Prima puntata.
Pubblico qui una delle tante mie 'rielaborazioni grafiche', che, a dire il vero, neanche capisco a cosa possano servire. La lettura è un po' ostica, o 'irta' in numerosi passaggi, ma insomma... questo era.
CatàvurAmurùsu.
INvocATIONE Al
Glorioso Santo Padre vescovo,
et Martire S. DIONIGI AREopAGITA
Sommo protettore,& Defensore della Città di
Crotone, e mio Avocato Colendissimo.
L'AUTORE.
Così come, ò Dionigi Santo, facesti degna questa Città di confirmarla nella Santa Fede,qual'haveva ricevuto da San Pietro Apostolo quando anco fù in Taranto[1], e da S. Paolo[2] per Fortuna prima di giunger in Atene, essendo voi capitato in quella nel viaggio per Roma,così ammonito da S.Giovanni Evangelista, a per ritrovarvi nel martirio di S. Pietro[3], e Paolo vostro Maestro, e le facestivo quel dono divino del vero ritratto di Maria sempre Vergine, qual ancor'hoggidì intatto miracolosamente in questo Vescovado si mantiene, e conserva; e perciò dopo il vostro Martirio questa Città con tanta riverenza vi acclamò per suo Sommo Protettore, e la Nobiltà particolarmente lasciò la vana impresa d'Ercole, e la vostra tanto devotamente prese, dedicando poi il suo nobil Seggio al vostro santo nome. Così io patrioto di quella humilmente propitio ve invoco, e priego à prestarmi aiuto in questa descrittione della Cronica, gionto con S. Gio. Battista, S. Domenico, ch'in questa Comarca volse con il suo vero ritratto recatole dalla Madre di Dio rinovar al Mondo la sua gloriosa memoria, S. Tomaso d'Aquino[4] nostro compatrioto, S. Francesco di Paola, e S. Antonio di Padua anco nostri Protettori, à quali tutti unitamente priego che impetriate à me, & à questa Città la difesa, & la gratia dell'Onnipotente Dio, con l'intercessione della Santissima sua Madre Vergine Maria nostra Antichissima, & per sempre Protettrice, & à voi Santo Padre Areopagita reverentemente m'inchino.
ALL’ILLVSTRISSMO,
ET ECCELLENTISS. SIGNORE
DON INDICO
VELEZ
DE GVEVARA, E TASSIS,
Conte de Ognate, e
di Villamediana, Signor della Casa de Gue-
vara, Orbea, e
delle Ville de Guevara, Salinelle,e della
Villa di Campo
Regio, Zalduendo, e Valverde,Com-
mendatore de
Abanilla,Corriero Maggiore Ge-
nerale di S.
Maesta Catolica, e nel
presente Regno
Vicerè, Luogo-
tenente, e Capitan
Generale.
Conforme il Sole (Eccellentissimo Principe)
con sempiterna legge di natura nel suo corso non solo à gl'altri lumi celesti
dà splendore, & ornamento; ma tutte le cose mortali temperando, e come
illustrissimo rettore dell'universo, ogni luogo oscuro illuminando, fà tal
volta in un’humile, e basso recesso nascer fiori di tanta vagezza, che non
isdegnarà un’animo sincero di tesserne Corona, e ne’ solenni sacrificij al
grande Iddio consecrarla, così V.E. à guisa di un lucidissimo Sole, havendo
sgombrato l'oscurità, nella quale questo Regno si ritrovava, non solo have
apportato dignità à Prencipi, & à Signori, che dalla sua chiarezza lume
riceveno,mà illuminando ancora i privati huomini, e negl'animi loro
fioritissimi concetti delle sue felicità generando, sono i potenti raggi di
questa sua luce gionti sin'alla baſſezza, & oscurità dell'animo mio, e da
quello ogni timore sgombrando, vi hanno un desiderio così grande, e così nobile
destato; che sſcordatomi della mia poca esperienza, quasi alla sprovista,
ardisco di comparire alla sua presenza;e di semplici parole sì, mà purissimi,
et verissimi racconti tessere una ghirlanda, ch'è la Cronica dell'Antichissima,
e Nobilissima Città di Crotone al suo Rè sempre fedelissima, da vari, &
antichi Auttori raccolta, e con infinita reverenza à V.E.offerirla, e
dedicarla. E mentre può l'Eccellenza sua le cose humili, e basse inalzare e le
tenebrose, & oscure illustrare, gradisca questa mia fatica qualunque ella
si sia, con quell'affetto grandissimo, ch'io glie l'offerisco, perchè sicome di
questa Città dalle tante distruttioni havute le sue antiche grandezze, e gli
suoi antichi Eroi in armi, & in lettere erano posti in oblio: così dalla
mia bassa penna poste in luce avanti il splendidissimo Sole, ch'è V.E. saranno
restaurati nella memoria degl'huomini virtuosi con maggior dignità: e da suoi
luminosissimi raggi eternamente gloriosi tramandate le sue glorie sepolte, e
quasi incenerite dal tempo e i secoli avenire, & alla futura posterità
immortalmente famose. Uscite intrepidamente alla luce fortunatissimi miei
componimenti sottol'ombra di un tanto Sole. Non temerete sottogl'influssi d'un
pianeta sì glorioso i fieri morsi de Zoili, nè potrà, mercè dell'illustrissimi
suoi splendori,offuscarvi l'invidia. Siale, gloriosissimo Principe, fauorevole
sempre il Cielo, accompagni tanta sua suprema virtù una prospera, & eterna
Fortuna, acciò che sì come il Magno Alessandro acquistò gran parte de la Terra
per se, così V.E. con gloriosi progressi acquisti nuovi Regni à S. Maesta
Catolica Nostro Rè, dio guardi: & io abbagliato dal grandissimo Splendore
d'un tanto Sole, quanto è V.E. resto facendole a capo chino humilissime
reverenze, augurandole da Dio il compimento d'infiniti felicissimi suoi
avvenimenti per servitio dell'istesso iddio, di S. Maesta, & de’ suoi
fedelissimi Vassalli, fra quali io professo uno, che con tanto desiderio
l'anelamo; et à V.E. bascio le mani.
DI VOSTRA ECCELLENZA
Humilissimo servitore
Gio. Battista di Nola Molisi
A CHI LEGGE
Molti scrissero della Regione anticamente
detta Magna Grecia, come'l Marafioti nella Cronica di Calabria, il Barreo nella
Descrittione di quella, Frà Leandro Alberti nella Descrittione d'Italia, &
altri, li quali con l'autorità dei più celebri Scrittori, non solamente hanno
rivelato al Mondo cose sepolte nelle rovine dell'antichità; mà ancora con essi
distinguendo i luochi, i tempi, i riti, e i costumi l'hanno fabricato stabile
fondamento alle loro varie opinioni.
