppi futuri da parte del lettore che volesse interessarsi della storia del Sud; i temi fondamentali sono indicati dall’autore con garbo e partecipazione e la nota all’apparato bibliografico ne è una riprova, dove si afferma che non tutto è detto e riportato nel libro, come è ovvio, e soprattutto, aggiungo, quando si parla di una storia con la esse minuscola come quella del nostro Sud e della sua identità, una storia i cui appassionati sono visti, perloppiù, come dei don Chisciotte o dei personaggi fuori tempo massimo… Per quel che mi riguarda, dico Don Chisciotte sì, sempre, per quanto riguarda il tempo ci sto pensando... Intanto, piccoli don Chisciotte crescono, anche al mio paese, a passeggio sul lungomare parlando di Barrio, Pugliese, Filottete... e prima o poi qualcuno la riscriverà la bella storiella d'Italia, dei mille, dei terroni cattivi, di Arlecchino, di Pulcinella, ma spero che lo faccia con indipendenza culturale e rigore scientifico...
PS: non mi sfugge un piccolo refuso contenuto in una frase in dialetto, ma è pochissima cosa, per cui sorvolo. Segnalo, invece, l'interessante parte dedicata alla melanconia come caratteristica del 'meridionale tipo', almeno secondo certa letteratura... era qualcosa che sentivo ma che ancora non avevo 'inquadrato'. Un libro serve anche, o forse soprattutto, a questo, a chiarirsi, no?

venerdì 20 dicembre 2013

§ 022 201213 Fontana della Lice e Torre Vecchia, Cirò Marina, 1.

Leggo in questi giorni (era novembre 2013) di un interessamento generale alle sorti della cosiddetta ‘Fontana del Principe’, ‘dell’Alice’ o ‘della Lice’ che dir si voglia. Mi permetto di esporre qualche mia considerazione personale in merito, ritenendosi il sottoscritto da sempre un estimatore di quell’opera, nonché fruitore di tanta bellezza, sempre rimanendo nell’ambito di ‘luoghi dell’anima’, ovvero di sentimenti e di ricordi, senza per questo scadere nella nostalgia o nel lamento.
Nel gennaio di quest’anno espressi alcune considerazioni, apparse su ‘ilCirotano’, che riguardavano il degrado di monumenti ed altre opere dell’arte o della natura che insistono sul territorio di Cirò Marina. Con qualche sforzo, non essendo il sottoscritto uno specialista della materia, ho cercato di richiamare l’attenzione sulla ‘parlata’ in uso nel nostro paese, intravedendo i segni dell’abbandono, o addirittura dell’oblio, di quella ‘piccola lingua’, in cambio dell’adesione, per quanto inevitabile, ad una lingua nazionale abbastanza ordinaria e troppo spesso ricalcata, nella struttura sintattica e lessicale, su quell’uso dialettale che si cerca di nascondere, con risultati spesso poco o punto soddisfacenti… e chi vuol intendere ha già inteso.
Superata questa premessa probabilmente superflua, vorrei parlare della cosiddetta Fontana del Principe e della Torre Vecchia, quella che si trova a ‘Madonna di Mare’, dacché dell’altra, la Torrenova, non vale più probabilmente nemmeno la pena di far cenno (o forse no): ne rimarrà, al più, nota nella toponomastica locale o su qualche mappa molto dettagliata: dire cos’era, di cosa si trattava, e di come è stata ridotta non fa certo onore a chi di certi ‘valori’ dovrebbe essere custode… che poi sarebbe lo stesso discorso che riguarda il Tempio di Apollo Aleo.
La Torre Nuova, 'a turranova, u turriazzu



La fontana come difficilmente l'avrete vista, da dietro
La fontana, nello splendore dell'alba agostana, fronte

particolare della fontana

cabina enel, opera del XX secolo, e rifiuti solidi, stessa epoca, opera di autore ignoto, forse


