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mercoledì 24 dicembre 2014

§ 139 241214 Teresa Gravina Canadè: crišpeddi a bentu, crustuli, tardiddi, chjnulìddi, gurpinelle...

Per questo Natale rubo ancora una ricetta (...due, facciamo due) alla cara Teresa Gravina Canadè, l'ottima linguista coriglianese della quale ho già avuto modo e piacere di parlare. Alla bravissima Teresa vorrei dire che con la sua sapienza dialettologica, oltre che storica e gastronomica, fa onore alla terra che è stata patria effettiva di Giovanni Alessio ed elettiva di Gerhard Rohlfs. 
Di Teresa mi colpiscono la semplicità delle esposizioni e la precisione, il rigore dell'approccio alla materia 'dialetto', una materia che spesso è stata assalita da tanti, troppi, dilettanti allo sbaraglio (magari io stesso lo faccio, anche se mi concedo il beneficio delle solite, abusatissime, 'migliori intenzioni', chissà...). Il dialetto, sto cercando di dire, è troppo spesso utilizzato per proporre poesiole che sfiorano il delirio e il freddo piagnisteo o proverbi smozzicati, nella ricerca, affannata quanto fuori luogo, di comunanze di memorie troppo a lungo volutamente ignorate e tirate fuori solo alla bisogna... non dovrebbe essere così: la linguistica è una scienza e la dialettologia ne è a pieno titolo una componente.
Tornando a sottolineare la serietà del libro della cara (spero me lo conceda) Teresa, dirò ad esempio, di una precisazione che l'autrice fa, a pagina 13 di 'Una calabrese in cucina' (Rubbettino, 2000): ''Per seguire questo metodo è stato necessario includere nel testo alcuni termini dialettali, talora non registrati nel Dizionario del Rohlfs''. Un approccio del genere già la dice lunga sulla professionalità e sulla solidità delle basi della linguista coriglianese, come dire: Rohlfs è Rohlfs... anche con qualche pecca, quasi patologica, inevitabile, stante la grandezza, varietà e vastità degli studi del linguista tedesco (parimenti maestro di dialetti greci di Grecia, Calabria e Salento, e di idiomi iberici e mediterranei in genere). Vagando per la rete, invece, si può incappare, ma senza rimanere invischiati, ché sarebbe troppo, in qualche vocabolario, del quale non dico altro se non che il suo estensore accenna ad ''un Rholfs o Rohlfs, forse un medico tedesco...'' Incredibile, non è possibile leggere sciocchezze del genere, davvero. A parte questo improvvisato vocabolarista (!) calabro, dovrei parlare anche di qualche cattedratico che si è reso autore di un libro sulla cucina calabrese da far passare l'appetito anche ai lupi... Con la stessa superficialità il 'vocabolarista' si ritiene, in quanto 'parlante' di un dialetto, detentore di una specie di diritto d'autore o di prelazione che lo autorizza a 'stendere' un vocabolario, mentre il professore, forse in quanto tale, spiaccica qualche ricetta senza preoccuparsi di fornirne la storia o l'apparizione e permanenza nel 'sociale'... Ma siccome a Natale siamo tutti più buoni, lasciamo perdere e veniamo alla refurtiva che ho trafugato dal libro di Teresa Gravina Canadè, cioè alla ricette dei crišpeddi a bentu, come si chiamano a Cirò Marina, e delle gurpinedde, delle quali non avevo mai sentito parlare. Come potete vedere, se avete avuto la pazienza di leggere fin qui... tra gli ingredienti dei crišpeddi si conferma l'avversione del cirotano per la 'g' iniziale quando seguita da 'r' (in questa parola diventa 'cr', ma generalmente addirittura cade, dando luogo ad aferesi) e la totale dedizione alla trasformazione (esito) della doppia 'l' in doppia 'd', la fedeltà alla finale quasi muta, la 's' sempre palatalizzata nel gruppo 'sp' e il raddoppiamento fonico della 'v' che diventa 'b' in posizione iniziale, seppure con delle varianti... invece i nostri amici di Corigliano mi sembrano molto innamorati della 'g' iniziale, e qui mi sembra che addirittura la 'v' di vulpes, volpe, ceda il passo alla 'g' iniziale, fenomeno che ho riscontrato nel vibonese (la gurpi, la volpe), mentre il gruppo 'll' resiste... se ne potrebbero dire tante di cose, anche partendo da due semplici parole, ma di questo infinitamente meglio del sottoscritto dice la professoressa Gravina Canadè che queste cose le ha studiate e insegnate. 
Per cui ringrazio lei e saluto voi, o miei improbabili lettori...


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