Volendo Io al presente descrivere l'historia
della Real Città di Cotrone mia patria[5],
una delle quattro più famose, ch'un tempo essa Regione contenea; Antichissima
per la fondazione[6];
Grande per l'ampiezza delle salde muraglie [che] la circondavano[7];
Fertile per la benignità degl'elementi, che sempre abondantemente l'hanno
fecondato di quanto all'human vivere è necessario; Nobilissima per gli huomini[8]
illustri [che] vi fiorirono, e nell'armi, e nelle lettere, onde meritò haver
per Maestro il Principe de’ Filosofi Pitagora, dalla cui bocca Numa Pompilio[9]
apprese le leggi date à i Romani; Republica ben governata[10]
da mille Senatori; Potente per le ricchezze; bellicosa, mentre difesa da popolo
innumerabile spreggiò le sanguigne spade di Bellona, e di Marte, riportando
honorate[11]
vittorie di eserciti intieri, e per terra, et per mare.
Volendo, dico,descrivere l'historia di questa
gran Città,e conoscendo le mie forze deboli a tanto peso, anzi avviluppato
dalle diversità d'opinioni tenute da gravissimi Authori, che di quella hanno
scritto, più volte mi son diffidato à posserla proseguire, e dar la perfettione
à simil opra necessaria, temendo non m'accadesse il favoloso infortunio del
figliuol di Dedalo, che per volar troppo alto con l'altrui piume, sostenne
miserabil caduta: Nulla di meno animato dal detto del Sulmonese[12]:
Ut desinint vires, tamen
laudanda voluntas. (NdA: la
citazione corretta è ut desint vires, tamen est laudanda voluntas, se
mancano le forze, tuttavia è lodevole la buona volontà, Ovidio, Ex Ponto,
libro III, 79).
Hò fatto giudicio doversi dal cortese
lettore aggradire la volontà, con la quale gli si dona; come s'appagò Artaserse
dell'acqua, recatali da Simete nel vaso delle sue mani. Ricevila, come un mazzo
di fiori raccolto nel giardino d'Ingegni di tanti Savij, che d'essa han pieno
le carte, l'assecuro bensì che se le api dalli più vaghi, et odorosi fiori
gustati vie più dolce fanno’l lor miele; non altrimente Io per dare al tuo
ingegno cibo più saporoso, dalla diversità d'opinioni, e sentenze, registrate
da dotte, e delicatissime penne d'antichi, e moderni historici, ne ho scelto le
più vere, e fondate, adducendo per sempre l’istesse parole di coloro, che
favoriscono il mio parere; acciò si veda, che quanto scrivo non è causato da troppo
affetto si suole portar alla patria, ò d'altro humano interesse, mà solamente
per investigatione della verità e per haverlo prima trovato detto da altri.
Potrà però il lettore darli quel credito, che l'autore allegato si merita.
Le parole, le quali intessono questa mia
historia non hanno altro abellimento, se non la pura semplicità; conforme da
Francesco Patritio nelli suoi Dialoghi dell'historia hò compreso, e d'altra
veste vengon freggiate, che di quella s'usa comnunemente nell'Italia. Leggila
pur volentieri, e se non troverai lingua limata, o terza, sarà nondimeno tale
che basterà a significare, et imprimer virtù, mentre lo in ogni conto
osservando Pittagora, fuggirò le vie popolari, e caminerò per il calle angusto
de savij.
Averti però, che le parole Dei, Deità, Fato,
Destino, Fortuna, et altre risperse di gentilità, s'intendono secondo l'uso del
secolo, non secondo l'intentione della fede. Tù che professi la Christiana
legge à quella a punto indrizzerai li documenti Pittagorici spettanti alla Virtù
Ch’Io parimente voglio morire in grembo della Santa Chiesa Cattholica.
Vivi
sano.
IMPRIMATVR
Gregorius Peccerillus Vic. Gen.
Frater Ioseph de Rubeis Ord. Min. Conv. S.TD.
Eminentiss. & Reverendiss. D. Card. Philomarini Theol. & Consultor S. Offici.
Registr. fo 47.
Illustrissime, &
Excellentis. Domine.
Legi
iussu supremi Senatus in Regno, quae libro primo collegit de Crotoniatarum
origine, antiquitate, ac gestis D. Io. Baptista à Nola Molisius, in Urbe illa, Patricius,
cùmque eruditionem habeant, & lucem non modicam pertinentibus ad antiquum
Regni statum proscriptis de Magna Graecia, puto futurum e republica, si ea
imprimantur sub auspicijs Excellentiae tuae, cui bona cuncta debemus. hoc meum
votum, ex edibus.
Nostris
Neapoli Kal. Iulij 1649.
EXCELLENTIAE TUAE
Deditissimus Servulus
Io. Iacobus Anichinus.
Visa retroscritta relatione IMPRIMATUR
Zufia Reg. Casanate Reg. Caracciolus Reg. Capytius
Latro Reg. Garcia Reg.
Provisum per suam Excell. Neap. Die
30. Iulij 1649.
Lombardus.
Del
Sign. Geronimo Provenzale Cavaliere dell'Ordine di S. Giacomo, figlio
dell'illustriss. Sig. Duca di S. Agapito il Sig. Gioseppe Provenzale, &.
Illustriss. Sign. Duchessa la Signora Anna di Bacio Terracina.
Di Cotrone tu sei
Figlio, e Padre in valore:
Figlio, c'havesti origine
da lei;
Padre, che lei produci à
nuovo honore.
Pugni in tanto col Tempo, e'n
modi accorti
Vinci, e sovra l'oblio
corona ottieni,
Mentre oscure memorie à
noi sereni,
Ben corone riporti;
Poich'è proprio in
tenzone,
A’
Crotonesi il riportar corone.
Del Signor Gennaro Grossi.
ANAGRAMMA PURO.
Giovan Battista di Nola
Molisi
Si, tu solito dai tomba à gli
Anni.
SI, TU SOLITO DAI
TOMBA A’ GLI ANNI, ed estolli
Di Croton l'antichissima
Cittade,
Nè più paventa guai,
Nè più vacilla, ò cade;
Ch'à lei colonna è la tua
penna homai,
Onde prova l'oblio gli ultimi
crolli,
E quindi è ben ragione,
Ch'à te MOLISI, MOLI erga
Crotone.
Del Sig.Gio. Francesco
Pizzuti di Crotone.