Torre Vecchia, in località Madonna di Mare, o San Cataldo, o 'novantotto'
Della ‘Fontana’ parla G.F. Pugliese, ovviamente, nella sua ‘Descrizione’, e sicuramente ne parleranno altri studiosi locali che non ho il piacere di conoscere. E posso parlarne io, insieme a tutti gli altri ragazzi degli anni 60-70 che nelle vicinanze della Licia (‘a Licia, l’Alicia, così dicevamo) andavamo a riempire qualche barile o bidone o secchio d’acqua, proprio lì dove oggi quella stessa acqua continua a scorrere imperterrita nonostante il cemento sparso a profusione.
Siccome so per certo che qualcuno non sa nemmeno dove si trovi tale manufatto, dirò che per arrivarci dalla Marina basta superare il ‘Bivio’, quello che oggi qualcuno comincia a chiamare ‘rotonda’, dove fanno servizio i pullman di linea per intenderci, e imboccare la strada per Cirò (Superiore) e subito sulla sinistra, superato il mattatoio (o ex mattatoio, non lo so), c’è un cancello perfettamente sgangherato e spalancato (per fortuna): fatti pochi passi si può ammirare la Fontana, tra canneti, rovi, ‘tifuni’ e ‘ronzi’ (dipende dalla stagione); vi accoglieranno i guardiani del ‘tempio’ che nella fattispecie sono alcuni cani randagi, ma pericolosi non più di tanto, dal momento che sono perlopiù sciancati… quindi niente paura: la fontana è lì che vi aspetta. Di quello che dico allego documentazione fotografica: nella luce del mattino agostano i colori sono indimenticabili…
Per quanto riguarda la Torre Vecchia molto si potrebbe fare, dal momento che guardandola dal mare sembra in buono stato, ma girandoci intorno si vede bene come ormai si tratti di qualcosa che ricorda un grosso dente cariato, ‘nu zzippùnu’… E allora bisogna fare qualcosa subito, prima che il tempo e l’incuria abbiano il sopravvento definitivo.
muro diruto, forse segnava un confine tra due proprietà, non ne sono sicuro
il picchetto d'onore davanti alla fontana (sembrano due ma sono tre, tutti azzoppati)
Per la Fontana basterebbe già ripulire l’area che la circonda, è bellissima di per sé: è come quelle magnifiche, elegantissime signore inattaccabili dall’età, alle quali basta un nonnulla per continuare ad ammaliare chi le guarda… o meglio: chi le sa guardare e capire, ma questo è un altro discorso, quando c’è solo da dare e nulla da prendere, chissà perché, sulle orecchie e sugli occhi calano saracinesche pesanti come macigni… e vabbè.

giovedì 19 dicembre 2013

§ 021 191213 Teresa Gravina Canadè: I crustuli, da 'Una calabrese in cucina'.


  Quella che segue è la ricetta dei 'crustuli', i dolcetti natalizi molto diffusi a Cirò Marina e dintorni. Le note sono tratte dal volume 'Una calabrese in cucina' (Rubbettino editore) in cui la coriglianese Teresa Gravina Canadè esprime il proprio valore di linguista (vedere le note ai testi) e di esperta di cucina: è un libro 'serio' e godibile, a differenza di altra paccottiglia, a firma anche di docenti universitari che pensano che basti un titolo per poter parlare di tutto o quasi... non faccio nomi, non ne vale la pena, tutto sommato è quasi Natale...
   Aggiungo che, se la memoria non mi inganna, da bambino ho assaggiato i crustuli preparati secondo il 'rito' più antico riportato in chiusura della ricetta, e chiudo sottolineando che tra l'aspetto linguistico e quello gastronomico non saprei quale prediligere: la Gravina Canadè esprime con semplicità, quasi con stringatezza, tutta la sua conoscenza linguistica, rendendola non solo fruibile ad ogni tipo di lettore, ma addirittura godibile, con quel retrogusto - visto che siamo in tema di palato e palatali - di scoperta e riscoperta di parole e usi purtroppo spesso in via d'estinzione.
Quarta di copertina del libro: Migliorini, Contini, Devoto... musica!

