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domenica 6 aprile 2014

§ 070 060414 SULLA FERROVIA CALABRA (1862).


Riprendo qui l'argomento ferroviario, tornando alle origini delle vie ferrate in Calabria; questa 'Relazione', di cui riporto i capitoli iniziali, tende, con chiaro intento di parte, ma non senza serie motivazioni, a far prevalere la tesi che si dovesse realizzare un percorso 'interno', a scapito di quello, tuttora esistente, che segue l'andamento del litorale dello Jonio; per essere chiari, le risultanze della 'Commessione' affermavano doversi privilegiare un itinerario che da Taranto passasse per Sibari ('le foci del Crati') e giù, per Cosenza e la valle del Savuto, fino al Tirreno e quindi a Reggio, a scapito della linea Taranto - Reggio di Calabria, quella che attualmente passa (non si sa fino a quando) per Crotone e Catanzaro Lido, per giungere fino allo Stretto. Quest'ultima linea, per la cui realizzazione, infine, si optò, fu terminata nel 1875. Successivamente, anche la linea da Sibari a Cosenza, con proseguimento fino a Paola, sulla linea tirrenica, vide la luce, realizzando le aspettative della 'Commessione'. Attualmente la linea 'Jonica' è in netto declino (forse ho usato un eufemismo...), mentre la linea da Reggio C. per Taranto e Bari, via San Lucido, Castiglione Cosentino e Sibari, gode ancora di qualche chance, essendo stata elettrificata ed inserita in uno dei tanti 'corridoi' europei, ai quali non difetta di certo la fantasia, e che dovrebbe collegare il porto di Gioia Tauro a Berlino o qualche paese dell'Est che in questo momento mi sfugge... Concludendo, ancora una volta ne esce l'immagine di una regione bistrattata, i cui rappresentanti, proprio come gli abusati capponi manzoniani, si azzuffano tra di loro, arzigogolando più o meno a ragione intorno a leggi (con tanto di gride ed azzeccagarbugli), ancora una volta confondendo i diritti e i doveri, le istanze con le questue... Del resto, quando si tratta di sfruttare quanto la terra calabra può offrire, i grandi imprenditori-sfruttatori non si sono mai fatti grossi problemi... vedi, ad esempio, la ferrovia costruita a tamburo battente e poi dismessa per sfruttare le grandi foreste silane- non ultimi gli americani durante la seconda guerra mondiale, oppure gli enti italiani stessi preposti alla costruzione delle centrali elettriche della Sila, che provvidero a realizzare una ferrovia da Crotone a Timpa Grande per il trasporto dei materiali occorrenti, con tanto di record: la più lunga ferrovia con locomotive ad accumulatori... Anche quanto a record, direi che non ci facciamo mancare nulla, specialmente in negativo.
   Ecco il link al testo integrale:
http://books.google.it/books/about/Sulla_Ferrovia_Calabra_relazione_della_c.html?id=nrhVAAAAcAAJ&redir_esc=y
   Altro testo di riferimento, per le ferrovie degli albori, è quello a firma del nobile piemontese Carlo Ilarione Petitti di Roreto, che, in verità, qualche buona parola per i Borboni patrocinatori della prima ferrovia italiana seppe spenderla.
http://books.google.it/books/about/Delle_strade_ferrate_italiane.html?id=1XjnPRWRvmUC&redir_esc=y

               
                          SULLA FERROVIA CALABRA (1862, Salvati e De Roberti).
 Il Consiglio Provinciale della Calabria Citeriore, con deliberazione presa nel Settembre dello scorso anno (1861, ndr), proponevasi di eseguire per proprio conto gli studi di quel tronco della Ferrovia Calabra, che attraverserebbe la provincia dalle foci del Crati al Savuto; e nominava noi sottoscritti a membri della Commessione all'uopo destinata. 
   Ponendo di adempiere il grave quanto onorevole incarico, prima nostra cura fu quella di tener conto dello scopo cui mirava il Consiglio. Da questa parte non potevamo incontrare difficoltà alcuna. Bastava in fatti che si portasse uno sguardo retrospettivo sulle discussioni in seguito alle quali si era deliberato, per riconoscere il punto di vista che fu guida al Consiglio, ed il programma del lavoro disposto. Per quanto era in noi ne seguimmo strettamente le tracce; ed ora che volgiamo al compimento del nostro dovere, ci sembra cosa della maggiore importanza per la pratica estimazione della intrapresa, che una indicazione sommaria del suo obbiettivo preceda il rapporto relativo ai resultati tecnici, cui ci siam fatti a por mano.