AL MOLTO ILLUSTRE SIGNORE,
Et Patrone Colendissimo,
IL SIGNORE Gio. Battista
di Nola Molise Gentil'huomo di Crotone.
SONETTO.
Sol potrebbono offrire
honor ben degno
L'Arte di Fidia, ò del
Marino i carmi
Effigiata in bronzi,
incisi in marmi
Sir Nola à tè per lo
ſublime ingegno.
Sai da l'oscuro oblio, con
gran disegno
Sottrarre illustri Heroi,
per lettre, ed armi
Tanto è'l tuo stile, e
sovra humano parmi,
Ch'altro stile à lodarlo
io stimo indegno.
Al Gran Crotone il sito
ameno, ò quanto
Con Milon, con Pitagora, e
col vago
Simolacro di Zeusi, han
dato il vanto.
E nel'honor di tal Città
m'appago
In pensar, che Dionigi il
dotto Santo
Le donò de la Vergine
l'Imago.
Questa
Imagine fù dipinta da S. Luca Evangelista, conforme l'Autore nel secondo Libro
promette con buone auttorità provare.
In
Eruditissimum D. Io. Baptistam de Nola Molisium Patricium Crotonienfem de
Crotone luculentè scribentem, Io. Antonij Cappellæ Neapolitani, Apollini, vel
quà Vati,vel quà Medico contubernalis.
DISTICHON.
Cui vitam abstulerat
Tiryntibius ille Crotoni,
Attulit aternam Gallicus bis
calamo.
Admodum
Illustris Domini D. Andreae de Bacio Terracinae Abbatis Dive Mariae Rotundae
propè edile Nidi, Domino Ioanni Baptiste de Nola Molisi Patricio Crotoniatae
eius consanguineo.
TETRASTICHON.
Urbs antiqua Croton laudem
sibi vendicat omnem
Palladis, & Martiis, sic monumenta ferunt.
Huius nunc urbis, Lector, quae facta feruntur
Vera fatens Auctor
concinit ore pio.
Illustris
Domini Constantij Sersalis Sedilis Nidi Equitis Domino loanni Baptistae de Nola
Molisi eius consanguineo.
DISTICHON.
Tota Nola Domus fulget
Molisia Mundo,
Pace beans, studijs inclyta, Marte potens.
ALIUD.
Nola Domus splendet
Molisia tempore in omni,
Omnia lege armans, omnibus
arma beans.
Clerici Nicolai Francisci
Tirioli Crotoniatae
Ad per lllustrem Dominum
Ioannem,
Baptistam de Nola Moliſi
Patricium
Crotoniatam Cronicam Crotonis
scribentem.
DISTICHON.
Quod calamo Famae scribis,
quae facta notasti,
Tereor aeternos vivere
posse dies.
Sopra
la Cappella della famiglia di Nola Molisi, sita nella nona nave del Vescovado della
Città di Crotone, eretta nel muro dalla parte sinistra in mezzo le due Cappelle
l'una della Famiglia Piloso, & l'altra Sillano, quale Cappella è tutta di
pietra marmorea bianca lavorata con colonne sopra Leoni, con suo cornicione,
Altare, e quatro della Madre di Dio del Carmine con l'arme di questa Famiglia,
come si vedono nell'ultimo Capitolo di questo primo libro poste tra l'altre
Famiglie, per alfabeto, de’ Gentil'huomini di detta città, vi è questo scritto.
Sacellum
cum sepulchro Magnificorum nobilium virorum ex antiqua familia de Nola Molisi
nuncupata ab utriusque Iuris Doctoribus loanne Vincentio, Ioanne Dominico, Hieronymo,
Joanne Andrea e Ottavio de Nola Molisi fratribus patricijs Crotoniatis
unanimiter e veteri in novum Episcopium translatum. Anno M.D.LXX.
Nel cornicione sopra l'Altare
vi è quest'altro scritto.
Deiparae
Mariae Virg. De Monte Carmelo à Nola Molisiorum Familia Ius patronatum erexit,
& ut quotidie celebraretur, altari Dotem Constituit.
Et nel frontispicio
dell'Altare di detta Cappella vi è questo Epitaffio.
D.O. M.
Ossa Matris
Dianae
de Bacio Terracinae ex patre Iacobo Neapolitano praeclara familia, qui
Iustintierij olim magnum officium pro se ipso honorifice gessit, et e matre
Ioanna Brancaccia Sedilis Nidi Nobilissima Muliere orte, in tumulo huius
Sacelli eorum maiorum Hieronymus, & Ioannes Baptista de Nola Molisi,
quondam Ioannis Dominici patris Crotoniatae Patricij filij unanimes moestissimi
posuere. Mense Novembris. Anno MDCXIII.
Illustris
D. Aloysius Brancaccius Sedilis Nidi Eques, Canonicus Neapolitanus in Tumulo
V.I.D.Hieronymi de Nola Molisi Patricij Crotoniatae Neapoli orti ex Matre
Neapolitana sui conſanguinei, mortuique; Neapoli, Anno M.DC.XXXI.
Praemia si meritis donant
condigna Superni,
Hic meruit superum, post sua fata, locum,
Dum vixit virtute micans, bonus, atque modestus,
Secretus, Magnus consiliator erat.
Publica semper amans Molisius iste vocatus
De Nola dictus, quem tegit
iste lapis.
Ad
illustriss. & Reverendiss. Antonium Sebastianum Minturnum Crotoniatarum Antistitem
de laudibus Crotonis. Ianus Pilusius Crotoniata Salutem.
Sedes digna Deis Croton,
salubri
Coeli temperie, &
feracitate
Bonorum, caeterisque,
liberique;
Cunctis urbibus,oppidiſque, cunctis
Praecellens,mihiter,quaterque; salve.
Olim tempora cùm Miloniana
Non haec pessima monstra
procreabant
Magnae Gloria Graeciae
fuisti,
Nec te pulchrior urbs,
ameniorque
Videbatur in orbe, Sol nitebat
Tibi splendidius, Favoniusque,
Flabat mollius, & suaviores
Tellus culta suis bonis colonis
Agrorum dabat, arborumque foetus.
Claros ingenio viros Minerva,
In Certamine gymnicae palestrae,
Et pugnis madidis cruore Mavors
Victorem populum usque suggerebant.
unde Pythagoras decus sophorum
Te semper coluit, tuosque cives
Artes edocuit, bonosque mores.
Nunc virtute tui boni,
& fidelis
Minturni Patris artium
bonarum
Cunctarum pelagi
modestiarum;
Certè es, qualis eras.