 Da notare il modo in cui è scritta la vocale finale di 'crustule', cioè quella specie di 'e' capovolta, che secondo il mio modesto parere indica una 'schwa', cioè una 'e' pochissimo pronunciata, molto presente nei dialetti e nelle parlate dell'Italia Meridionale e di molte altre parti d'Europa. Nel dialetto di Cirò Marina, a differenza di quello dell'autrice, tale segno fonetico non servirebbe in quanto sappiamo bene che la finale è in 'u', 'crustulu', al singolare, e in 'i' al plurale, benché la pronuncia della vocale finale sia in entrambi i casi quasi impercettibile.
Melomakarona: crustuli greci: 'una faccia una razza' dicono i greci....



domenica 8 dicembre 2013

§ 020 081213 Descrizione ed Istorica Narrazione dell'Origine, e vicende Politico-Economiche di Cirò, di Gio:Francesco Pugliese.

Agli eventuali lettori: mi è parso di intendere che sussistono difficoltà nell'individuare il sito di 'google libri' (o 'books', è lo stesso), dal quale scaricare gratuitamente e del tutto legalmente (si tratta di opere per le quali i diritti d'autori sono scaduti) i relativi ebooks, che sono files in formato .pdf (portable document format). Quelli che seguono sono i links ai quali bisogna accedere; successivamente si cliccherà sul pulsante in alto a sinistra 'leggi ebook', oppure 'ebook gratis': fatto ciò si aprirà un menu a tendina dal quale bisognerà scegliere tra le varie opzioni... una delle quali è 'scarica pdf'. Ovviamente il libro può anche essere letto senza procedere al suo download.
http://books.google.it/books/about/Descrizione_ed_istorica_narrazione_dell.html?id=xnA5AAAAcAAJ&redir_esc=y
http://books.google.it/books/about/Descrizione_ed_istorica_narrazione_dell.html?id=3nA5AAAAcAAJ&redir_esc=y
Se poi, per qualsiasi motivo non ci riuscite.... tornate su questa pagina e cliccate da qui sui due collegamenti.
Magari più in là aggiungerò altri links che possono interessare.
Ciao.

lunedì 2 dicembre 2013

§ 019 021213 Lettera di Gio: Francesco Pugliese al figlio Emilio.



Ritenendo di fare cosa gradita, ecco le due paginette della lettera datata Cirò, li 9. Settembre 1826. di Gio: Francesco[1] Pugliese (1789-1855) al figlio Don Emilio[2] quindicenne (1811-1852), all’epoca residente in Napoli per motivi di studio, come si evince dalla missiva medesima. E' una lettera delicata ma risoluta, davvero 'paterna', posta in appendice al 'Compendio delle Attribuzioni de' Giudicati Regi', del quale occuperebbe le pagine n° 369-370 (manca la numerazione), appena prima dell'ultima pagina, quella degli 'errata corrige'.
Ancora una volta Gio: Francesco mi sorprende con la vastità della sua cultura e con il suo metodo 'maieutico', che già ho potuto apprezzare nel proemio alla 'Descrizione delle Origini ecc.', la sua opera più nota - o meno misconosciuta – sulle origini di Cirò (o ‘del Cirò’, come si diceva all’epoca).
Se qualcuno avrà la pazienza di leggere la lettera lo prego di non far caso a quelli che oggi risultano essere errori grammaticali o lessicali... siamo nel 1826 e all'epoca quasi nulla poteva darsi per scontato nel normare la lingua italiana, nemmeno gli errori.
Mi concedo di annotare alcuni punti che ritengo divergenti dalle attuali norme, segnatamente in fatto di ortografia, dalla lingua italiana.
L’Inglese filosofo al quale fa riferimento il Pugliese sarebbe Robert Dodsley (1704-1764), se non fosse che la paternità dell’opera ‘The economy of human life’ è al momento contesa tra questi e Philip Dormer Stanhope, quarto conte di Chesterfield (1694-1773); si tratta di un’opera filosofica e morale contenente soprattutto precetti che dovrebbero informare una retta esistenza. I temi trattati nelle sette parti dell’opera sono: i doveri che spettano all’uomo come individuo, le passioni, la donna, la consanguineità, la Provvidenza, ovvero le differenze accidentali degli uomini, i doveri sociali, la religione. L’opera è del 1750 e la prima traduzione italiana è datata 1759.