I. MOTIVI DEL LAVORO DISPOSTO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE. PROGRAMMA DELLA COMMESSIONE.
   Al radunarsi in Settembre del Consiglio Provinciale due fatti si erano verificati:
- La Commessione delle Ferrovie pel Napolitano aveva pubblicato il suo pregevole lavoro, nel quale, dichiarata impossibile una linea centrale per le Calabrie, conchiudeva opinando, che la principale Ferrovia Italiana giunta a Taranto, dovesse condursi fino a Reggio, circondando le coste Calabre sul versante Jonio ed il Capo dell'Armi; 
- Il Parlamento aveva votato la legge per la Ferrovia di Calabria, nella quale modificando la proposta Ministeriale formolata sulle indicazioni della Commessione Napolitana, ne sopprimeva la condizione essenzialmente littoranea, e la determinava con le notevoli parole di Ferrovia a da Taranto a Reggio nella Basilicata e nelle Calabrie. 
   La nessuna indicazione di località intermedie tra gli estremi di Taranto e di Reggio, e la condotta degli studi di massima, nel capitolato conservata al Governo, erano caratteri distintivi della legge; e le provincie interessate stimarono che il Ministero ne avrebbe approfittato per disporre investigazioni in ogni verso, e scandagli comparativi, e disegni generali diretti alla ricerca del tracciato più conveniente nell interesse della cosa pubblica. 
   Ma il parere della Commessione Napolitana aveva in certa guisa imbarazzato l'azione Governativa. La impossibilità d'una linea centrale per le Calabrie vi era determinata con caratteri troppo decisivi, per non ritenerla il risultato d'una convinzione profonda, e si pronunciava da troppo chiari ingegni ed eminenti, per supporre che il Ministero la revocasse francamente in dubbio. E sebbene una proposta di Ferrovia interna e diretta, per la Basilicata e per le Calabrie da Bari a Reggio, fosse presistita al lavoro della commessione, e sebbene con la forma d'un avviso sulla proposta della Commessione stessa, quel lavoro si trovasse alquanto vigorosamente contraddetto; il nome niente autorevole dell'autore e il silenzio del Parlamento, erano sufficienti motivi per non attendersi che il Ministro dei Pubblici piegasse a ritenerne il concetto suscettivo di risultamenti seri.
   Quindi mentre il testo della legge, lasciando il campo alle più vaste investigazioni tecniche, acquietava parecchi nella fiducia che il tracciato interno sarebbe stato per opera del Ministero efficacemente esaminato; altri era condotto ad una contraria sentenza, vista l'attitudine Ministeriale chiaramente espressa coi rapporti che accompagnarono nell'una come nell'altra Camera il progetto di legge.
   Così di espettazione e d incertezza si occupava generalità Calabrese, quando l'onorevole Peruzzi, Ministro dei lavori pubblici, visitò Cosenza. Gl'indirizzi di tutte le classi e le preghiere dei più chiari personaggi del Paese e dell'autorità politica, furono per la Ferrovia interna, come fatto d'interesse generale. Il Signor Ministro portato un rapido esame sulle località più controverse, espresse opinione di possibilità ed incoraggiò la iniziativa d'una pruova tecnica per della Provincia. Egli affermava il tracciamento essere preferibile al littoraneo nelle viste di pubblica, e che, ove ne venisse determinata la possibilità, non si sarebbe mancato di averlo in considerazione.
   Indi a poco il Consiglio Provinciale radunato, nei fatti che si eran compiuti riconobbe il pregiudizio, che  il parere della Commessione Napolitana sulla Calabra aveva arrecato agl'interessi del paese nella opinione del Ministero. Vide come, autorizzando la contrattazione per una strada Ferrata da Taranto a Reggio, la Camera dei Deputati avea rifiutato la indicazione di tracciamento definitivo data dalla proposta Ministeriale lungo il versante del Ionio e l'avea mutata nell'altra che passò in legge: per la Basilicata e per le Calabrie. Notò che questa modificazione della legge non poteva altrimenti spiegarsi, che come un omaggio a più ampia investigazione, diretta alla ricerca d'un andamento diverso dal littoraneo. Compreso che la discussione parlamentare se non versò sul tracciato interno, ciò avvenne perché non solo come avea dichiarato la Commessione, studi generali e speciali.... non esistevano, ma perché si mancava di ogni opportuna cognizione topografica e locale. Trovò quindi che, nel dubbio sugli ulteriori provvedimenti, era della maggiore importanza illuminare l'azione governativa con gli studi tecnici; nella sicurezza che, una volta dimostrata la possibilità della linea interna, tutto ne avrebbe consigliato la esecuzione; la sua necessità economica e politica trovandosi constatata nelle viste di utilità generale assai più che d'interesse locale.