Dij, Deaeque,
Illi dent bona cuncta, mi
misello
Inclementia, quem rotat
tot annos
Fati per genus omnium
malorum,
Mori; & vivere patriae
in beato
Sinu, plus oculis, meaque
vita
Illam semper amavi, &
usque amabo
Licet mittar ad ultimos
Britannos,
Atque ultra Oceanum,
viamque Solis
Extra, quò penetrare nulla
possit
Fama,
quae mihi nominet Crotonem.
CATALOGO DEGLI
AUTORI,
Dalli quali si è cavata la Cronica di Crotone, di
questo Primo Libro.
Aetio; Ateneo; Agostino Santo;
Alessandro Polistore; Ambrogio Calepino; Ambrogio Santo; Annio; Antioco
Siracusano; Anfia; Antonio Marrafa Teologo Padre Domenicano; Antonio de Ponte
Grammatico; Apollodoro; Appiano Alessandrino; Ariosto; Aristofane; Aristeo
Filosofo Crotonese; Aristippo; Aristobolo; Aristarco; Aristofane; Aristocle;
Aristotile; Aristotine; Atalarico; Ateneo; Asclepiade; Aulo Gellio; Aurispa;
Baronio Cardinale; Barreo; Bartolomeo Marliano; Basilio Santo; Battista
Mantuano Padre Carmelitano, che scrisse la vita di S.Dionigi Areopagita; Beato
Gioachino; Beroaldo; Beroso; Biblia Sacra; Botero; Boccaccio; Borico; Budeo;
Camillo Lucifero; Cassiodoro; Cassio Hemina; Catone; Celio historico Greco;
Celio Rodegino; Chrisostomo Savelio Teologo Padre Domenicano; Christofaro
suarez de Figueroa; Cicerone; Codice de Signori Leggisti; Clemente Alessandrino; Colennuccio Compendio;
Conte di Scandiano; C.Piso; Cornelio Tacito; Costantino Lascari; Costanzo
historico; Cronica di Regio; Curtio; David Romeo; Dicearco; Diodoro Sicolo;
Diogene Laertio; Dionisio Afro de situ Orbis; Dionisio Alicarnasio; Dioscoride;
Eforo sopra Strabone; Eliano; Epicarmo; Ermippo; Ermolao Barbaro; Eraclide;
Erodoto; Euripide; Eusebio Cesariense Santo; Eustasio; Facio de gli Uberti;
Fabio Pittore; Falari Tiranno; Favorino; Ferecide; Fermino; Filiasio;
Filostrato; Gellio; Geneſi; Gio. Antonio Flaminio d'Imola; Gio. Antonio
Campano; Gioachino Beato; Gio. Battista Carello; Giovanni Lucido; Gio. Battista
Pio; Giouanni Boemo li costumi de Legenti; Giovanni Giovene historia Tarentina;
Gio. Boccaccio; Gio. Tarcagnota; Gio.Tzetza; Gio. Nicolò Doglioni; Gioseppe
Hebreo; Giovio; Giostino; Girolamo Bardi; Girolamo Santo; Giulio Cesare
Recupito Padre Geſuito; Giulio Ferretti Conte Palatino; Guido Pancirolo;
Gulione; Hierocle Alessandrino Milesio il Giovene; Homero; Horatio; Iamblico;
Iano Pelusio Crotoniata; Ionecchio; Isacio sopra Licofrone; Laertio; Lelio Gregorio Giraldo; Leocastro; Leonico varia
historia; Licofrone nella Cassandra; Livio historico; Lodovico Ariosto;
Lodovico Dolce; Luca Santo; Lucano; Luciano; Lucidario Poetico; Marafioti
Cronica di Calabria; Marco Varrone; Marino Freccia de subfeudis; Marco Antonio;
Marsilio Ficino; Metastene Persiano; Mesue; Michele Zappollo; Niceta
Siracusano; Nicolò Leonico; Nicolò Copernico; Nicolò Coporaico; Nicolò
Scutellio; Numenio; Oliviero Arziganese; Ovidio; Padre Maestro Antonio Marrafa
Domenicano; Pandolfo Collennuccio; Pantino; Parrasio cosentino; Paolo Emilio
Santoro Arcivescovo di cosenza; Paolino Arnolfini; Pausania; Petronio Arbitro;
Pietro Razzano; Pitagora; Plinio; Plotino; Plutarco; Polibio; Polino; Polito;
Pomponio Mela; Pontano; Prisciano; Procopio; Prospero Parisi; Proto; Quinto
Curtio; Rafaele Volaterrano; Razzano; Rocco; Rufo Volaterrano sabellico;
Salustio; Santo Agostino; Santo Basilio; Santo Girolamo; Santo Tomaso d'Aquino;
Santo Eusebio Cesariense; Sempronio; Senofonte; Sesto Pompeo; Settanta
Interpreti; Sillio; Silvio Italico; Sistro; Solino; Sommonte; Stefano; Stefano
Bizzantio; Stefano dell'Acaia; Stefano Negro; Strobeo; Strabone; Svetonio
Tranquillo; Suida; Talarico; Tarcagnota; Teocrito; Teodorito Vescovo Ciriteense;
Tiopompo; Timeo; Timone Filiasio; Tra quello de nobilitate Tito Livio; Tolomeo;
Tomaso Santo d'Aquino; Trogo Pompeo; Tucidide; Valerio Max.; Varrone; Vibio
Sequestre; Virgilio; Ulcino; Volaterrano; Zappolla histor.
TAVOLA DELLE COSE PIU’ NOTABILI
Che si contengono in questo primo Libro.
A
Acqua
di Christo dove sia, 59; Allegra core hoggi detto Crepacore, e perche, 60;
Alessandro manda gran doni alla Republica di Crotone, e molto regala al
Capitano, & suoi soldati ch'essa Republica haveva mandati à soccorerlo,
151; Alessio fiume, hoggi detto Amendolia, 23; Amicitia strettissima tra
Crotonesi, e Romani, 182; Annibale Cartaginese, e memoria di tutte le sue
guerre, 69; Annibale in che anni del mondo venisse in Europa, & in quali se
ne partisse, 69; Antinesto primo Rè Coronato d'Italia, 171; Aristofilide
Crotonese, come fù Re di Taranto, 165; Armata de’ Romani di continuo alla
difesa di Crotone, 180; Armerì Vallone, e perche così detto, 60; Aulonia
edificata da Crotonesi, 103; Ausonia in che parte hebbe principio, 6; Ausonij
Occisori di Filottete, e come, 7.
