sommario dei post

giovedì 30 giugno 2022

§ 355 300622 Cronica dell'antichissima, e nobilissima città di Crotone e della Magna Grecia, di Gio:Battista di Nola Molisi, parte prima.

Prima puntata.

Pubblico qui una delle tante mie 'rielaborazioni grafiche', che, a dire il vero, neanche capisco a cosa possano servire. La lettura è un po' ostica, o 'irta' in numerosi passaggi, ma insomma... questo era.

CatàvurAmurùsu.

INvocATIONE Al Glorioso Santo Padre vescovo,

et Martire S. DIONIGI AREopAGITA

 

Sommo protettore,& Defensore della Città di Crotone, e mio Avocato Colendissimo.

 

L'AUTORE.

 

  Così come, ò Dionigi Santo, facesti degna questa Città di confirmarla nella Santa Fede,qual'haveva ricevuto da San Pietro Apostolo quando anco fù in Taranto[1], e da S. Paolo[2] per Fortuna prima di giunger in Atene, essendo voi capitato in quella nel viaggio per Roma,così ammonito da S.Giovanni Evangelista, a per ritrovarvi nel martirio di S. Pietro[3], e Paolo vostro Maestro, e le facestivo quel dono divino del vero ritratto di Maria sempre Vergine, qual ancor'hoggidì intatto miracolosamente in questo Vescovado si mantiene, e conserva; e perciò dopo il vostro Martirio questa Città con tanta riverenza vi acclamò per suo Sommo Protettore, e la Nobiltà particolarmente lasciò la vana impresa d'Ercole, e la vostra tanto devotamente prese, dedicando poi il suo nobil Seggio al vostro santo nome. Così io patrioto di quella humilmente propitio ve invoco, e priego à prestarmi aiuto in questa descrittione della Cronica, gionto con S. Gio. Battista, S. Domenico, ch'in questa Comarca volse con il suo vero ritratto recatole dalla Madre di Dio rinovar al Mondo la sua gloriosa memoria, S. Tomaso d'Aquino[4] nostro compatrioto, S. Francesco di Paola, e S. Antonio di Padua anco nostri Protettori, à quali tutti unitamente priego che impetriate à me, & à questa Città la difesa, & la gratia dell'Onnipotente Dio, con l'intercessione della Santissima sua Madre Vergine Maria nostra Antichissima, & per sempre Protettrice, & à voi Santo Padre Areopagita reverentemente m'inchino.

ALL’ILLVSTRISSMO,

ET ECCELLENTISS. SIGNORE

DON INDICO

VELEZ

DE GVEVARA, E TASSIS,

Conte de Ognate, e di Villamediana, Signor della Casa de Gue-

vara, Orbea, e delle Ville de Guevara, Salinelle,e della

Villa di Campo Regio, Zalduendo, e Valverde,Com-

mendatore de Abanilla,Corriero Maggiore Ge-

nerale di S. Maesta Catolica, e nel

presente Regno Vicerè, Luogo-

tenente, e Capitan

Generale.

 

   Conforme il Sole (Eccellentissimo Principe) con sempiterna legge di natura nel suo corso non solo à gl'altri lumi celesti dà splendore, & ornamento; ma tutte le cose mortali temperando, e come illustrissimo rettore dell'universo, ogni luogo oscuro illuminando, fà tal volta in un’humile, e basso recesso nascer fiori di tanta vagezza, che non isdegnarà un’animo sincero di tesserne Corona, e ne’ solenni sacrificij al grande Iddio consecrarla, così V.E. à guisa di un lucidissimo Sole, havendo sgombrato l'oscurità, nella quale questo Regno si ritrovava, non solo have apportato dignità à Prencipi, & à Signori, che dalla sua chiarezza lume riceveno,mà illuminando ancora i privati huomini, e negl'animi loro fioritissimi concetti delle sue felicità generando, sono i potenti raggi di questa sua luce gionti sin'alla baſſezza, & oscurità dell'animo mio, e da quello ogni timore sgombrando, vi hanno un desiderio così grande, e così nobile destato; che sſcordatomi della mia poca esperienza, quasi alla sprovista, ardisco di comparire alla sua presenza;e di semplici parole sì, mà purissimi, et verissimi racconti tessere una ghirlanda, ch'è la Cronica dell'Antichissima, e Nobilissima Città di Crotone al suo Rè sempre fedelissima, da vari, & antichi Auttori raccolta, e con infinita reverenza à V.E.offerirla, e dedicarla. E mentre può l'Eccellenza sua le cose humili, e basse inalzare e le tenebrose, & oscure illustrare, gradisca questa mia fatica qualunque ella si sia, con quell'affetto grandissimo, ch'io glie l'offerisco, perchè sicome di questa Città dalle tante distruttioni havute le sue antiche grandezze, e gli suoi antichi Eroi in armi, & in lettere erano posti in oblio: così dalla mia bassa penna poste in luce avanti il splendidissimo Sole, ch'è V.E. saranno restaurati nella memoria degl'huomini virtuosi con maggior dignità: e da suoi luminosissimi raggi eternamente gloriosi tramandate le sue glorie sepolte, e quasi incenerite dal tempo e i secoli avenire, & alla futura posterità immortalmente famose. Uscite intrepidamente alla luce fortunatissimi miei componimenti sottol'ombra di un tanto Sole. Non temerete sottogl'influssi d'un pianeta sì glorioso i fieri morsi de Zoili, nè potrà, mercè dell'illustrissimi suoi splendori,offuscarvi l'invidia. Siale, gloriosissimo Principe, fauorevole sempre il Cielo, accompagni tanta sua suprema virtù una prospera, & eterna Fortuna, acciò che sì come il Magno Alessandro acquistò gran parte de la Terra per se, così V.E. con gloriosi progressi acquisti nuovi Regni à S. Maesta Catolica Nostro Rè, dio guardi: & io abbagliato dal grandissimo Splendore d'un tanto Sole, quanto è V.E. resto facendole a capo chino humilissime reverenze, augurandole da Dio il compimento d'infiniti felicissimi suoi avvenimenti per servitio dell'istesso iddio, di S. Maesta, & de’ suoi fedelissimi Vassalli, fra quali io professo uno, che con tanto desiderio l'anelamo; et à V.E. bascio le mani.

 

DI VOSTRA ECCELLENZA

                                                                                                     Humilissimo servitore

Gio. Battista di Nola Molisi

A CHI LEGGE

 

  Molti scrissero della Regione anticamente detta Magna Grecia, come'l Marafioti nella Cronica di Calabria, il Barreo nella Descrittione di quella, Frà Leandro Alberti nella Descrittione d'Italia, & altri, li quali con l'autorità dei più celebri Scrittori, non solamente hanno rivelato al Mondo cose sepolte nelle rovine dell'antichità; mà ancora con essi distinguendo i luochi, i tempi, i riti, e i costumi l'hanno fabricato stabile fondamento alle loro varie opinioni.

  Volendo Io al presente descrivere l'historia della Real Città di Cotrone mia patria[5], una delle quattro più famose, ch'un tempo essa Regione contenea; Antichissima per la fondazione[6]; Grande per l'ampiezza delle salde muraglie [che] la circondavano[7]; Fertile per la benignità degl'elementi, che sempre abondantemente l'hanno fecondato di quanto all'human vivere è necessario; Nobilissima per gli huomini[8] illustri [che] vi fiorirono, e nell'armi, e nelle lettere, onde meritò haver per Maestro il Principe de’ Filosofi Pitagora, dalla cui bocca Numa Pompilio[9] apprese le leggi date à i Romani; Republica ben governata[10] da mille Senatori; Potente per le ricchezze; bellicosa, mentre difesa da popolo innumerabile spreggiò le sanguigne spade di Bellona, e di Marte, riportando honorate[11] vittorie di eserciti intieri, e per terra, et per mare.