   Parve a noi dunque di doversi riassumere il pensiero del Consiglio Provinciale in questi termini:
- Pruovare, con dati tecnici, il fatto del tracciato interno nella Ferrovia di Calabria da Taranto a Reggio, giusta il disposto della legge.
   Dalla quale risoluzione del Consiglio stimammo a noi imposti gli adempimenti che seguono:
l° Riconoscere se una Ferrovia interna dalle foci del Crati al Savuto possa aver luogo a condizioni favorevoli.
2° Determinarne il tracciato in accordo al suo prolungamento verso gli estremi di Taranto e di Reggio, conformemente al dettato della legge.
3° Redigerne circostanziato rapporto.
4° In appoggio elevare i disegni generali del tronco più notevole.
Seguono i capitoli, dei quali per idea generale riporto solo i titoli:
II. TOPOGRAFIA DEL BACINO DEL CRATI IN RAPPORTO AL GOLFO DI TARANTO - PASSAGGIO AL SAVUTO E SUL TIRRENO.
III. TRACCIATO INTERNO E DIRETTO DAL JONIO AL TIRRENO.
IV. ENTITA' ALTIMETRICA E DI ARTE DELLA FERROVIA INTERNA.
V. CONVENIENZA DELLA LINEA INTERNA - SUO CONFRONTO COL TRACCIATO JONIO.
VI. RAGIONI DI PREMINENZA DELLA FERROVIA INTERNA.
Ed ecco le considerazioni finali:
   8 E noi diciamo francamente che il tracciato interno è voluto dallo spirito e dalla parola della legge. Il Governo proponeva la costruzione d'una strada ferrata da Taranto a Reggio. Ogni elemento di arte, per definirne il tracciato, mancando, il Ministero assumeva l'impegno di elevarne gli studi generali e pertanto si conveniva in principio, che sarebbe condotta nella Basilicato e nelle Calabrie. - Nissuno al certo penserà mai di revocare in dubbio, che il Parlamento rappresentante del Paese non voglia, e che il Ministero espressione del Paese non intenda condurla per ove i veri interessi della Patria non consentono. - Ora, in resultato agli studi, noi ci riscontrammo in quel tracciato interno per Cosenza, i cui caratteri sono stati determinati nella presente relazione. Ne istituimmo il paragone con l'andamento Jonio, ed i numeri che si ottennero completarono le nostre convinzioni. Questi numeri statuiscono indeclinabilmente la preminenza della linea Interna. - Opportuna com'è per noi addimostrata nell'aspetto Finanziario, preferibile nel riflesso economico, ella è conveniente per moderate pendenze. - E' più corta della linea Jonia 100 chilometri in 245 dal Raganello a Reggio, e 124 in 233 dal Raganello a Villa S Giovanni. - E' circondata da una popolazione che in ragion chilometrica rappresenta 2 e 1/4 sopra 1 degli abitatori sparsi per le alture del versante Jonio. - E' mezzo di legame diretto tra il Golfo di Taranto, e il Tirreno. - Evita gli inconvenienti assai gravi di una lunga linea marittima. - Offre condizioni favorevoli alla strategia. - Questi caratteri di quanto elevano la importanza del tracciato Interno, di tanto riescono, a nostro avviso, in disfavore della linea Jonia; e pertanto son questi due andamenti i soli modi da condurre una Ferrovia da Taranto a Reggio. - Al dettarsi della Legge la cognizione di tali fatti mancava, e non volendosi far sagrifìcio dell'utile generale ad una ipotesi, il suo linguaggio fu ridotto alla discussa indicazione illimitata. - Onde noi concludendo, non possiamo che ripetere la nostra tesi: - In ordine alla Ferrovia da Taranto a Reggio, la Legge il cui testo, per sapiente previdenza degli Uffizi Parlamentari, nulla ha determinato tranne gli estremi di arrivo e di partenza, non può mirare che al tracciato Interno.
E qui stimando esaurito il nostro programma, chiudiamo la presente Relazione. - Per quanto era in noi, ci siamo adoperati di sviluppare al possibile il concetto degli studi disposti; e ne dorrà grandemente, se dalle cose avvenire o dal riposato esame e dal giudizio avveduto del Consiglio Provinciale, fosse per resultare di non averlo noi abbracciato intero.
Cosenza 24 Maggio 1862
La Commessione
Michele Salvati - Ingegnere.
Pietro De Roberti - Consigliere delegato.

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