B
Bagio
come si usi hoggi dalle donne in Italia, 61; Battaglia tra Crotonesi, e
Sibariti, 123; Briglianello Feudo, perche così detto, sua descrittione, e sue
delitie, 59; Brutij di Costumi diuersi da Crotonesi, 187; Brutij, e loro
origine, 206; Brutij, e loro guerra contro Crotone, 185; Brutij hoggi detto
Burzano, e perche, 23; Brutij sopra Crotone per prenderla, e loro intentione,
49.
C
Calabria
abondante più d'ogni altra parte del mondo di tutte le cose necessarie al
vitto, & anco di tutte quelle, che si trovano per tutto l'universo, 93;
Calabria perche così detta, e quale Provincia fosse detta prima Calabria, e
quale fosse l'antica, 13; Calabria quale sia stata, 13; Camillo Lucifero
Scrittore, d'alcune cose notabili di Crotone, 54; Capo d'Otranto detto la prima
Calabria, e perche, 13; Capo delle Colonne e sua descrittione, 64 e 65; sue
delitie, 65; detto con altri nomi, 65; Cappellina luogo dentro la Città di
Crotone, e perche così detta, 52; Capoccini, chi fù il primo loro Institutore
in quale anno, et di che patria, 15; cartaginesi, e sua vittoria contro Romani
vicino Crotone, 189. Catanzaro, sua nobiltà, suo sito; ove sono telari di seta
di tutte le sorti, 82, 83; Caudino Monte, come detto hoggi, e di chi sia, 52;
Chi fosse il primo Re d'Italia, 171; Chi portò gli habitatori in quel luogo
della Magna Grecia che fù Crot., 3; Chi sia stato Inventore del vino, 3;
Christo in che anni del Mondo nacque, 43; Città antiche distrutte di questa
Provincia quali, 172; Cicali nel fiume Alesso hoggi detto Amendolia, che
proprietà habbiano da una riva all'altra, 23; Cicerone perche grandemente si
dolse non essere stato al tempo di Pittagora 137 e 138; Città in Italia da chi
fossero prima edificate, 5; Cleta edificata da’ Crotonesi, 103; e quali
fossero, 104; Colonie de Romani in questa Provincia quante, e quali fossero,
181; Colonie, e loro Cittadini quali prerogative godessero, 131; Colonie de’
Romani di questa Provincia quali, e quante, 172; Colonna d'oro massiccio dedicata
alla Dea Giunone Lacinia di che denari fosse fatta 68; disegno di Annibale per
rubbarla 69, apparitione della Dea à quello, & di sue mimaccie, ibid.;
Corone doi di oro fatte da Formione valorosissimo Capitano Crotonese, perche, e
sua inscrittione, 53; cosenza preſa da cartaginesi, & in che anni, 184;
Crotone assediata solo da Brutij la seconda volta, 185; Crotone assediata da
Pirro con innumerabile esercito, 176; resistenza incredibile de' suoi
Cittadini, 176; alfine è presa da Pirro saccheggiata, e quasi destrutta, 177;
Crotone, che significhi, 24; come questo nome hebbe principio; 25, dove situa,
24; & altre cose degne da leggersi, 25; Crotone combattuta da’ Romani, 179;
difesa gagliardamente da’ suoi Cittadini, e loro vittoria. Ibid.; Crotone da quante
Nationi fosse edificata, di quante miglia fosse il suo circuito, 8; Crotone
difesa di continuo da un'armata de Romani, 180; Crotone di gran stima, batteva
monete, teneva eserciti in campagna, e grosse armate per mare, 194; Crotone, e
suo Territorio dotato di temperie di buon'aere, di abondanti, e fertilità, 91;
Crotone,e suo Territorio quanto sia stato grande, 77; Crotone, e sue lodi, 193;
Crotone fatta Città da Ercole, & in che tempo, 90 e 93; Crotone habitata da
Salentini, e perche così detti, 7; Crotone huono della Samotracia 25, e che sia
Samotracia, 26, dove gli toccò la prima habitatione, sua moglie detta Laureta,
Città nominata così dalla sua moglie detta Lauresa, in che tempo, 27; Crotone
in che stima fosse al tempo, che regnaua, 195; Crotone in che anno hebbe nome
di Città, e cosi fosse chiamata, e quanti anni habbia questo, 43; Crotone in
che anno fosse fatta Colonia de Romani, 181; Crotone in che anno cominciò ad
habitarsi, 8; Crotone ornata di Tempij superbissimi, e ricchissimi, & altre
curiosità, e quali Tempij fossero, 50. fino al 53.; Crotone più antica di Roma,
e di quanto tempo, 99; sua Republica, monete, che usavano, e potentia de' suoi
Cittadini, ibid.; suo Senato governato da 300 Senatori, & anco da mille,
100; Sue monete, che impronto havessero, ibid.; libri d'Aristotele parlavano di
essa, ibid.; quali furono persi, ibid.; Inscrittioni antiche locate in essa,
102, 103; Crotone presa con inganno da Dionisio Tiranno, e quella saccheggiata,
175; Crotone presa da Brutij. 187; Crotone presa da cartaginesi, & in che
anni, 184; Crotone presa da Annibale Cartaginese, e come, 183; Crotone presa da
Pirro Rè degli Epiroti, 176; Crotone privilegiata da Rè d'Aragona, e sua serie,
195; Crotone quando fù fatta Città, chi regnava nel Mondo, 44; in che tempo
fosse edificata, 45; quanto era grande, & il suo Castello, e suo Porto, 46,
47; Crotone quanto fosse stata grande avanti la destruttione, 46., 175.; quanto
dopò di essa destruttione, 177; Crotonesi amicissimi de’ Romani, 182; Crotonesi
contro Cleta, hoggi Pietra mala, 112, 113; suo esito, 113; Crotonesi contro
Sibariti, 114.; potentissima causa di questa guerra, 115; Crotonesi coronati
come vittoriosi, e perche, 97; Crotonesi detti anco Laureti, 66, 113; Crotonesi
edificatori di Aulonia, 103; Crotonesi, e loro guerra contro la Città di Siro,
e suo esito, 105; Svaligiati da’ Sibariti, 106; Crotonesi, e loro guerra contro
Rigitani, e contro di Locresi, 107; Crotonesi, e danni loro ricevuti per la
profanatione del Tempio, 106; Crotonesi, e loro guerra contro la Città di
Tensa, hoggi detta Malvito, ò Melvito, 111, 112; secondo altri quale sia, 112;
Crotonesi edificatori di Cleta, 103; molto potentim 104; Crotonesi liberati da
cartaginesi per via de' Romani, 188; Crotonesi veneratori degli Dei, 54;
Crotonesi nobili diversi dal Popolo, 186; Crotonesi Nobili in che stima
tenevano Ercole, 198; Crotonesi Nobili risoluti più tosto morire, che darsi in
mano à Brutij, 187; Crotonesi Nobili si salvano nel Castello, 187; Crotonesi
Nobili si ritirano à Locri, 188; Crotonesi perditori, 108; loro vendetta contro
Locresi, 109; dati all'otio, 110; dal quale vengono levati da Pittagora, e
tornano nella virtù pristina loro, 110; Crotonesi, sue ricchezze, e sue lodi,
72, 94; Huomini illustri di quella, 94; Crotonesi, suo esercito, e Capitano,
quanti anni mantenuto, 104; Crotonesi si difendono valorosamente da Dionisio
Tiranno, con molto suo danno, 175.