  Volendo, dico,descrivere l'historia di questa gran Città,e conoscendo le mie forze deboli a tanto peso, anzi avviluppato dalle diversità d'opinioni tenute da gravissimi Authori, che di quella hanno scritto, più volte mi son diffidato à posserla proseguire, e dar la perfettione à simil opra necessaria, temendo non m'accadesse il favoloso infortunio del figliuol di Dedalo, che per volar troppo alto con l'altrui piume, sostenne miserabil caduta: Nulla di meno animato dal detto del Sulmonese[12]:

Ut desinint vires, tamen laudanda voluntas. (NdA: la citazione corretta è ut desint vires, tamen est laudanda voluntas, se mancano le forze, tuttavia è lodevole la buona volontà, Ovidio, Ex Ponto, libro III, 79).

   Hò fatto giudicio doversi dal cortese lettore aggradire la volontà, con la quale gli si dona; come s'appagò Artaserse dell'acqua, recatali da Simete nel vaso delle sue mani. Ricevila, come un mazzo di fiori raccolto nel giardino d'Ingegni di tanti Savij, che d'essa han pieno le carte, l'assecuro bensì che se le api dalli più vaghi, et odorosi fiori gustati vie più dolce fanno’l lor miele; non altrimente Io per dare al tuo ingegno cibo più saporoso, dalla diversità d'opinioni, e sentenze, registrate da dotte, e delicatissime penne d'antichi, e moderni historici, ne ho scelto le più vere, e fondate, adducendo per sempre l’istesse parole di coloro, che favoriscono il mio parere; acciò si veda, che quanto scrivo non è causato da troppo affetto si suole portar alla patria, ò d'altro humano interesse, mà solamente per investigatione della verità e per haverlo prima trovato detto da altri. Potrà però il lettore darli quel credito, che l'autore allegato si merita.

   Le parole, le quali intessono questa mia historia non hanno altro abellimento, se non la pura semplicità; conforme da Francesco Patritio nelli suoi Dialoghi dell'historia hò compreso, e d'altra veste vengon freggiate, che di quella s'usa comnunemente nell'Italia. Leggila pur volentieri, e se non troverai lingua limata, o terza, sarà nondimeno tale che basterà a significare, et imprimer virtù, mentre lo in ogni conto osservando Pittagora, fuggirò le vie popolari, e caminerò per il calle angusto de savij.

   Averti però, che le parole Dei, Deità, Fato, Destino, Fortuna, et altre risperse di gentilità, s'intendono secondo l'uso del secolo, non secondo l'intentione della fede. Tù che professi la Christiana legge à quella a punto indrizzerai li documenti Pittagorici spettanti alla Virtù Ch’Io parimente voglio morire in grembo della Santa Chiesa Cattholica.

Vivi sano.


IMPRIMATVR

Gregorius Peccerillus Vic. Gen.

Frater Ioseph de Rubeis Ord. Min. Conv. S.TD.

Eminentiss. & Reverendiss. D. Card. Philomarini Theol. & Consultor S. Offici.

Registr. fo 47.

Illustrissime, & Excellentis. Domine.

Legi iussu supremi Senatus in Regno, quae libro primo collegit de Crotoniatarum origine, antiquitate, ac gestis D. Io. Baptista à Nola Molisius, in Urbe illa, Patricius, cùmque eruditionem habeant, & lucem non modicam pertinentibus ad antiquum Regni statum proscriptis de Magna Graecia, puto futurum e republica, si ea imprimantur sub auspicijs Excellentiae tuae, cui bona cuncta debemus. hoc meum votum, ex edibus.

Nostris Neapoli Kal. Iulij 1649.

EXCELLENTIAE TUAE

Deditissimus Servulus

Io. Iacobus Anichinus.

 

Visa retroscritta relatione IMPRIMATUR

Zufia Reg. Casanate Reg. Caracciolus Reg. Capytius

Latro Reg. Garcia Reg.

Provisum per suam Excell. Neap. Die 30. Iulij 1649.

Lombardus.

 

Del Sign. Geronimo Provenzale Cavaliere dell'Ordine di S. Giacomo, figlio dell'illustriss. Sig. Duca di S. Agapito il Sig. Gioseppe Provenzale, &. Illustriss. Sign. Duchessa la Signora Anna di Bacio Terracina.

 

Di Cotrone tu sei

Figlio, e Padre in valore:

Figlio, c'havesti origine da lei;

Padre, che lei produci à nuovo honore.

Pugni in tanto col Tempo, e'n modi accorti

Vinci, e sovra l'oblio corona ottieni,

Mentre oscure memorie à noi sereni,

Ben corone riporti;

Poich'è proprio in tenzone,

A’ Crotonesi il riportar corone.

 

Del Signor Gennaro Grossi.

ANAGRAMMA PURO.

Giovan Battista di Nola Molisi

Si, tu solito dai tomba à gli Anni.

 

SI, TU SOLITO DAI

TOMBA A’ GLI ANNI, ed estolli

Di Croton l'antichissima Cittade,

Nè più paventa guai,

Nè più vacilla, ò cade;

Ch'à lei colonna è la tua penna homai,

Onde prova l'oblio gli ultimi crolli,

E quindi è ben ragione,

Ch'à te MOLISI, MOLI erga Crotone.

 

Del Sig.Gio. Francesco Pizzuti di Crotone.

AL MOLTO ILLUSTRE SIGNORE, Et Patrone Colendissimo,

IL SIGNORE Gio. Battista di Nola Molise Gentil'huomo di Crotone.

 

SONETTO.

Sol potrebbono offrire honor ben degno

L'Arte di Fidia, ò del Marino i carmi

Effigiata in bronzi, incisi in marmi

Sir Nola à tè per lo ſublime ingegno.

 

Sai da l'oscuro oblio, con gran disegno

Sottrarre illustri Heroi, per lettre, ed armi

Tanto è'l tuo stile, e sovra humano parmi,

Ch'altro stile à lodarlo io stimo indegno.

 

Al Gran Crotone il sito ameno, ò quanto

Con Milon, con Pitagora, e col vago

Simolacro di Zeusi, han dato il vanto.

 

E nel'honor di tal Città m'appago

In pensar, che Dionigi il dotto Santo

Le donò de la Vergine l'Imago.

 

Questa Imagine fù dipinta da S. Luca Evangelista, conforme l'Autore nel secondo Libro promette con buone auttorità provare.

 

In Eruditissimum D. Io. Baptistam de Nola Molisium Patricium Crotonienfem de Crotone luculentè scribentem, Io. Antonij Cappellæ Neapolitani, Apollini, vel quà Vati,vel quà Medico contubernalis.

 

DISTICHON.

Cui vitam abstulerat Tiryntibius ille Crotoni,

Attulit aternam Gallicus bis calamo.

 

Admodum Illustris Domini D. Andreae de Bacio Terracinae Abbatis Dive Mariae Rotundae propè edile Nidi, Domino Ioanni Baptiste de Nola Molisi Patricio Crotoniatae eius consanguineo.

 

TETRASTICHON.

Urbs antiqua Croton laudem sibi vendicat omnem

Palladis, & Martiis, sic monumenta ferunt.

Huius nunc urbis, Lector, quae facta feruntur

Vera fatens Auctor concinit ore pio.

 

Illustris Domini Constantij Sersalis Sedilis Nidi Equitis Domino loanni Baptistae de Nola Molisi eius consanguineo.

 

DISTICHON.

Tota Nola Domus fulget Molisia Mundo,

Pace beans, studijs inclyta, Marte potens.

ALIUD.

Nola Domus splendet Molisia tempore in omni,

Omnia lege armans, omnibus arma beans.

 

Clerici Nicolai Francisci Tirioli Crotoniatae

Ad per lllustrem Dominum Ioannem,

Baptistam de Nola Moliſi Patricium

Crotoniatam Cronicam Crotonis scribentem.

 

DISTICHON.

Quod calamo Famae scribis, quae facta notasti,

Tereor aeternos vivere posse dies.

