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venerdì 23 maggio 2014

§ 085 230514 Luigi Lilio nella 'Biblioteca dell'Eloquenza Italiana'.


Quelle che seguono sono le pagine 428-430 del tomo II della 'Biblioteca dell'eloquenza italiana', edizione Parma 1804, del prelato e bibliofilo friulano Giusto Fontanini (1666-1736). Lo scopo scientifico, rilevantissimo, di tale 'Biblioteca' è così spiegato: Dove ordinatamente sono disposte le opere stampate in nostra lingua volgare sopra le discipline e le materie principali. Un impegno enorme, questa opera del Fontanini, alla quale, successivamente, porrà mano, per correggerla, il poeta Apostolo Zeno (1669-1750). Siamo di fronte, insomma, ad uno dei primi tentativi di realizzazione di una bibliografia razionale e organica delle lettere italiane.
Il 'Capo IX', che qui si propone alla lettura, elenca i libri relativi all'argomento del 'Calendario', mentre, ad esempio, il 'capo' successivo, il decimo, raccoglie testi di architettura e così via.
Le note sono state da me modificate, mentre quelli che oggi sono errori di ortografia, ma che all'epoca della stampa non lo erano, sono stati lasciati in pace al loro posto. 
Cosa sottolineare a proposito delle opere riguardanti la riforma del calendario? Credo, in primis, il loro numero molto esiguo (quattro...), e, a seguire, la bella definizione di Riordinazione Liliana, che nelle note si può ritrovare. Credo che significhi non poco, quell'aggettivo 'Liliana', per una volta - non l'unica - anteposto a 'Gregoriana'...                                                            
                                                  CAPO IX.
                     Il Calendario e Computo ecclesiastico (a).
1. Discorso di Giovanni Zanti sopra la riforma dell'anno fatta da Gregorio XIII.  
In Roma per Antonio Blado, 1582, in 4°.
2. La Chiave del Calendario Gregoriano del R.M. Ugolino Martelli Vescovo di Glandeva.
In Lione, 1583 in 8°, senza stampatore (b) (c).
3. Trattato del Computo ecclesiastico del P. Guido di Sovvignì, sacerdote dell'Oratorio di Francia.
In Roma per Lodovico Grignani 1641, in 8°.
4. Il Computo ecclesiastico riformato, facile, e perpetuo ordinato e disposto ne' nodi delle dita da Vincenzio Cappellini Finarese.
In Modena per Bartolomeo Soliani, 1647, in 8°.

(a) Pochi italiani hanno scritto in lor lingua sopra la riforma gregoriana del calendario: molti nella latina. Monsignor Fontanini se ne spiccia in questo capo col registro di soli quattro, che son poca cosa, e non danno gran lume alla piena conoscenza di questa grand'opera, tanto utile, anzi tanto necessaria alla chiesa. Pier Vettori (Prose fior. parte IV vol. IV nella prefaz. p. IV e p. 9) avendo in un suo libro mentovato con giusto encomio il sommo pontefice Gregorio XIII per aver corretto il calendario comparandolo a Eudosso Cnidio ed a Giulio Cesare, se ne compiacque tanto il pontefice, che in ricompensa onorò il Vettori con un amplissimo breve dato in Roma li VI Novembre 1584. Il padre Giampietro Maffei nel volume III degli Annali di esso Papa (pag. 268 e segg.) stese intorno a questa correzione una relazione competente, e vi narra, che la forma della correzione dell'anno solare fu ritrovamento di Luigi Lilio calabrese, il quale dopo dieci anni incirca di specolazione essendo venuto a morte, lasciò il suo scritto al fratello Antonio, da cui fu presentato a sua Santità, supplicandolo, che in premio della fatica, qualora l'opera fosse giudicata a proposito, non venisse defraudato del privilegio della stampa e del monopolio. Il libro, dopo ben esaminato dai principali matematici, e in particolare da monsignor Vincenzio Laureo, poi cardinale, e dal padre Cristoforo Clavio, gesuita, fu con universal consenso applaudito e accettato, e sopra di esso fu stabilita la riordinazione Liliana: e dato alle stampe di Roma, innumerabili copie latine e volgari se ne sparsero per le provincie cattoliche, contrastato invano dai novatori della pontificia sede e della nostra santa religione acerrimi e perpetui nemici. 
(b) Nel Codice antico de' canoni della chiesa romana di Francesco Piteo p. 386 dell'impressione regia di Parigi del 1687 in foglio, si mentova questo libro del Martelli con altri allora scritti; ma si tace il primo, non comune, del Zanti (b*).
(c) Il libro è dedicato dal vescovo Martelli a monsignor Ottavio Bandini, abate di Casanuova, e referendario apostolico, il quale da Clemente VIII fu dipoi promosso al cardinalato. Luigi Lilio vien una sola volta mentovato da lui pag. 357 unitamente con Antonio Lilio, che dal padre Maffei vien detto fratello di Luigi, e padre qui de Martelli. Di questo prelato si ha un altro libro alle Stampe intorno alla riforma dell'anno, ma in lingua latina: De anni in integrum restitutione, una cum Apologia ecc. stampato in Lione per Francesco Corrado nel 1587 in 8°.
(b*) Della rarità del libro del Zanti anch'io sarò buon testimonio, non avendolo mai veduto, non che trovato, nè avendolo mai osservato in molti cataloghi, se non in quello del cardinal Imperiali (*). Francesco Piteo fu quegli veramente, che ha restituito il codice antico dei Canoni della chiesa romana; ma la Dissertazione, che pag. 386 vi si legge de anno Romano, non è di Francesco Piteo, ma di Pietro suo fratello. Oltre alle due opere del vescovo Martelli, vi si mentova l'opera di un altro italiano ed è quella di Gioseffo Zarlino da Chioggia, de vera anni forma, sive de recta ejus emendatione, stampata in Venezia presso il Varisco nel 1580 in 4° e in questo proposito si può ricordare il Ragionamento di Alessandro Canobio veronese sopra la riforma fatta da N.S papa Gregorio XIII pubblicati in Verona per Sebastiano dalle Donne, 1582, in 4°. Molti anni dopo, cioè nel 1597 uscì pure in Verona presso Girolamo Discepolo in 4° un'altro breve Trattato dello stesso Canobio sopra la celebrazione della pasqua, e di altre feste mobili.

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