D
Democide
Crotonese Medico eccellentissimo fatto Schiavo di Dario, Rè di Persia, e sua
historia, 161, 162, 163; Descrittione della prima Enotria, e suoi confini, 3;
Dialo giuoco usato ne' giuochi Olimpici quale fosse, e come si esercitava, 154;
Di che pregio fosse la nobiltà di Crotone sua antichità e stima, 141; Dio, e
Santi devono essere riveriti, e non gli huomini, e perche, 118; S. Dionisio
Areopagita in Crotone, e suo Protettore, 196; Il seggio delli Nobili detto del
suo nome ibid.; Dionisio Tiranno Rè di Sicilia assedia Crotone, 175; difesa
valorosamente da suoi Cittadini, 175; alla fine con inganno, e frode la prende,
e saccheggia, Ibid.; Discendenti di Noè, che habitarono in Italia, 5, 38, 39;
Documenti di Pittagora lasciati nella sua morte a Policrata sua figlia, 147;
Dono di Enea fatto alla Dea Giunone Lacinia con il suo nome, 68.
E
Edificator
di Genova chi fosse stato, 6; Edificatione di Roma, e da chi prese il nome,
178; Effigie di S. Dionigi Areopagita sigillo della Nobiltà, 202; Egone
Crotoniata, e sue qualità, e ſue prodezze, 96; Egregorio Capitano de’ Sibariti
preso da’ Crotonesi, condotto alla morte, e sue parole avanti morire, 53; Monte
Egregorio detto di questo nome, come sia detto hoggi e chi lo possieda, 53;
Enotrij da chi furono detti, 3; Ercole chi fù, 35; in che anni del Mondo
venisse in Italia la prima volta, 40; sua partita per Spagna, 41; Ercole occide
Crotone, & in che maniera, 28; Ercole in che veneratione tenuto da’ Nobili
Crotonesi, 198; Esaro fiume, e sua descrittione, 56; perche così detto, e suo
Porto nauigabile, 57; Anticamente unito con Tacina, 58; esercito Crotonese, e
suo ordine, 122; Principio della Battaglia, 123; esercito Crotonese di quanto
numero fosse, 119; esercito de' Sibariti à che numero ascendesse, 119; Esperia
perche così detta, 9.
F
Failo
Crotonese chi fosse, agiuto dato da esso ad Alessandro, e suoi fatti egregij,
49; Failo, altro di questo nome, mandato da’ Crotonesi in agiuto di Atene, e
suo valore, 49; Faro di Messina, e sua descrittione, 15; Filosofi. &
huomini illustri antichi in qualsivoglia scienza di ciascheduna Città di questa
Provincia, 168 ſino al 172; Filottete da chi fosse ammazzato, 7; Fisco monte
quale sia stato, - 55; Fonte d'acqua buona quale sia, & in che luogo, 56;
Formione Capitano Generale de’ Crotonesi, e suoi progressi contro Tempsa, 154;
Formione ferito, e meravigliosamente sanato, e dove, 110; Formione
valorosissimo Capitano Crotonese fà fare doi corone d'oro, perche, e suo motto,
53; Fossa del Lupo dove sia, e perche così detta, 65.
G
Giacomo,
o Giaimo d'Aragona, perche tenesse la sua armata nel Porto di Crotone, 50; Grati,
ſiume, sua descrittione, e che Città havesse vicino, 24; Gran Duca di Toscana
Signor della Città di Policastro, 87; Guerra bandita da’ Sibariti, accettata
subito da’ Nobili Crotonesi, e suo esito, 118; Guerra fatta da Dionisio contro
la Città di Crotone, e suo esito, 175; sue astutie, frodi per prenderla, 175;
Guerra fatta da’ Brutij contro Crotone, 185; Guerra fatta da Pirro contro
Crotonesi, e suoi successi, 176; Guerra fatta da’ Crotonesi contro la Città di
Siro, in che tempo, e suo esito, 105; Guerra tra Crotonesi e locresi, 107;
Guerra tra Crotonesi, e la Città di Temsa, hoggi detta Melvito, ò Malvito, 111,
112; altri quale dicano che sia, 112.
H
Huomini
Illustri di questa Provincia quali hanno esercitato in Roma il Consolato, &
di altri Officij, 172, 173.
I
In
che anni del Mondo fù il Diluvio uniuersale, 2; Inscrittione sententiosa posta
da Pittagora sopra la porta della sua scuola, 133; Ionio Mare perche così
detto, 24; Isola Città, suo Vescovado, suoi privilegi, e suoi Baroni, quali
anticamente siano stati, 89, 90; Italia, sue Provincie, e Città, con mutatione
di nomi diversi da gli antichi, I7; Italia tutta differente trà Nobili, e
Popolo, 186; Italo chi fosse, e di che parte Rè, e che imparò a gli Enotrij, 9.
L
Lacinio
Corcireo chi fosse, - 27; Lamposa valle, e sua descrittione, 58; Latimno monte
quale fosse anticamente, e quale si pretende, che sia hoggi, 55; Laureti quali popoli siano e come
altramente detti, 113; Leonia Città distruta, e come hoggi venga detta, 60;
Leonimo ferito, e con maraviglia sanato, come, e dove, 110; Locresi, e loro
tema de' Crotonesi, e perche, 104; Locreſi vittoriosi, 108; e poi perditori,
109.
M
Magna
Grecia, perche poi detta Calabria, 18; Lodi dell'istessa, 19; Si assomiglia ad
un'altra India, & è di ogni cosa abbondante, 21; Confini di quella, 22; Fù
anco detta tutta Italia, 24; Magna Grecia perche così detta, 10; Manna dove si
coglia, 78; Come si generi, 91; Melinno stagno, e come detto hoggi, e in che
modo sia, 55; Milone Capitan Generale de’ Crotonesi, 119; suoi progressi,
stratagemme, & andamenti, 119, 120; Mette in ordine il suo esercito, 120;
Ragionamento di lui a’ suoi soldati, 121; sua forza, & altre virtù, 152;
Moglie di Pittagora qual scienza possedesse, 146; suoi figli, e suoi discepoli
Crotoniati, 147; Monsignor Antonio Lucifero Vescovo di Crotone delle colonne
della scuola di Pittagora ne fabricò il nuouo Vescovado, 126; Monte Latimno
quale si giudichi che sia, 55; Morte di Pittagora, e suoi discepoli, quale sia
stata, e da chi procurata, e la causa di quella, 146; Morte di Pirro come
seguisse,e dove, 177; Morte mai temuta da’ soldati valorosi, 118.