 

Sopra la Cappella della famiglia di Nola Molisi, sita nella nona nave del Vescovado della Città di Crotone, eretta nel muro dalla parte sinistra in mezzo le due Cappelle l'una della Famiglia Piloso, & l'altra Sillano, quale Cappella è tutta di pietra marmorea bianca lavorata con colonne sopra Leoni, con suo cornicione, Altare, e quatro della Madre di Dio del Carmine con l'arme di questa Famiglia, come si vedono nell'ultimo Capitolo di questo primo libro poste tra l'altre Famiglie, per alfabeto, de’ Gentil'huomini di detta città, vi è questo scritto.

Sacellum cum sepulchro Magnificorum nobilium virorum ex antiqua familia de Nola Molisi nuncupata ab utriusque Iuris Doctoribus loanne Vincentio, Ioanne Dominico, Hieronymo, Joanne Andrea e Ottavio de Nola Molisi fratribus patricijs Crotoniatis unanimiter e veteri in novum Episcopium translatum. Anno M.D.LXX.

 

Nel cornicione sopra l'Altare vi è quest'altro scritto.

Deiparae Mariae Virg. De Monte Carmelo à Nola Molisiorum Familia Ius patronatum erexit, & ut quotidie celebraretur, altari Dotem Constituit.

Et nel frontispicio dell'Altare di detta Cappella vi è questo Epitaffio.

D.O. M.

Ossa Matris

Dianae de Bacio Terracinae ex patre Iacobo Neapolitano praeclara familia, qui Iustintierij olim magnum officium pro se ipso honorifice gessit, et e matre Ioanna Brancaccia Sedilis Nidi Nobilissima Muliere orte, in tumulo huius Sacelli eorum maiorum Hieronymus, & Ioannes Baptista de Nola Molisi, quondam Ioannis Dominici patris Crotoniatae Patricij filij unanimes moestissimi posuere. Mense Novembris. Anno MDCXIII.

Illustris D. Aloysius Brancaccius Sedilis Nidi Eques, Canonicus Neapolitanus in Tumulo V.I.D.Hieronymi de Nola Molisi Patricij Crotoniatae Neapoli orti ex Matre Neapolitana sui conſanguinei, mortuique; Neapoli, Anno M.DC.XXXI.

 

Praemia si meritis donant condigna Superni,

Hic meruit superum, post sua fata, locum,

Dum vixit virtute micans, bonus, atque modestus,

Secretus, Magnus consiliator erat.

Publica semper amans Molisius iste vocatus

De Nola dictus, quem tegit iste lapis.

 

Ad illustriss. & Reverendiss. Antonium Sebastianum Minturnum Crotoniatarum Antistitem de laudibus Crotonis. Ianus Pilusius Crotoniata Salutem.

 

Sedes digna Deis Croton, salubri

Coeli temperie, & feracitate

Bonorum, caeterisque, liberique;

Cunctis urbibus,oppidiſque, cunctis

Praecellens,mihiter,quaterque; salve.

Olim tempora cùm Miloniana

Non haec pessima monstra procreabant

Magnae Gloria Graeciae fuisti,

Nec te pulchrior urbs, ameniorque

Videbatur in orbe, Sol nitebat

Tibi splendidius, Favoniusque,

Flabat mollius, & suaviores

Tellus culta suis bonis colonis

Agrorum dabat, arborumque foetus.

Claros ingenio viros Minerva,

In Certamine gymnicae palestrae,

Et pugnis madidis cruore Mavors

Victorem populum usque suggerebant.

unde Pythagoras decus sophorum

Te semper coluit, tuosque cives

Artes edocuit, bonosque mores.

Nunc virtute tui boni, & fidelis

Minturni Patris artium bonarum

Cunctarum pelagi modestiarum;

Certè es, qualis eras. Dij, Deaeque,

Illi dent bona cuncta, mi misello

Inclementia, quem rotat tot annos

Fati per genus omnium malorum,

Mori; & vivere patriae in beato

Sinu, plus oculis, meaque vita

Illam semper amavi, & usque amabo

Licet mittar ad ultimos Britannos,

Atque ultra Oceanum, viamque Solis

Extra, quò penetrare nulla possit

Fama, quae mihi nominet Crotonem.

 

CATALOGO DEGLI AUTORI,

Dalli quali si è cavata la Cronica di Crotone, di questo Primo Libro.

Aetio; Ateneo; Agostino Santo; Alessandro Polistore; Ambrogio Calepino; Ambrogio Santo; Annio; Antioco Siracusano; Anfia; Antonio Marrafa Teologo Padre Domenicano; Antonio de Ponte Grammatico; Apollodoro; Appiano Alessandrino; Ariosto; Aristofane; Aristeo Filosofo Crotonese; Aristippo; Aristobolo; Aristarco; Aristofane; Aristocle; Aristotile; Aristotine; Atalarico; Ateneo; Asclepiade; Aulo Gellio; Aurispa; Baronio Cardinale; Barreo; Bartolomeo Marliano; Basilio Santo; Battista Mantuano Padre Carmelitano, che scrisse la vita di S.Dionigi Areopagita; Beato Gioachino; Beroaldo; Beroso; Biblia Sacra; Botero; Boccaccio; Borico; Budeo; Camillo Lucifero; Cassiodoro; Cassio Hemina; Catone; Celio historico Greco; Celio Rodegino; Chrisostomo Savelio Teologo Padre Domenicano; Christofaro suarez de Figueroa; Cicerone; Codice de Signori Leggisti;  Clemente Alessandrino; Colennuccio Compendio; Conte di Scandiano; C.Piso; Cornelio Tacito; Costantino Lascari; Costanzo historico; Cronica di Regio; Curtio; David Romeo; Dicearco; Diodoro Sicolo; Diogene Laertio; Dionisio Afro de situ Orbis; Dionisio Alicarnasio; Dioscoride; Eforo sopra Strabone; Eliano; Epicarmo; Ermippo; Ermolao Barbaro; Eraclide; Erodoto; Euripide; Eusebio Cesariense Santo; Eustasio; Facio de gli Uberti; Fabio Pittore; Falari Tiranno; Favorino; Ferecide; Fermino; Filiasio; Filostrato; Gellio; Geneſi; Gio. Antonio Flaminio d'Imola; Gio. Antonio Campano; Gioachino Beato; Gio. Battista Carello; Giovanni Lucido; Gio. Battista Pio; Giouanni Boemo li costumi de Legenti; Giovanni Giovene historia Tarentina; Gio. Boccaccio; Gio. Tarcagnota; Gio.Tzetza; Gio. Nicolò Doglioni; Gioseppe Hebreo; Giovio; Giostino; Girolamo Bardi; Girolamo Santo; Giulio Cesare Recupito Padre Geſuito; Giulio Ferretti Conte Palatino; Guido Pancirolo; Gulione; Hierocle Alessandrino Milesio il Giovene; Homero; Horatio; Iamblico; Iano Pelusio Crotoniata; Ionecchio; Isacio sopra Licofrone; Laertio; Lelio  Gregorio Giraldo; Leocastro; Leonico varia historia; Licofrone nella Cassandra; Livio historico; Lodovico Ariosto; Lodovico Dolce; Luca Santo; Lucano; Luciano; Lucidario Poetico; Marafioti Cronica di Calabria; Marco Varrone; Marino Freccia de subfeudis; Marco Antonio; Marsilio Ficino; Metastene Persiano; Mesue; Michele Zappollo; Niceta Siracusano; Nicolò Leonico; Nicolò Copernico; Nicolò Coporaico; Nicolò Scutellio; Numenio; Oliviero Arziganese; Ovidio; Padre Maestro Antonio Marrafa Domenicano; Pandolfo Collennuccio; Pantino; Parrasio cosentino; Paolo Emilio Santoro Arcivescovo di cosenza; Paolino Arnolfini; Pausania; Petronio Arbitro; Pietro Razzano; Pitagora; Plinio; Plotino; Plutarco; Polibio; Polino; Polito; Pomponio Mela; Pontano; Prisciano; Procopio; Prospero Parisi; Proto; Quinto Curtio; Rafaele Volaterrano; Razzano; Rocco; Rufo Volaterrano sabellico; Salustio; Santo Agostino; Santo Basilio; Santo Girolamo; Santo Tomaso d'Aquino; Santo Eusebio Cesariense; Sempronio; Senofonte; Sesto Pompeo; Settanta Interpreti; Sillio; Silvio Italico; Sistro; Solino; Sommonte; Stefano; Stefano Bizzantio; Stefano dell'Acaia; Stefano Negro; Strobeo; Strabone; Svetonio Tranquillo; Suida; Talarico; Tarcagnota; Teocrito; Teodorito Vescovo Ciriteense; Tiopompo; Timeo; Timone Filiasio; Tra quello de nobilitate Tito Livio; Tolomeo; Tomaso Santo d'Aquino; Trogo Pompeo; Tucidide; Valerio Max.; Varrone; Vibio Sequestre; Virgilio; Ulcino; Volaterrano; Zappolla histor.

