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martedì 29 aprile 2014

§ 076 290414 Ah, Jogàle!...

Così, in apparenza per ridere, si raccontavano - in realtà si diffondevano ad arte - aneddoti del tipo: Tizio va a fare il soldato, e, credendo di aver appreso l'italiano, quel 'vastaso', tornato a casa in licenza, fa ammattire la propria madre, ignara di tanta evoluzione filiale, con frasi del tipo: 'mamma, sale sulla banca!', che significherebbe, secondo il neofita della lingua italiana: 'mamma, metti il sale a tavola!', mentre per la malcapitata genitrice equivale ad un segno di squilibrio mentale del figlio che le ordina di 'salire sul tavolo'... Oppure, restando in questo solco: il medesimo genio, a casa in licenza, si lamenta con i propri familiari, fingendo di non ricordare più i nomi delle varie suppellettili di casa, finché non si imbatte in una zappa adeguatamente riparata dietro una porta, che, pestata sulla parte del tagliente, va a contundere, con quello che popolarmente appelliamo 'meruggiu', sulla fronte del soldatino che si lascia andare ad una imprecazione del tipo 'ahia ara zappa d'a miseria!!!' (o peggio, non vorrei esagerare con la blasfemia...); ovviamente, la madre non può astenersi dal riconoscere, con malcelata soddisfazione, che 'finalmente ti è venuto in mente!!!' (il nome dell'arnese).
Quelli che ho appena riassunto, sembrano due aneddoti innocenti. E potrebbero esserlo, in un contesto più 'normale', o meno 'compromesso'.
Altri aneddoti parlano, anzi parlavano - ché non usa più -, di 'sfide' basate sull'intelligenza o l'arguzia, richiamando uno schema del tipo: 'ci sono un inglese, un francese, un italiano, un tedesco...'; naturalmente il vincitore sarà l'italiano, secondo gli italiani. Lo stesso schema, opportunamente modificato, faceva prevalere il calabrese sugli altri 'partecipanti'. Aneddoti favolosi, se non favolistici, dove gli americani, ad esempio, erano tout court dei 'cazzoni', e quando passava un aereo, noi che eravamo più intelligenti di quei mangiatori di 'giggomma', alzavamo gli occhi al cielo dicendo 'apparecchju americanu, jetta i bummi e veni ccà'... geniale, vero? L'ho detto anch'io, ovviamente.
Sembrano sciocchezze da poco. E potrebbero esserlo, se non sapessimo chi siamo e da dove veniamo (anche questo, in fondo, è uno schema, o una schematizzazione).
Da dove veniamo, senza andare troppo lontano? Uno dei componenti della nostra 'provenienza' è, a mio modesto parere, Jogàle (o Jugàle, alla cosentina); questo personaggio, questa maschera, che non ci proviene, e parlo dei calabresi, dalla commedia dell'arte - come potrebbe essere per Giangurgolo - rappresenta, a ben guardare, uno dei personaggi più diffusi di tutto l'areale mediterraneo che va dalla Spagna fino alla Turchia, essendo, il nostro Jogale, il Nasreddin degli arabi, protagonista di un numero infinito di aneddoti e storielle che ormai fanno parte solo di indagini antropologiche, almeno nel sud dell'Italia. Qualche fatterello di Jogale l'avrete sentito, no? Comunque sono storie ormai improponibili, di quando le nostre contrade erano affollatissime di re, regine, briganti, principi e principessine, più Jogale e, in genere, sua madre, protagonisti di eventi a volte granguignoleschi, dove il Nostro, pur nella sua totale negligenza, imperizia, ignoranza, in un modo o nell'altro veniva a capo dei guai nei quali andava a cacciarsi.
Storielle innocenti, quelle di Jogale, di sicuro: non essendoci il televisore nelle case, bisognava pur trovare la maniera di arrivare a sera...
Tutto quello che ho detto finora ritengo che non sia punto innocente o casuale, o di origine popolare: vi è, alla base, un fine unico e ostinato, la persuasione occulta. Peccato che in questo modo, con queste convinzioni, non si possano formare popoli, ma al massimo delle greggi.
So che quello che ho detto finora andrebbe meglio inquadrato e, ad esserne capaci, spiegato.
Ma credo che qualcosa lo stesso si possa dedurre e capire. Se poi si volesse tentare un elenco di una piccola parte delle false credenze alle quali si può essere esposti...

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