N
Natiuità
di Christo in che anni del Mondo sia stata, 43; Neeto fiume, sua descrittione,
pesci, che si trovano in esso, e trà gli altri storioni eccellenti, delli quali
ne fù presentato uno al Signor Giovanni Andrea Nola Molise dal Duca di Nocera,
61; Nicolò Doglioni,e sue osservanze intorno agli anni del Mondo, 37; Nobili
Crotonesi in che stima tenessero Ercole, 198; Nobili Crotonesi contro Brutij
ritirati nel Castello, 187; Nobili di Crotone dopo il Batteſimo che sigillo
usino,e quale sia, 198; Nobiltà di Crotone che sigillo usasse anticamente, 198;
Nobiltà di Crotone in che anni fosse, 192, 193; Noè che nomi havesse;
Noè
in che anni del Mondo venisse in Italia, 2; Primo Rè d'Italia, 171; Noè la
seconda volta in Italia, 6; Noè quante persone vidde della sua descendenza, 6;
Numa Pompilio come ricevesse le leggi da Pittagora, e come le communicasse a’
Romani, 142.
O
Olimpiade,
sua origine, e che significhi, 98; Origine degli Enotrij, e quanti fossero, 3;
D. Oratio Sersale Duca di Belcastro, e suo stato quale sia, 87; Ornamento vero
delle donne qual deve essere 32.
P
Palazzo
che luogo sia, e perche così detto, 59; S. Paolo in Reggio, e cme, 4; Pascolo
perfettissimo dove stavano gli animali dedicati alla Dea Giunone Lacinia, 65;
Petelia, hoggi strongoli, 80; Inscrittioni in marmo antiche, che si conservano
in quella, ibid. Fù preſa da Annibale, e sua historia, 81; S. Pietro Apostolo
in Galatina, 4; Pirro, e sua guerra contro Crotone, 176; sua morte come fosse,
177; Pittagora chi fosse, sua vita, versi aurei, documenti, moglie e figliuoli,
129. e segu. dove nacque, e dove sia stata detta Terra, 130; Pittagora
legislatore, quale diede le leggi a Numa Pompilio Rè de’ Romani, quali leggi
furono communicate ad essi Romani, 142; Pittagora inventore della muſica, &
in che maniera, 133; Inscrittione sententiosa sopra la porta della sua scuola,
133; Pittagora giudicato huomo divino, e perche, 132; scrisse molte opere, 132,
133; Pittagora da chi imparasse le leggi, e dove, suo silentio, e dottrina,
143; varie sentenze, e saggi detti di esso, 144; Varie opinioni di diversi
scrittori sopra della sua vita, 144, & seg.; Pittagora sollevatore de’
Crotonesi dall'otio alla virtù, 110; Policastro, suo sito, e descrittione, e
come si chiami altramente, ove ſi ritrova una spina della Corona del N. S.
Giesu Christo, 86; Policrata figlia di Pittagora quali documenti riceuesse
nella morte di esso, 147; Popolo Crotonese diverso dalla Nobiltà, 186;
Prasinace fontana dove sia, e perche cosi detta, 62; & altro suo nome,
ibid. Presa di Crotone fatta da Brutij, 187; Presa fatta da Annibale
Cartaginese di Crotone, 183; Priamo quanto regnasse, 60; sue sorelle, e loro
nomi proprii, 61; Profanar le Chiese causa di molti mali, 106.
Q
Quali
fossero gli Enotrij, e loro origine, 3; Quinto Fulvio violatore del tempio,
della Dea Giunone Lacinia, & in che anni del Mondo fosse, 75.
R
Recipe
di Pittagora per lo stomaco, 140; Reggio da chi fosse stato edificato, 4;
Regnanti del mondo, quando fù fatta Città Crotone chi fossero, 44; Republiche
antiche di questa Provincia quali siano state, 172; Riformatori dell'anno chi
siano stati, & in che tempo, 79; Rigitani in aiuto de’ Locresi contro
Crotone, 107; Roberto Guiscardo primo Ducha di Calabria, e chi fosse, 172; Roma
da chi fosse edificata, in che anni del mondo, e con che stratagemma, &
astutia entrarono in Crotone i Romani, 177; Roma in che anni del Mondo fosse
edificata, 45; Roma quanti anni sono sino al giorno d'hoggi, che sia edificata,
179; Romani come entrarono in Crotone, e con che patti, 180; Romani contro la
Città di Crotone, 179; Difesa de’ suoi Cittadini valorosi, e loro vittoria,
179; Romani tornano contro Crotonesi, e con che patti entrino in quella Città,
180; Romani vinti da’ cartaginesi vicino Crotone, 189; Romani vinceno
cartaginesi presso Crotone, 189.
S
Sacrifici
che cosa operino, 106; Saraceni pretendeno prender Crotone, e suoi diſegni, 49;
Saturnia chi fosse detta, 9; Sc- uola di Pittagora in che tempo fosse, 126;
quelli, che la ressero dopo di lui, 126; suoi Uditori quali fossero, & in
che tempo l'udivano, 127; Varie opinioni sopra il tempo, che fiorì detta
scuola, 127, 128; Seleto Crotonese legislatore famosissimo, quali leggi trà le
altre desse, e con qual pena; chi fosse il primo à incorrere in detta pena, e
quello che ne siegue, 166; Senato Crotonese sempre con l'assistenza di
Pittagora, 116; detto specchio di tutto ll Mondo, 119; suo prudentissimo
ordine, ibid.; Senato di Crotone da quanti Senatori era governato, 190,&
193; Senatore di che facoltà, & età dovea essere, I93; Settanta Interpreti
chi, e quali furono, 43; S. Seuerina Metropoli, & Arcivescovato, & di
altre sue dignità, 38, 89; Sibari Città popolosa, 115; Capo di quattro Nationi,
e venticinque Città, ibid.; destrutta da’ Crotonesi, 124; Sibariti,e loro
ricchezze, 115; loro superbia, e lascivia, ibid.; Bandiscono la guerra contro
Crotonesi, e quello, che ne siegue, 118; loro fuga, 124; Sibariti svaligiatori
de' Crotonesi, 106; Sigillo antico della Nobiltà di Crotone nelle scritture
publiche quale fosse, - 198; Sigillo de’ Nobili Crotonesi dopo il Battesimo
quale sia, 198; stretto di terra più angusto in Italia quale sia, 93; storione
donato dal Duca di Nocera al Sign. Gio. Andrea di Nola Molise zio dell'Auttore,
in che ſiume si pigli, 61.
