Proprio interessante, questo 'Giornale Arcadico', animato da una sana voglia di conoscenza e divulgazione scientifica, artistica, letteraria, come è più o meno compendiato nella testata... Sarei tentato di scommettere (e con chi, poi?) che il mio amato G.F. Pugliese ne fosse un assiduo lettore nonché abbonato.
In questo tomo II° del 1819 troviamo un articolo dell'abate Calandrelli che affronta il tema della Riforma Gregoriana ('Liliana' direi, per amor di patria), e, forse in misura anche maggiore, la vicenda della Specula Vaticana.
Nel pezzo l'autore muove alcune eccezioni alla primogenitura della scoperta liliana, ma, a mio modestissimo parere, tali 'eccezioni' possono rientrare nell'ambito di un onesto scavo cognitivo: in fondo, dal superamento dei dubbi e delle incertezze il genio del medico e astronomo psicroneo non può che uscirne rafforzato. Ed inoltre, il fatto che Luigi Giglio abbia trovato la soluzione al problema del ricalcolo del tempo (per dirla in maniera forse semplicistica) non vuol dire che debba cancellare dalla storia l'impegno, più o meno fortunato, di altri studiosi... non è e non deve essere questo lo spirito della ricerca, trattandosi di una disposizione intellettuale che dovrebbe essere sempre super partes... almeno credo.
Con questo scritto del Calandrelli vorrei aggiungere un altro punto di vista sull'opera di Luigi Giglio, sulla cui vita rimangono sempre e comunque dei punti oscuri, sconosciuti, concentrati soprattutto nella sua improvvisa 'sparizione', almeno dai dati documentari. Sarebbe una vera scoperta riuscire a sapere dove e quando morì. Ovviamente la storia, anche quella dei singoli, si sostanzia di fatti, di date, di opere più o meno considerevoli. Di Luigi Giglio, dopo un certo periodo - più che dopo una certa data, forse - non si sa più nulla, e questo può essere molto intrigante per gli studiosi della sua vita. Troviamo, in Venezia, dopo la sparizione di Lilio, due fratelli, Alvise e Domenico Giglio (o Lilio, latinamente, o Zio, alla veneziana, volendo), e per un attimo sono stato tentato dalla possibilità di scoprire un collegamento tra queste due coppie di fratelli... ma è stata solo la fola, la fantasticheria, di un attimo: non vi è collegamento alcuno, tra le due coppie di fratelli, la cirotana e la veneziana, ma ogni tanto bisogna concedersi anche qualche distrazione 'gialla' o 'noir'... Antonio e Luigi che diventano Domenico e Alvise, onesti, quasi oscuri, stampatori in esilio in laguna... ma dài....
Tornando alle fonti e ai fatti, a pagina 405 del 'Giornale Arcadico' si accenna ad un'opera del gesuita geografo di Sua Maestà Imperiale Leonardo Ximenes, dal 'Del vecchio e nuovo gnomone fiorentino e delle osservazioni astronomiche fisiche ed architettoniche fatte per verificarne la costruzione', il cui rimando ho inserito al termine dell'articolo del Calandrelli. Forse, introducendo il volume dello Ximenes, si comincia a capire il secolare interesse 'toscano' per l'astronomia e anche per Lilio.
Con questo scritto del Calandrelli vorrei aggiungere un altro punto di vista sull'opera di Luigi Giglio, sulla cui vita rimangono sempre e comunque dei punti oscuri, sconosciuti, concentrati soprattutto nella sua improvvisa 'sparizione', almeno dai dati documentari. Sarebbe una vera scoperta riuscire a sapere dove e quando morì. Ovviamente la storia, anche quella dei singoli, si sostanzia di fatti, di date, di opere più o meno considerevoli. Di Luigi Giglio, dopo un certo periodo - più che dopo una certa data, forse - non si sa più nulla, e questo può essere molto intrigante per gli studiosi della sua vita. Troviamo, in Venezia, dopo la sparizione di Lilio, due fratelli, Alvise e Domenico Giglio (o Lilio, latinamente, o Zio, alla veneziana, volendo), e per un attimo sono stato tentato dalla possibilità di scoprire un collegamento tra queste due coppie di fratelli... ma è stata solo la fola, la fantasticheria, di un attimo: non vi è collegamento alcuno, tra le due coppie di fratelli, la cirotana e la veneziana, ma ogni tanto bisogna concedersi anche qualche distrazione 'gialla' o 'noir'... Antonio e Luigi che diventano Domenico e Alvise, onesti, quasi oscuri, stampatori in esilio in laguna... ma dài....
Tornando alle fonti e ai fatti, a pagina 405 del 'Giornale Arcadico' si accenna ad un'opera del gesuita geografo di Sua Maestà Imperiale Leonardo Ximenes, dal 'Del vecchio e nuovo gnomone fiorentino e delle osservazioni astronomiche fisiche ed architettoniche fatte per verificarne la costruzione', il cui rimando ho inserito al termine dell'articolo del Calandrelli. Forse, introducendo il volume dello Ximenes, si comincia a capire il secolare interesse 'toscano' per l'astronomia e anche per Lilio.
Caro Cataldo,
RispondiEliminala tua ricerca puntuale,attenta,dotta sta alimentando lodevolmente il mio interesse verso un mondo,quello "liliano",al quale,in verità,sono stato introdotto dall'ottimo lavoro esegetico dell'amico Francesco Vizza,divenuto,meritevolmente, per molti di noi una sorta di gran "sacerdote" del sacro fuoco liliano. Ad entrambi esprimo gratitudine e verso entrambi mi dichiaro debitore.La lettura dei "materiali" da te postati mi conferma nell'idea che - come afferma Giano Nicio Eritreo (già ricordato)- "Quamobrem tantum hominis ingenium...dignum est ut nunquam ex hominum memoria labatur et cadat,sed in omnium sermone ac celebritate versetur." (Per la qual cosa è giusto che l'ingegno così grande di un uomo,mai cada e scompaia dalla memoria umana,ma sempre sia ricordato nei discorsi di tutti).Affaccio ,perciò,timidamente, una proposta : perché non pubblicare,a cura di Amoruso-Vizza,questi materiali opportunamente ampliati e introdotti?
Caro Ciccio,
RispondiEliminami sopravvaluti, e non lo dico per falsa modestia: le mie sono solo ricerche di tipo scolastico, come ho avuto modo di dire e di dirti personalmente. Certo, non sarebbe male che qualche ingegno più alto e vivace del mio si risolvesse ad organizzare i materiali liliani... potresti farlo tu, ad esempio, insieme a Francesco, e magari ad altri che non ho il piacere di conoscere. Dovrei studiare a tempo pieno, ed essere in condizioni di dire qualcosa di veramente mio, personale, sempre rifuggendo dalle scoperte e dagli scoop, chiaramente... purtroppo le mie attuali 'condizioni' non mi consentono un impegno di tale portata... Comunque grazie del pensiero, generoso come sempre nei miei confronti.