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lunedì 8 luglio 2024

370 080724 Versi d'istinto.

 Alla fine mi sono lasciato ''tingere'', e così è stato pubblicato un libricino di poesie (così le chiamano), ''per i tipi'' delle Edizioni Macabor di Francavilla Marittima (Cosenza), con prefazione di Silvano Trevisani, nella collana ''Terre inquiete'', curata dalla amica Angela Greco, poetessa di Massafra (Taranto). 

Mi sono sempre ritratto all'idea di pubblicare qualcosa, ma devo dire che non è poi stato così difficile, viste la disponibilità e l'affabilità dell'editore Bonifacio Vincenzi, dell'autore della prefazione -che definire lusinghiera è forse riduttivo- Silvano  Trevisani, nonché di Angela Greco (che ha pensato a tutto il resto): dire che li ringrazio è poca cosa...

Che dire? Non me lo aspettavo, non ci pensavo nemmeno, eppure, eccolo qua, con tanto di minacce di ulteriori pubblicazioni (se non scappo all'estero).

Tanto per non smentirmi, ci sono anche otto ''cose'' (poesie, se volete) in dialetto cirotano.

Il doppio cognome? Nulla di particolare, da un po' di tempo ho deciso di aggiungere quello di mia madre (Vitale) al cognome presente in anagrafe, ma sempre di me si tratta, una volta Cataldo Antonio Amoruso, un'altra Cataldo Amoruso Vitale... i miei biografi avranno il loro da fare (toccann ferru 'e ccà a cent'anni).

Catamor.

Dalla prefazione di S. Trevisani, sorprendente per profondità, quasi ci conoscessimo da sempre (e invece non ci conosciamo se non attraverso questi ''Versi d'istinto''):

''Si tratta di un versificare postermetico che non insegue il primato dell'intreccio verbale ma neppure incede nell'elegia, perché unisce la qualità personale della ricerca verbale, dell'uso mirato della parola, della continua variatio dei termini testificati: buio, luci, silenzio, speranza, sogno, terra, cielo, passi... come in un gioco maturo di costruzioni primordiali in cui i pochi elementi costruttivi forniscono alle mani abili del giocatore soluzioni infinite e infiniti itinerari.''

Beh, magari sapessi scriverla io una prefazione così: provo un po' di invidia!

Catamor.



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