 

TAVOLA DELLE COSE PIU’ NOTABILI

Che si contengono in questo primo Libro.

A

Acqua di Christo dove sia, 59; Allegra core hoggi detto Crepacore, e perche, 60; Alessandro manda gran doni alla Republica di Crotone, e molto regala al Capitano, & suoi soldati ch'essa Republica haveva mandati à soccorerlo, 151; Alessio fiume, hoggi detto Amendolia, 23; Amicitia strettissima tra Crotonesi, e Romani, 182; Annibale Cartaginese, e memoria di tutte le sue guerre, 69; Annibale in che anni del mondo venisse in Europa, & in quali se ne partisse, 69; Antinesto primo Rè Coronato d'Italia, 171; Aristofilide Crotonese, come fù Re di Taranto, 165; Armata de’ Romani di continuo alla difesa di Crotone, 180; Armerì Vallone, e perche così detto, 60; Aulonia edificata da Crotonesi, 103; Ausonia in che parte hebbe principio, 6; Ausonij Occisori di Filottete, e come, 7.

B

Bagio come si usi hoggi dalle donne in Italia, 61; Battaglia tra Crotonesi, e Sibariti, 123; Briglianello Feudo, perche così detto, sua descrittione, e sue delitie, 59; Brutij di Costumi diuersi da Crotonesi, 187; Brutij, e loro origine, 206; Brutij, e loro guerra contro Crotone, 185; Brutij hoggi detto Burzano, e perche, 23; Brutij sopra Crotone per prenderla, e loro intentione, 49.

C

Calabria abondante più d'ogni altra parte del mondo di tutte le cose necessarie al vitto, & anco di tutte quelle, che si trovano per tutto l'universo, 93; Calabria perche così detta, e quale Provincia fosse detta prima Calabria, e quale fosse l'antica, 13; Calabria quale sia stata, 13; Camillo Lucifero Scrittore, d'alcune cose notabili di Crotone, 54; Capo d'Otranto detto la prima Calabria, e perche, 13; Capo delle Colonne e sua descrittione, 64 e 65; sue delitie, 65; detto con altri nomi, 65; Cappellina luogo dentro la Città di Crotone, e perche così detta, 52; Capoccini, chi fù il primo loro Institutore in quale anno, et di che patria, 15; cartaginesi, e sua vittoria contro Romani vicino Crotone, 189. Catanzaro, sua nobiltà, suo sito; ove sono telari di seta di tutte le sorti, 82, 83; Caudino Monte, come detto hoggi, e di chi sia, 52; Chi fosse il primo Re d'Italia, 171; Chi portò gli habitatori in quel luogo della Magna Grecia che fù Crot., 3; Chi sia stato Inventore del vino, 3; Christo in che anni del Mondo nacque, 43; Città antiche distrutte di questa Provincia quali, 172; Cicali nel fiume Alesso hoggi detto Amendolia, che proprietà habbiano da una riva all'altra, 23; Cicerone perche grandemente si dolse non essere stato al tempo di Pittagora 137 e 138; Città in Italia da chi fossero prima edificate, 5; Cleta edificata da’ Crotonesi, 103; e quali fossero, 104; Colonie de Romani in questa Provincia quante, e quali fossero, 181; Colonie, e loro Cittadini quali prerogative godessero, 131; Colonie de’ Romani di questa Provincia quali, e quante, 172; Colonna d'oro massiccio dedicata alla Dea Giunone Lacinia di che denari fosse fatta 68; disegno di Annibale per rubbarla 69, apparitione della Dea à quello, & di sue mimaccie, ibid.; Corone doi di oro fatte da Formione valorosissimo Capitano Crotonese, perche, e sua inscrittione, 53; cosenza preſa da cartaginesi, & in che anni, 184; Crotone assediata solo da Brutij la seconda volta, 185; Crotone assediata da Pirro con innumerabile esercito, 176; resistenza incredibile de' suoi Cittadini, 176; alfine è presa da Pirro saccheggiata, e quasi destrutta, 177; Crotone, che significhi, 24; come questo nome hebbe principio; 25, dove situa, 24; & altre cose degne da leggersi, 25; Crotone combattuta da’ Romani, 179; difesa gagliardamente da’ suoi Cittadini, e loro vittoria. Ibid.; Crotone da quante Nationi fosse edificata, di quante miglia fosse il suo circuito, 8; Crotone difesa di continuo da un'armata de Romani, 180; Crotone di gran stima, batteva monete, teneva eserciti in campagna, e grosse armate per mare, 194; Crotone, e suo Territorio dotato di temperie di buon'aere, di abondanti, e fertilità, 91; Crotone,e suo Territorio quanto sia stato grande, 77; Crotone, e sue lodi, 193; Crotone fatta Città da Ercole, & in che tempo, 90 e 93; Crotone habitata da Salentini, e perche così detti, 7; Crotone huono della Samotracia 25, e che sia Samotracia, 26, dove gli toccò la prima habitatione, sua moglie detta Laureta, Città nominata così dalla sua moglie detta Lauresa, in che tempo, 27; Crotone in che stima fosse al tempo, che regnaua, 195; Crotone in che anno hebbe nome di Città, e cosi fosse chiamata, e quanti anni habbia questo, 43; Crotone in che anno fosse fatta Colonia de Romani, 181; Crotone in che anno cominciò ad habitarsi, 8; Crotone ornata di Tempij superbissimi, e ricchissimi, & altre curiosità, e quali Tempij fossero, 50. fino al 53.; Crotone più antica di Roma, e di quanto tempo, 99; sua Republica, monete, che usavano, e potentia de' suoi Cittadini, ibid.; suo Senato governato da 300 Senatori, & anco da mille, 100; Sue monete, che impronto havessero, ibid.; libri d'Aristotele parlavano di essa, ibid.; quali furono persi, ibid.; Inscrittioni antiche locate in essa, 102, 103; Crotone presa con inganno da Dionisio Tiranno, e quella saccheggiata, 175; Crotone presa da Brutij. 187; Crotone presa da cartaginesi, & in che anni, 184; Crotone presa da Annibale Cartaginese, e come, 183; Crotone presa da Pirro Rè degli Epiroti, 176; Crotone privilegiata da Rè d'Aragona, e sua serie, 195; Crotone quando fù fatta Città, chi regnava nel Mondo, 44; in che tempo fosse edificata, 45; quanto era grande, & il suo Castello, e suo Porto, 46, 47; Crotone quanto fosse stata grande avanti la destruttione, 46., 175.; quanto dopò di essa destruttione, 177; Crotonesi amicissimi de’ Romani, 182; Crotonesi contro Cleta, hoggi Pietra mala, 112, 113; suo esito, 113; Crotonesi contro Sibariti, 114.; potentissima causa di questa guerra, 115; Crotonesi coronati come vittoriosi, e perche, 97; Crotonesi detti anco Laureti, 66, 113; Crotonesi edificatori di Aulonia, 103; Crotonesi, e loro guerra contro la Città di Siro, e suo esito, 105; Svaligiati da’ Sibariti, 106; Crotonesi, e loro guerra contro Rigitani, e contro di Locresi, 107; Crotonesi, e danni loro ricevuti per la profanatione del Tempio, 106; Crotonesi, e loro guerra contro la Città di Tensa, hoggi detta Malvito, ò Melvito, 111, 112; secondo altri quale sia, 112; Crotonesi edificatori di Cleta, 103; molto potentim 104; Crotonesi liberati da cartaginesi per via de' Romani, 188; Crotonesi veneratori degli Dei, 54; Crotonesi nobili diversi dal Popolo, 186; Crotonesi Nobili in che stima tenevano Ercole, 198; Crotonesi Nobili risoluti più tosto morire, che darsi in mano à Brutij, 187; Crotonesi Nobili si salvano nel Castello, 187; Crotonesi Nobili si ritirano à Locri, 188; Crotonesi perditori, 108; loro vendetta contro Locresi, 109; dati all'otio, 110; dal quale vengono levati da Pittagora, e tornano nella virtù pristina loro, 110; Crotonesi, sue ricchezze, e sue lodi, 72, 94; Huomini illustri di quella, 94; Crotonesi, suo esercito, e Capitano, quanti anni mantenuto, 104; Crotonesi si difendono valorosamente da Dionisio Tiranno, con molto suo danno, 175.

