Questo è un abbozzo della prima pagina (avestra d'a premessa)
di un tentativo di realizzare un vocabolario della parlata in uso a
Cirò Marina. Chissà se e cosa ne verrà fuori... Si tratta assolutamente
di un lavoro in costruzione, per cui sarà sempre in condizione di essere
modificato, sperabilmente in meglio. I collegamenti ipertestuali sono
al momento inutilizzabili, in questo post, in quanto mancano i
riferimenti, cioè le lettere successive alla -a-. Avviso inoltre che le
pagine, anche la presente, sono soggette a variazioni dettate 'dal
momento', o meglio: dalle 'cose' che mi tornano o vengono in mente.
REPERTORIO LESSICALE CIROTANO
REDATTO SECONDO LE NORME ORTOGRAFICHE INDIVIDUATE
dal curatore
Cataldo Antonio Amoruso
compito
iniziato nel marzo 2013
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(La 2a ‘T’ è
retroflessa, simbolo Ţ).
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Le lettere sono
organizzate come segnalibri e collegamenti ipertestuali: ctrl+clic per
accedervi.
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A a
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A
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1. Articolo determinativo femminile ‘la’: a mamma, la mamma; 2. Pronome
personale ‘la’: a vidìmu, la vediamo;
3. Preposizione semplice ‘a’: davànt a
šcola, davanti la scuola. Il comportamento
dell’articolo -a- sarà oggetto di un apposito paragrafo nella ‘Grammatica
Strolica’.
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Abba’
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Espressione interrogativa o esclamativa di stupore;
come no?...; come no!... Credo derivi da una forma apocopata dell’imperativo
del verbo ‘abbadàrə’. Trattandosi di troncamento, si scriverà con l’apostrofo
e non con l’accento.
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Abbadarə
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Badare, prendersi cura.
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Abbaddàrə
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Ballare (arc); Sin: abballàrə, ballàrə.
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Abballàrə
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Ballare.
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Abballatùru
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Ballatoio, var: ballatùrû.
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Abbampàrə
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Avvampare.
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Abbannunàrə
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Abbandonare, trascurare, lasciare in disparte.
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Abbannùnu
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Abbandono, soprattutto ad indicare degrado.
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Abbasciàrə
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Abbassare.
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Abbàscîu
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Giù, dabbasso.
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Abbastàntə
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Bastante, sufficiente.
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Abbastànza
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Abbastanza.
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Abbastàrə
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Bastare.
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Abbàttu
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‘Per l’olio la salma s’intende di 40 militri, ogni
militro 4 rot. al 33 e 1/3. E siccome tal liquido sfrida, così nella consegna
a’ trappeti vi si aggiunge il così detto abatto del 10%, e la salma è di rot. 176.’ (GFP, DIN).
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Abbelenàrə
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Avvelenare; colgo una differnza sottile tra ‘abbelenàrə’ e ‘mmalenàrə’, usandosi
quest’ultimo termine in senso riflessivo e pronominale; s’abbelèna nu suriciu, invece u sanguu s’ammelèna, nel senso che si fa amaro, e in un
certo senso si ammala, quasi fosse colpito da ‘melena’.
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Abbenadìca
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(che Dio) benedica, espressione beneaugurante o di
sorpresa.
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Abbenîdìca
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Vedi
Abbenadìca.
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Abbicinàrə
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Avvicinare.
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Abbilìrə
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Avvilirsi.
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Abbilìtû
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Avvilito, ma anche debilitato fisicamente
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Abbissàrə
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Scomparire improvviso e rapido, quasi un
inabissarsi.
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Abbìssu
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‘E’ questo avisso
- di Puzzello - veramente un abisso
perché profondo, tetro, ristretto da alte rupi, non dà accesso a' raggi
solari neppure quando son vibrati a perpendicolo e perciò dicesi abisso del Pozzillo,
corrottamente avisso di Puzzello.
Al fondo di questo burrone esiste una sorgiva che s’innalza a chiodo, e
quando lo gitto è abbondante l'acqua trabocca e scorre a rivolo.’ (GFP) Nella
parlata cirotana ‘abissu’ indica grande quantità: ti voj n’abbissu ‘e benu, ti voglio tantissimo bene; ci sun n’abiss ‘e perzunî, c’è
tantissima gente.
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Abbiveràrə
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Abbeverare.
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