                                                                                                                                                       Da Cirò li[3] 9[4]. Settembre[5] 1826.
Figlio Benedetto[6] -- Ho inteso con piacere che la stampa della mia Operetta sulle attribuzioni de'[7] Regj[8] Giudici sia al termine[9] , e mi au­guro che mediante la vostra attenzione riesca senza errori per quanto più è possibile.
Io col mio lavoro ,  qualunque siesi , ho dato un saggio di quanto ho potuto riunire, e di quanto ho saputo pensare sulle materie  che vi  son contenute, e se non  coglierò dal   publico[10] un benigno compatimento ,  avrò   sempre il vantaggio di aver dato a voi uno sprone , onde impegnarvi a studiare, ed a far buon uso del tempo , impiegandolo a cose utili , ed alla coltura dello spirito. Attendo da voi quanto pri­ma una pruova[11] del vostro profitto :  voi  avete l'[12]opportunità sotto la guida de' degni  precettori , cui ho commesso la vostra educazione civile e letteraria, di formare il vostro cuore per la vir­tù ,  e la vostra mente per  le scienze.   Per   me vi  dico che continuo a scrivere sulla stessa opera aggiungendo osservazioni a qualche articolo, che forse merita migliore sviluppo , sempre au­torizzando i miei detti colla trascrizione delle relative supreme, o superiori   disposizioni,  ed avvenendo nuove modificazioni al sistema giu­diziario , ed alle leggi , ho in voto di rediggere[13] il supplimento , che indicasse i cangiamenti[14] , che forse sarebbero per introdursi. Così occu­po quel tempo che rubbo[15] alle cure domestiche ed all'educazione delle vostre sorelle. Nè[16] mi curo di chi possa malignamente detrarre alla mia stima , perchè[17] al dire dell'Inglese filosofo[18] autore dell'aureo libretto sull'economia della vita umana. » L'invidioso si nutre di malizia e di odio , ed il cuore suo non sta mai tranquillo. Si sforza di avvilire chicchesia che lo avanzi , interpetrando sempre male le operazioni che fa ; sta in agguato ; medita insidie. L'abborrimento[19] però de'mortali gli corre dietro da per tutto ; alla fine rimane acciaccato, come un ragno, nella sua medesima tela.
Vi stringo al cuore, e benedico per sempre.
Il vostro Padre affettuoso
Gio: Francesco Pugliese.


 Sig. D. Emilio Pugliese 
  Napoli




[1] La presenza dei due punti dopo ‘Gio’ indica che si tratta di Giovanni…, sarebbe ‘Gio puntato’, come ecc.
[2] ‘Il 9 marzo 1848 (Emilio) Pugliese, figlio dello storico Giovan Francesco, rivolgeva un appello elettorale agli abitanti del distretto di Crotone perché scegliessero un degno rappresentante da mandare al Parlamento napoletano. La borghesia cirotana, però, contraria alla divisibilità dei demani e per nulla incline a soddisfare le esigenze della popolazione, non partecipò alle vicende napoletane del 15 maggio 1848.’ (Massimiliano Pezzi, in ‘Cirò-Cirò Marina’, a cura di Fulvio Mazza, Rubbettino, 1997).
[3] Senza accento nel testo, correttamente.
[4] Ai numerali delle date segue il punto.
[5] Secondo l’uso ottocentesco - ma non solo – il nome del mese reca l’iniziale maiuscola.
[6] Sottolineo questa dolce forma allocutiva, con annessa lettera iniziale maiuscola.
[7] Forma apocopata ricorrente con apostrofo.
[8] Al plurale era previsto per le parole in -io l’uso della -j.
[9] Nella stampa si nota uno spazio che precede la virgola e un altro spazio che separa quest’ultima dalla parola successiva.
[10]  Con una sola ‘b’ nel testo, forse reminiscenza latina.
[11] Prova, nel lessico di quel tempo.
[12] Anche tra l’apostrofo della forma contratta dell’articolo determinativo e la parola seguente si nota uno spazio.
[13]  Tutto sommato, sempre meglio ‘rediggere’ con due -g che ‘redarre’….
[14] Forma ricorrente all’epoca.
[15] Con due -b nel testo.
[16] Nei testi coevi ricorre l’accento grave, forse per motivi di stampa.
[17] Come alla nota 15, accento grave in luogo dell’acuto.
[18] Vedi nella nota introduttiva.
[19] Come alla nota 15.