D

Democide Crotonese Medico eccellentissimo fatto Schiavo di Dario, Rè di Persia, e sua historia, 161, 162, 163; Descrittione della prima Enotria, e suoi confini, 3; Dialo giuoco usato ne' giuochi Olimpici quale fosse, e come si esercitava, 154; Di che pregio fosse la nobiltà di Crotone sua antichità e stima, 141; Dio, e Santi devono essere riveriti, e non gli huomini, e perche, 118; S. Dionisio Areopagita in Crotone, e suo Protettore, 196; Il seggio delli Nobili detto del suo nome ibid.; Dionisio Tiranno Rè di Sicilia assedia Crotone, 175; difesa valorosamente da suoi Cittadini, 175; alla fine con inganno, e frode la prende, e saccheggia, Ibid.; Discendenti di Noè, che habitarono in Italia, 5, 38, 39; Documenti di Pittagora lasciati nella sua morte a Policrata sua figlia, 147; Dono di Enea fatto alla Dea Giunone Lacinia con il suo nome, 68.

E

Edificator di Genova chi fosse stato, 6; Edificatione di Roma, e da chi prese il nome, 178; Effigie di S. Dionigi Areopagita sigillo della Nobiltà, 202; Egone Crotoniata, e sue qualità, e ſue prodezze, 96; Egregorio Capitano de’ Sibariti preso da’ Crotonesi, condotto alla morte, e sue parole avanti morire, 53; Monte Egregorio detto di questo nome, come sia detto hoggi e chi lo possieda, 53; Enotrij da chi furono detti, 3; Ercole chi fù, 35; in che anni del Mondo venisse in Italia la prima volta, 40; sua partita per Spagna, 41; Ercole occide Crotone, & in che maniera, 28; Ercole in che veneratione tenuto da’ Nobili Crotonesi, 198; Esaro fiume, e sua descrittione, 56; perche così detto, e suo Porto nauigabile, 57; Anticamente unito con Tacina, 58; esercito Crotonese, e suo ordine, 122; Principio della Battaglia, 123; esercito Crotonese di quanto numero fosse, 119; esercito de' Sibariti à che numero ascendesse, 119; Esperia perche così detta, 9.

F

Failo Crotonese chi fosse, agiuto dato da esso ad Alessandro, e suoi fatti egregij, 49; Failo, altro di questo nome, mandato da’ Crotonesi in agiuto di Atene, e suo valore, 49; Faro di Messina, e sua descrittione, 15; Filosofi. & huomini illustri antichi in qualsivoglia scienza di ciascheduna Città di questa Provincia, 168 ſino al 172; Filottete da chi fosse ammazzato, 7; Fisco monte quale sia stato, - 55; Fonte d'acqua buona quale sia, & in che luogo, 56; Formione Capitano Generale de’ Crotonesi, e suoi progressi contro Tempsa, 154; Formione ferito, e meravigliosamente sanato, e dove, 110; Formione valorosissimo Capitano Crotonese fà fare doi corone d'oro, perche, e suo motto, 53; Fossa del Lupo dove sia, e perche così detta, 65.

G

Giacomo, o Giaimo d'Aragona, perche tenesse la sua armata nel Porto di Crotone, 50; Grati, ſiume, sua descrittione, e che Città havesse vicino, 24; Gran Duca di Toscana Signor della Città di Policastro, 87; Guerra bandita da’ Sibariti, accettata subito da’ Nobili Crotonesi, e suo esito, 118; Guerra fatta da Dionisio contro la Città di Crotone, e suo esito, 175; sue astutie, frodi per prenderla, 175; Guerra fatta da’ Brutij contro Crotone, 185; Guerra fatta da Pirro contro Crotonesi, e suoi successi, 176; Guerra fatta da’ Crotonesi contro la Città di Siro, in che tempo, e suo esito, 105; Guerra tra Crotonesi e locresi, 107; Guerra tra Crotonesi, e la Città di Temsa, hoggi detta Melvito, ò Malvito, 111, 112; altri quale dicano che sia, 112.

H

Huomini Illustri di questa Provincia quali hanno esercitato in Roma il Consolato, & di altri Officij, 172, 173.

I

In che anni del Mondo fù il Diluvio uniuersale, 2; Inscrittione sententiosa posta da Pittagora sopra la porta della sua scuola, 133; Ionio Mare perche così detto, 24; Isola Città, suo Vescovado, suoi privilegi, e suoi Baroni, quali anticamente siano stati, 89, 90; Italia, sue Provincie, e Città, con mutatione di nomi diversi da gli antichi, I7; Italia tutta differente trà Nobili, e Popolo, 186; Italo chi fosse, e di che parte Rè, e che imparò a gli Enotrij, 9.

L

Lacinio Corcireo chi fosse, - 27; Lamposa valle, e sua descrittione, 58; Latimno monte quale fosse anticamente, e quale si pretende, che sia hoggi,  55; Laureti quali popoli siano e come altramente detti, 113; Leonia Città distruta, e come hoggi venga detta, 60; Leonimo ferito, e con maraviglia sanato, come, e dove, 110; Locresi, e loro tema de' Crotonesi, e perche, 104; Locreſi vittoriosi, 108; e poi perditori, 109.

M

Magna Grecia, perche poi detta Calabria, 18; Lodi dell'istessa, 19; Si assomiglia ad un'altra India, & è di ogni cosa abbondante, 21; Confini di quella, 22; Fù anco detta tutta Italia, 24; Magna Grecia perche così detta, 10; Manna dove si coglia, 78; Come si generi, 91; Melinno stagno, e come detto hoggi, e in che modo sia, 55; Milone Capitan Generale de’ Crotonesi, 119; suoi progressi, stratagemme, & andamenti, 119, 120; Mette in ordine il suo esercito, 120; Ragionamento di lui a’ suoi soldati, 121; sua forza, & altre virtù, 152; Moglie di Pittagora qual scienza possedesse, 146; suoi figli, e suoi discepoli Crotoniati, 147; Monsignor Antonio Lucifero Vescovo di Crotone delle colonne della scuola di Pittagora ne fabricò il nuouo Vescovado, 126; Monte Latimno quale si giudichi che sia, 55; Morte di Pittagora, e suoi discepoli, quale sia stata, e da chi procurata, e la causa di quella, 146; Morte di Pirro come seguisse,e dove, 177; Morte mai temuta da’ soldati valorosi, 118.

N

Natiuità di Christo in che anni del Mondo sia stata, 43; Neeto fiume, sua descrittione, pesci, che si trovano in esso, e trà gli altri storioni eccellenti, delli quali ne fù presentato uno al Signor Giovanni Andrea Nola Molise dal Duca di Nocera, 61; Nicolò Doglioni,e sue osservanze intorno agli anni del Mondo, 37; Nobili Crotonesi in che stima tenessero Ercole, 198; Nobili Crotonesi contro Brutij ritirati nel Castello, 187; Nobili di Crotone dopo il Batteſimo che sigillo usino,e quale sia, 198; Nobiltà di Crotone che sigillo usasse anticamente, 198; Nobiltà di Crotone in che anni fosse, 192, 193; Noè che nomi havesse;

Noè in che anni del Mondo venisse in Italia, 2; Primo Rè d'Italia, 171; Noè la seconda volta in Italia, 6; Noè quante persone vidde della sua descendenza, 6; Numa Pompilio come ricevesse le leggi da Pittagora, e come le communicasse a’ Romani, 142.

