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mercoledì 14 ottobre 2015

§ 173 141015 Web a Cirò e Cirò Marina.

I miei due paesi d'origine non finiscono mai di sorprendermi... Persone a me care mi dicono che conosco Cirò (Marina) ma non i cirotani: sarà, ma non ne sono convinto. Ad ogni modo, tra le pratiche più diffuse nelle due Cirò, a giudicare da quello che trovo in rete e dalle notizie che mi giungono di prima mano, segnalo la moltiplicazione esponenziale delle foto riprese da altri e delle poesie sigillate da tanto di copyright. Quest'ultima è una accortezza dovuta al proliferare di poeti e scrittori le cui opere attecchiscono copiose da quelle parti. Purtroppo, per quanti temono di essere depredati delle loro inimitabili composizioni in versi o prosa, va detto che chiudere una poesia o uno scritto con il simbolo grafico del copyright non ha nessun valore legale. Un altro fenomeno è la ricerca di foto altrui da pubblicare sui social, facebook in primis, senza citare l'autore, la fonte, né tanto meno un semplice ed onesto 'foto dal web', o 'fonte: web'. Niente di niente, anzi, come si dice dalle quelle mie parti, con odiosa espressione: 'fricam e jam dirittu' (cioè, per i non cirotani: 'rubiamo e tiriamo dritto').
Rimedi? Qualcuno 'griffa' le foto apponendovi il proprio nome, rendendole praticamente non riutilizzabili e offrendone una versione deteriorata. Altri ricorrono a qualche colpetto di fotoritocco.
Di parlare di rispetto della 'proprietà intellettuale' altrui non mi sembra il caso, sarebbe tempo perso (tutto questo scritto lo è)... Qualcuno, facendo forse lo gnorri, dice che tutto ciò che finisce in rete diventa proprietà di tutti... Forse bisognerebbe spiegare che la condivisione è una cosa, l'appropriazione è ben altro.
Dopo tutto il valore assoluto rimane, anche se a giovarsene sono altri, ma la cifra di questi tempi, e modi, è quella che è... E allora vuol dire che la mia foto di una vinedda di Cirò ha un suo valore assoluto, se è stata usata per produrre la locandina di uno stage fotografico, peccato per quelle strisce nere che ne rovinano la solarità, ma insomma, ho avuto, da ignoto come sempre, un certo successo. Anche con le pagine facebook di Cirò Marina e dintorni me la sono cavata bene: migliaia di visualizzazioni e decine di condivisioni: una bella soddisfazione, non c'è che dire.
Ora immagino che anche gli scritti sul dialetto cirotano abbiano cambiato o stiano per cambiare paternità, magari con qualche lieve ritocco. Nessuna mania di persecuzione, tranquilli, oh miei tre o quattro amici lettori!, e nemmeno istinti alla Mazzarò, al quale Verga fa dire: ''roba mia, vientene con me'', cioè, alla cirotana: rrobba meja, venitìnni ccu mmija. Tutto sommato, anche questi, seppure avuti in maniera non proprio ortodossa, sono riconoscimenti, soprattutto la locandina: è comunque una attestazione avuta da professionisti della fotografia, anche se a mia insaputa.
Figura 1: foto di una vinedda di Cirò, fatta da me.
Figura 2: la stessa foto, scurita e ritoccata, riutilizzata per la locandina. Notare l'ombra dei panni stesi: impossibile pensare ad una coincidenza.
                       

Figura 3: passando il mouse sulla miniatura della foto (quella di figura 1... ma anche 2, il mio pc legge le informazioni: data, ora, modello di fotocamera)



Fig. 5: foto dal web.
Fig. 4: qualcuno ricorre ad orribili espedienti simili a questo.
          
E veniamo alle pagine di facebook: sotto mentite spoglie, una bella soddisfazione, migliaia di visualizzazioni e decine di visualizzazioni per la foto in fig. 6, di un treno in transito nei pressi di Madonna di Mare, foto poi ritirata, credo, dal gestore della pagina.
                                       Fig. 6
    Fig. 7: l'originale della foto... su carta Kodak, indistruttibile.
Fig. 8: tanto per non smentirsi, un altro mio successo per interposta persona... parlando di Cirò Marina e dintorni.
         Fig. 9: ...ed ecco l'originale.
        Senza rancore, senza polemiche, e giusto per il rispetto di ciò che anima le produzioni originali: lo spirito.
        © copyright? no, semplice cicerchiata!!! 


3 commenti:

  1. Gentile Cataldo Amoruso,
    anche se non ci conosciamo di persona, mi prendo l'onere di formularLe le dovute scuse a nome dell'intera associazione per l'inconveniente verificatosi. Onestamente non mi è possibile stabilire in quale fase del processo si è verificata la disattenzione e credo che sia irrilevante indagare in merito. Ci tengo solo a precisare che si è trattato di un incidente antipatico ed involontario.
    Noto con piacere che lo ha preso con ironia e filosofia ma, mi creda, questo non ci solleva da responsabilità per quanto accaduto.
    Spero solo che avremo modo di parlare di persona e che l'errore da noi commesso non sia di pregiudizio a futuri rapporti di collaborazione tra Lei e la nostra associazione.
    Con stima.

    Domenico Flotta

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    1. Gentilissimo sig. Flotta,
      le Sue parole Le fanno onore per onestà e tatto: le trovo esemplari. La ringrazio sinceramente per l'attenzione dimostratami.
      Cordialmente,
      Cataldo Amoruso.

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