O

Olimpiade, sua origine, e che significhi, 98; Origine degli Enotrij, e quanti fossero, 3; D. Oratio Sersale Duca di Belcastro, e suo stato quale sia, 87; Ornamento vero delle donne qual deve essere 32.

P

Palazzo che luogo sia, e perche così detto, 59; S. Paolo in Reggio, e cme, 4; Pascolo perfettissimo dove stavano gli animali dedicati alla Dea Giunone Lacinia, 65; Petelia, hoggi strongoli, 80; Inscrittioni in marmo antiche, che si conservano in quella, ibid. Fù preſa da Annibale, e sua historia, 81; S. Pietro Apostolo in Galatina, 4; Pirro, e sua guerra contro Crotone, 176; sua morte come fosse, 177; Pittagora chi fosse, sua vita, versi aurei, documenti, moglie e figliuoli, 129. e segu. dove nacque, e dove sia stata detta Terra, 130; Pittagora legislatore, quale diede le leggi a Numa Pompilio Rè de’ Romani, quali leggi furono communicate ad essi Romani, 142; Pittagora inventore della muſica, & in che maniera, 133; Inscrittione sententiosa sopra la porta della sua scuola, 133; Pittagora giudicato huomo divino, e perche, 132; scrisse molte opere, 132, 133; Pittagora da chi imparasse le leggi, e dove, suo silentio, e dottrina, 143; varie sentenze, e saggi detti di esso, 144; Varie opinioni di diversi scrittori sopra della sua vita, 144, & seg.; Pittagora sollevatore de’ Crotonesi dall'otio alla virtù, 110; Policastro, suo sito, e descrittione, e come si chiami altramente, ove ſi ritrova una spina della Corona del N. S. Giesu Christo, 86; Policrata figlia di Pittagora quali documenti riceuesse nella morte di esso, 147; Popolo Crotonese diverso dalla Nobiltà, 186; Prasinace fontana dove sia, e perche cosi detta, 62; & altro suo nome, ibid. Presa di Crotone fatta da Brutij, 187; Presa fatta da Annibale Cartaginese di Crotone, 183; Priamo quanto regnasse, 60; sue sorelle, e loro nomi proprii, 61; Profanar le Chiese causa di molti mali, 106.

Q

Quali fossero gli Enotrij, e loro origine, 3; Quinto Fulvio violatore del tempio, della Dea Giunone Lacinia, & in che anni del Mondo fosse, 75.

R

Recipe di Pittagora per lo stomaco, 140; Reggio da chi fosse stato edificato, 4; Regnanti del mondo, quando fù fatta Città Crotone chi fossero, 44; Republiche antiche di questa Provincia quali siano state, 172; Riformatori dell'anno chi siano stati, & in che tempo, 79; Rigitani in aiuto de’ Locresi contro Crotone, 107; Roberto Guiscardo primo Ducha di Calabria, e chi fosse, 172; Roma da chi fosse edificata, in che anni del mondo, e con che stratagemma, & astutia entrarono in Crotone i Romani, 177; Roma in che anni del Mondo fosse edificata, 45; Roma quanti anni sono sino al giorno d'hoggi, che sia edificata, 179; Romani come entrarono in Crotone, e con che patti, 180; Romani contro la Città di Crotone, 179; Difesa de’ suoi Cittadini valorosi, e loro vittoria, 179; Romani tornano contro Crotonesi, e con che patti entrino in quella Città, 180; Romani vinti da’ cartaginesi vicino Crotone, 189; Romani vinceno cartaginesi presso Crotone, 189.

S

Sacrifici che cosa operino, 106; Saraceni pretendeno prender Crotone, e suoi diſegni, 49; Saturnia chi fosse detta, 9; Sc- uola di Pittagora in che tempo fosse, 126; quelli, che la ressero dopo di lui, 126; suoi Uditori quali fossero, & in che tempo l'udivano, 127; Varie opinioni sopra il tempo, che fiorì detta scuola, 127, 128; Seleto Crotonese legislatore famosissimo, quali leggi trà le altre desse, e con qual pena; chi fosse il primo à incorrere in detta pena, e quello che ne siegue, 166; Senato Crotonese sempre con l'assistenza di Pittagora, 116; detto specchio di tutto ll Mondo, 119; suo prudentissimo ordine, ibid.; Senato di Crotone da quanti Senatori era governato, 190,& 193; Senatore di che facoltà, & età dovea essere, I93; Settanta Interpreti chi, e quali furono, 43; S. Seuerina Metropoli, & Arcivescovato, & di altre sue dignità, 38, 89; Sibari Città popolosa, 115; Capo di quattro Nationi, e venticinque Città, ibid.; destrutta da’ Crotonesi, 124; Sibariti,e loro ricchezze, 115; loro superbia, e lascivia, ibid.; Bandiscono la guerra contro Crotonesi, e quello, che ne siegue, 118; loro fuga, 124; Sibariti svaligiatori de' Crotonesi, 106; Sigillo antico della Nobiltà di Crotone nelle scritture publiche quale fosse, - 198; Sigillo de’ Nobili Crotonesi dopo il Battesimo quale sia, 198; stretto di terra più angusto in Italia quale sia, 93; storione donato dal Duca di Nocera al Sign. Gio. Andrea di Nola Molise zio dell'Auttore, in che ſiume si pigli, 61.

T

Tacina fiume anticamente unito con Esaro, 53; Talete, Egregorio, & altri Capitani de’ Sibariti, 122; loro andamenti, 122. 123; Tempio della Dea Giunone Lacinia dove fosse, e sua descrittione, 67; Tempio della Dea Giunone violato da chi, & in quali anni del Mondo sia stato, 75; Tempio della Dea Proserpina in Locri, e quello che siegue, 104; Tempij da chi fossero prima introdotti in Italia, 5; Terranova di Calabria Ultra, anticamente Terina, Colonia de' Crotonesi, 103; S. Thomaso d'Aquino, e sua historia, 84; sua nascita ove sia stata, 85; Timasiteo Rè di Lipari Crotonese, e suo nobil'atto verso i Romani, 182; Timasiteo nobile Crotonese famosissimo lottatore, come si fece Signore di Lipari, 153; Altri famosissimi lottatori Crotonesi, & eccellenti in altri giuochi in arme, & in diverse scienze, 153, 154, e seg.; Tito Imper. In Reg, e perche, 5; Troia quando fosse edificata, e in che anni del Mondo, 45.

V

Vallone salso, e da che prenda il nome, 60; versi di oro di Pittagora quali fossero, 135,136, & segu.; Veste di Alcistone sibarita di che valuta fosse, 70; Vino da chi fosse prodotto, e come osservato per legge inviolabile da’ Romani, 30; Vittoria de’ cartaginesi contro Romani appresso Crotone, 189; Vittoria de' Romani contro cartaginesi, 189; Ultimo de’ Crotonesi devesi stimare il primo, anzi il maggior di tutta la Grecia, 121; una brevissima e curiosa lettione di Nobiltà,chi fù l'Inventor di quella, e perche, come si acquista, come si perde, e che la povertà non toglie nobiltà, 205, 206.

Z

Zalmosci discepolo di Pittagora, & historia curiosa, 167.

CRONICA DELLA CITTA' DI CROTONE

Raccolta PER GIO. BATTISTA DA NOLA MOLISI PATRITIO CROTONIATA

LIBRO PRIMO

Nello quale delle cose più antiche si tratta cavate da gravi, & veridici Autori.

 

Descrittione di quella parte d'Italia, che si chiamò un tempo Magna Grecia, cioè la Gran Grecia, come si chiamò prima, e come si chiama hoggi, di chi fù il primo dopò il diluvio uniuersale, che venne ad habitarvi.

CAPITOLO I: 1

  Volendo descrivere l'edificatione della Città detta Crotone, & sua historia, è necessario descrivere primieramente in che parte del Mondo sia edificata; Perciò dico,che si trova situata nella più nobil parte d'Italia detta un tempo Magna Grecia, la quale più anticamente di molti altri nomi venne chiamata, & è quella parte, detta hoggi Calabria, che sta esposta à Levante nel Mare lonio.

   Mi è parso tirar l'historia dal principio dell'habitatione di quella, dopò il Diluvio universale; per il che, sequendo Gio.Nicolò Doglioni nella prima Parte del primo Volume del suo universale Teatro de' Prencipi, & dell'historie del Mondo, e Girolamo Bardi nelle sue età del Mondo, & altri con l'auttorità di Gioseppe Hebreo Authore antico, & della Sacra Genesi tradotta nell'idioma latino da San Girolamo Capitolo quinto, sesto, settimo, & ottavo, dico, che il diluvio uniuersale successe negl'anni della creatione di Adamo mille seicento cinquanta sei; quando Noè co' suoi figliuoli, & le loro mogli nell'Arca con il maschio, & con la femina d'ogni genere d'animali, per volere, & ordine di Dio si salvarono; mancate al fine l'acque, uscì dall'Arca Noè con tutti quelli che, salvati vi erano, facendo subito sacrificio al Signore Dio dell'animali nati nell'Arca, rendendoli gratie dello tanto ricevuto beneficio; & poscia che per lo spatio di anni cento, & otto, conforme disse Filone Hebreo,molto presto crebbe la sua generatione appresso l'Armenia Maggiore, dove riposò l'Arca, parse tempo hormai à Noè di destribuire la sua progenie per il Mondo, facendo di quello trè parti; perche trè figli all'hora haveva, Sem, Cham, & Giafet, assignando l'Asia à Sem, l'Africa à Cham, & l'Europa à Giafet; con tutto ciò si compiacque Noè, seguendo la lettura dell'istessi Doglioni, & Bardi nelle loro predette opere,, & la descrittione d'Italia di Frà Leandro Alberti, & altri, parlando di Roma, di venire lui proprio con molta sua progenie in Italia nell'anni del Mondo 1765. cento, & nove anni dopò il diluuio, varcando il mare, & riposandoſi appresso un fiume, col suo nome Gianicolo fè chiamarlo (perchè Giano anco Noè fù detto), qual fiume hoggi si dice il Tevere, che passa per mezzo Roma.

   Noè dunque, detto anco Noa, secondo Beroso, overo Ogige, secondo Metastene Persiano, & Diodoro Sicolo, Senofonte, & Fabio Pittore, ò Giano, come hò detto, & Oenotrio, come vuol Catone, & etiandio Beroso, fu il primo frà gli antichi Scrittori nominato Rè d'Italia, & in detto anno Noè sottodetto nome di Oenotrio, come racconta Catone, prima di giungere nel Tevere, venne in questa fronte d'Italia, così detta da Plinio, che primieramente fu dal suo nome detta Oenotria, mentre in quei tempi Noè, per la parola enos, che in lingua greca vuol dire vino, fù detto Oenotrio, perche Noè fù il primo inventore del vino, & questa Oenotria poscia con il tempo fù detta Magna Grecia.

   Ben è vero, che si ritrova esserne stati trè Oenotrij, il primo fù questo Noè, come disse Catone & Beroso, l'altro fù figliuolo di Licaone, conforme disse Dionisio Halicarnasio, & l'istesso Beroso, il terzo fù Rè de' Sabini, come dice Varrone.

  Laonde da questi trè Oenotrij trassero il nome trè Oenotrie, cioè l'antica italia ch'ebbe principio questa fronte, che poi fù detta Magna Grecia, da Noè, come sta detta l'altra da Oenotrio Greco di Arcadia, fù detta la Puglia, & la terza quella Provincia detta de’ Sabini, come ne scrisse à pieno Frà Leandro Alberti nella sua descrittione d'italia.

   Antioco dice che questa regione, detta Oenotria da Noè, comincia il suo sito dal fiume Lao termine della Lucania, hoggi Basilicata lungo il mare Tirreno per li Brutij ſin’al mare, seu Golfo di Messina detto il Faro, & quindi voltando à Levante ſino al tenimento di Metaponto appresso Taranto, comprendendo trè lati del Mare Hipponiato, detto il golfo di Santa Eufemia, il Faro, & quel di Squillace, tutta questa parte fosse dimandata Oenotria antica derivata da Noè, come sta detto, il quale dopò il diluvio universale primieramente approdò, & habitò in questa contrada, quale hoggi si dice Calabria (già che questi istessi sono li confini di essa), nella quale è compresa la Magna Grecia.

  Dionisio Halicarnasio nel Primo Libro, & Ferecide de Originibus Atheniensium, Strabone, & altri così scrissero, che questa regione chiamata Italia anticamente fù habitata dagl'Oenotrij.

  Fù necessario, che Noè, venendo d'Armenia, ch'è nella regione di Levante, approdasse primieramente in questa fronte d'Italia, come quella ch'è la più prossima, & primo terreno, che si piglia venendo da Levante.

   Il simile successe ad Aschenaz suo Pronepote, che facendo l'istesso camino, in Regio primieramente sbarcò, edificando quella Città, che per molto tempo fù chiamata dal suo nome, che poi fù detta Regio, come dice San Girolamo nelle sue Questioni hebraiche, Aschenaz Greci Reginos vocant & c.

   Così successe à S. Pietro Apostolo quando venne in Roma, che primieramente gionse à Taranto nel luogo detto S. Pietro in Galatina, come Giovanni Giovene nella sua Cronica, & altri affermano.

   S. Paolo Apostolo anco quando fù portato in Roma, in Regio prima pose il piede, conforme si legge nell'atti degl'Apostoli in S. Luca nel Capitolo 28. Ut autem iudicatum est navigare cum in Italiam, & tradi Paulum cum reliquis custodijs Centurioni nomine Iulio secundis Augusta, & post menses autem tres navigauimus in navi Alexandrina, &c.& cum venissemus, Syracusas, mansimus ibi triduo, inde circumlegentes, devenimus Rhegium, & post unum diem, siante Austro, secunda die venimus Puteolon, & sic venimus Romam.

   S. Dionigi Areopagita venendo da Atene à Roma, quivi gionse primiero il Padre Battista Mantuano Carmelitano, che descrive la sua vita, così disse:

Iam ratis Auloni radens freta proxima cursum

Venit ad Hydruntem, Borea spirante, Tarentum

Labitur, apparetgue Croton, etc.

  Et l'imperatore Tito, tornando vittorioso da Gierusalem à Roma, in Regio sicuro prima giunse con la sua felice armata.

   Svetonio Tranquillo nella vita d'esso Imperatore così disse Quare festinans in Italiam, cum Rhegium dehunc Puteolos oneraria navi appalisset, Roman inde contendit expeditissimus.

   Si potriano apportare mille viaggi simili, mà per esser chiarissimo, non si tedia più il lettore.

   Noè dunque questa prima volta dimorò in Italia anni trentatrè, & da principio habitò non solo in questa regione detta poi Magna Grecia, mà particolarmente in questo luogo, che poi fù detto Crotone, come siegue, ma è necessario prima dire così.

   Gomero detto anco Gallo, primogenito di Giafet, & padre di Aschenaz (che habitò in Regio) nell'anni 1798. venne ad habitare in Italia, per la partenza di Noè, overo Oenotrio, ò Giano, come lo chiamarono suo Avo, & visse anni cinquanta otto, & questo      Gomero insegnò à gl'italiani, secondo l'usanza di Scitia, il modo di edificare le Città, così afferma Girolamo Bardi nel detto suo libro dell'Età del Mondo.

   Ocho Veio, dopò Gomero nell'anni 1856. ſù Rè d'Italia, & visse anni cinquanta, & introdusse il modo di far li Tempij in Italia.

   Cham, detto anco Camese, figliuolo di Noè, che l'era toccata l'Africa in sua portione, venne in Italia, 1906. occupandosi quel Dominio, esercitandolo tirannicamente, & vi regnò anni diecenoue, & per questo effetto nell'anno 1925. Noè, inteso questo, le venne contro con una gran moltitudine di persone, & lo sforzò ad andarsene via, & perciò Noè, ò Giano, come lo chiamorno, regnò in Italia questa seconda volta per anni ottantadui.

   Ne fia maraviglia se Noè campò tanto, perche Filone Hebreo afferma haver visto Noè centomila persone de' suoi descendenti frà maschi, & femine mentre visse.

   Per accrescere la generatione humana, sua Divina Maesta così dispose.

   Vogliono, che Genova sia stata così nominata da Noè detto Giano, che l'edificò come riferisce Fra’ Leandro nella sua Descrittione d'Italia, parlando della Liguria.

   Crano Razeno, da Noè suo Padre, che nacque dopò il diluvio, fù lasciato nel dominio d'Italia, che da Gianigeni vi viene nominato Vertunno, & incominciò à regnare nell'anni del Mondo 2007. & visse anni cinquanta quattro.

   Amno, overo Atunno, dopò Giano, fù nell'Italia, & visse anni quarantatrè, che poi nell'anno 2066. concesse ad Ausone quella parte d'Italia dove gionto da principio Noè detto anco Oenotrio, si chiamò Oenotria, & ivi presso gl'Oenotri, vi edificaro gli Ausoni le loro habitationi, & da essi tutta italia fù poi detta Ausonia, & in detto luoco Ausone vi edificò un Tempio consacrandolo à i nomi di Crano, & di Giano, Plinio disse, che la riviera Orientale di Calabria fu detta Ausonia, & Licofrone nell'Alessandra disse, che vicino Crotone, Filottete fù ammazzato dall'Ausoni,che habitavano in quella contrada: Eustasio, & Suida dicono che il mare, che bagna la spiagia Orientale di Calabria, detta Ausonia, hoggi si dice anco Sicilia, & parlando de’ Locri, dicono, che quella parte, nella quale scorre il fiume detto Alece, fù anticamente posseduta dall'Ausoni, quale fiume è in questa riuiera Orientale compresa nella Magna Grecia.

   Virgilio nel 3. dell'Eneide ammaestrando Eleno Enea insegnandole il camino, che dovea fare prima di giungere nel Latio partendosi dall'Epiro, così disse:

Ante & Trinacria lentandus remus in unda,

Et salis Ausonij lustrandum navibus aequor,

Infernique lacus aeaeque Insula Circae,

Quam tuta possis Urbem componere terra.

   Salentini furo quelli che habitorno appresso questi Oenotrij, & Ausoni più vicini al fiume Neeto, perche così detto fiume all'hora si chiamava Salentino per le montagne di sale per dove detto fiume passa. Ovidio nel decimo quinto così disse: Praeterit & Sibarim, Salentinumque  Neaethum.

    Overo come lungamete racconta Varrone nel Terzo delle cose humane, che la gente Salentina così fù detta, per il giuramento, che fecero quelle trè nationi unite insieme sopra le navi, ch'erano dentro l'acqua del mare salita, di vivere in una legge in pace sottoil dominio de ldomeneo Rè di Creta, che in questo paese l'haveva portato ad habitare, così anco riferito da Virgilio nel terzo dell'Eneide in questi versi:

Has autem terras Italique hanc litoris oram

Proxima, quae nostri perfunditur aequoris aestu

Effuge, cunta malis habitantur moenia Grais,

Hic & Naricij posuerunt moenia Locri,

Et Sallentinos obsedit milite campos

Lyctius Idomeneus, hic illa Ducis Moelibei,

Parva Philoctetae subnixa Petelia muro & c.

   Li Iapigij andorno anco ad habitare appresso le sudette nationi, così detti da lapige, che fù Rè di questo paese, così l'afferma il Lucidario Poetico, il quale Iapige fù figliuolo di Dedalo, & d'una donna di Creta, che fù Capitano de’ Creteſi, & passò in questi luoghi ad habitare, così afferma Appiano Alessandrino nel primo libro delle guerre civili; Plinio, Solino, & altri, & Strabone nel sesto dice, che lapigia fù detta quella parte ch'è situata trà il Promotorio Lacinio, & Squillace, Dionisio Alicarnasio nel primo libro anch'egli la nomina questa regione, quando scrive, che smontassero à terra alquanti compagni di Enea alle fortezze di Iapigia, detti prima Salentini.

   Da quanto si è detto si raccoglie che Noè detto da’ Greci Oenotrio, quando venne la prima volta in Italia, non solo principiò l'habitatione in questo fronte d'Italia detta poi Magna Grecia; mà diede principio all'habitatione di questo luogo particolare, che dopò molti anni fù da Ercole ordinato, che si chiamasse Crotone, & in questa maniera ancora cominciorno le loro habitationi in questo medesimo luogo li Ausoni, li Salentini, & li lapigi, & questo anco con l'auttorità seguente.

   Eforo nel sesto di Strabone, & Ovidio nel decimo quinto così dissero, che queste quattro nationi Oenotrij, Ausoni, Salentini, & Iapigi, venuti l'uni dopò l'altri in questo luogo, che fù poi detto Crotone, i quali allettati dalla felicità dell'aria, fecero le loro habitationi tanto fra essi vicine, che per non essere dopò alcuni anni danneggiati da Cacco famoso ladrone di quella contrada, fecerovun muro à torno di dodeci miglia, come afferma Tito Livio nel decimo quarto libro delle sue historie con queste parole Urbs Croto murum in circuitu patentem duodecim millia passuum habuit & c.

  Dunque Crotone hebbe il suo principio dell'habitatione da Noè detto Oenotrio da Greci la prima volta che venne in Italia, che fù nell'anno 1765.

   Saturnia fù detta ancora questa regione, che significa paese di riposo, e di ricchezze, per le molte cose pretiose, quali questa parte d'Italia senza fatica humana da se stessa produce.

  Hesperia fù detta da Hespero Rè d'Italia, che regnò nell'anni del Mondo 2325. secondo il computo degl'anni di Girolamo Bardi nelle sue età del Mondo, overo perche i Greci osservarono, che tutta Italia sta soggetta alla stella Occidentale da essi Greci chiamata Hespero, perciò Hesperia anco Italia chiamarono.

  Italia fù anco detta da Italo Rè di Sicilia, come riferisce Girolamo Bardi nella sua seconda età del Mondo, & altri, il quale regnò nell'anni 2336.

Est locus Hesperiam Grai cognomine dicunt.

Terra antiqua potens armis, atque ubere glebae,

Oenotrij coluere viri: nunc fama minores

Italiam dixisse, Ducis de nomine gentem.

   Aristotile Politica lib. settimo dice, che Italo fù padrone dell'Oenotria, & Italo imparò à questi Oenotrij l'agricoltura, & regnò in questa contrada, & dopò che fù detta ltalia questa regione, che poi fù detta Magna Grecia da’ Greci, passò questo nome d'Italia, ſino alle radice dell'Alpi, come si dice hoggi, così afferma Strabone libro quinto, Antioco Siracusano, & altri.



[1]              L’histor. Tarantina.

[2]              Come recita il P. maestro Frà Gio. Battista Cermelitano di Mantua nella vita di S. Dionigi.

[3]              Così afferma il B. Hierotheo compagno di S. Dionigi.

[4]              S. Tomaso nel primo della Meteor. d’Aristotile recitato in questo lib. fo. 85.

[5]              Polib. Lib. 10.

[6]              Tito Livio Lib. 14.

[7]              Erodot. Lib. 9.

[8]              Constant. Lascari, & altri.

[9]              Epicarmo, & altri.

[10]             Valer. Max. lib. 9 cap. 16.

[11]             Thomas Var. hist. Lib. 2. c. 97 Laert. In vita Formio.

[12]             Ovid. Ad Rufin.