T
Tacina
fiume anticamente unito con Esaro, 53; Talete, Egregorio, & altri Capitani
de’ Sibariti, 122; loro andamenti, 122. 123; Tempio della Dea Giunone Lacinia
dove fosse, e sua descrittione, 67; Tempio della Dea Giunone violato da chi,
& in quali anni del Mondo sia stato, 75; Tempio della Dea Proserpina in
Locri, e quello che siegue, 104; Tempij da chi fossero prima introdotti in Italia,
5; Terranova di Calabria Ultra, anticamente Terina, Colonia de' Crotonesi, 103;
S. Thomaso d'Aquino, e sua historia, 84; sua nascita ove sia stata, 85;
Timasiteo Rè di Lipari Crotonese, e suo nobil'atto verso i Romani, 182;
Timasiteo nobile Crotonese famosissimo lottatore, come si fece Signore di
Lipari, 153; Altri famosissimi lottatori Crotonesi, & eccellenti in altri
giuochi in arme, & in diverse scienze, 153, 154, e seg.; Tito Imper. In
Reg, e perche, 5; Troia quando fosse edificata, e in che anni del Mondo, 45.
V
Vallone
salso, e da che prenda il nome, 60; versi di oro di Pittagora quali fossero,
135,136, & segu.; Veste di Alcistone sibarita di che valuta fosse, 70; Vino
da chi fosse prodotto, e come osservato per legge inviolabile da’ Romani, 30;
Vittoria de’ cartaginesi contro Romani appresso Crotone, 189; Vittoria de'
Romani contro cartaginesi, 189; Ultimo de’ Crotonesi devesi stimare il primo,
anzi il maggior di tutta la Grecia, 121; una brevissima e curiosa lettione di
Nobiltà,chi fù l'Inventor di quella, e perche, come si acquista, come si perde,
e che la povertà non toglie nobiltà, 205, 206.
Z
Zalmosci discepolo di Pittagora, & historia curiosa, 167.
CRONICA DELLA CITTA' DI CROTONE
Raccolta PER GIO. BATTISTA DA NOLA MOLISI PATRITIO CROTONIATA
LIBRO PRIMO
Nello quale delle cose più antiche si tratta cavate da
gravi, & veridici Autori.
Descrittione di quella parte d'Italia, che si chiamò
un tempo Magna Grecia, cioè la Gran Grecia, come si chiamò prima, e come si
chiama hoggi, di chi fù il primo dopò il diluvio uniuersale, che venne ad
habitarvi.
CAPITOLO I: 1
Volendo descrivere l'edificatione della Città
detta Crotone, & sua historia, è necessario descrivere primieramente in che
parte del Mondo sia edificata; Perciò dico,che si trova situata nella più nobil
parte d'Italia detta un tempo Magna Grecia, la quale più anticamente di molti
altri nomi venne chiamata, & è quella parte, detta hoggi Calabria, che sta
esposta à Levante nel Mare lonio.
Mi è parso tirar l'historia dal principio
dell'habitatione di quella, dopò il Diluvio universale; per il che, sequendo
Gio.Nicolò Doglioni nella prima Parte del primo Volume del suo universale
Teatro de' Prencipi, & dell'historie del Mondo, e Girolamo Bardi nelle sue
età del Mondo, & altri con l'auttorità di Gioseppe Hebreo Authore antico,
& della Sacra Genesi tradotta nell'idioma latino da San Girolamo Capitolo
quinto, sesto, settimo, & ottavo, dico, che il diluvio uniuersale successe
negl'anni della creatione di Adamo mille seicento cinquanta sei; quando Noè co'
suoi figliuoli, & le loro mogli nell'Arca con il maschio, & con la
femina d'ogni genere d'animali, per volere, & ordine di Dio si salvarono;
mancate al fine l'acque, uscì dall'Arca Noè con tutti quelli che, salvati vi
erano, facendo subito sacrificio al Signore Dio dell'animali nati nell'Arca,
rendendoli gratie dello tanto ricevuto beneficio; & poscia che per lo
spatio di anni cento, & otto, conforme disse Filone Hebreo,molto presto
crebbe la sua generatione appresso l'Armenia Maggiore, dove riposò l'Arca,
parse tempo hormai à Noè di destribuire la sua progenie per il Mondo, facendo
di quello trè parti; perche trè figli all'hora haveva, Sem, Cham, & Giafet,
assignando l'Asia à Sem, l'Africa à Cham, & l'Europa à Giafet; con tutto
ciò si compiacque Noè, seguendo la lettura dell'istessi Doglioni, & Bardi
nelle loro predette opere,, & la descrittione d'Italia di Frà Leandro
Alberti, & altri, parlando di Roma, di venire lui proprio con molta sua
progenie in Italia nell'anni del Mondo 1765. cento, & nove anni dopò il
diluuio, varcando il mare, & riposandoſi appresso un fiume, col suo nome
Gianicolo fè chiamarlo (perchè Giano anco Noè fù detto), qual fiume hoggi si
dice il Tevere, che passa per mezzo Roma.
Noè dunque, detto anco Noa, secondo Beroso,
overo Ogige, secondo Metastene Persiano, & Diodoro Sicolo, Senofonte, &
Fabio Pittore, ò Giano, come hò detto, & Oenotrio, come vuol Catone, &
etiandio Beroso, fu il primo frà gli antichi Scrittori nominato Rè d'Italia,
& in detto anno Noè sottodetto nome di Oenotrio, come racconta Catone,
prima di giungere nel Tevere, venne in questa fronte d'Italia, così detta da
Plinio, che primieramente fu dal suo nome detta Oenotria, mentre in quei tempi
Noè, per la parola enos, che in lingua greca vuol dire vino, fù detto Oenotrio,
perche Noè fù il primo inventore del vino, & questa Oenotria poscia con il
tempo fù detta Magna Grecia.
Ben è vero, che si ritrova esserne stati trè
Oenotrij, il primo fù questo Noè, come disse Catone & Beroso, l'altro fù
figliuolo di Licaone, conforme disse Dionisio Halicarnasio, & l'istesso
Beroso, il terzo fù Rè de' Sabini, come dice Varrone.
Laonde da questi trè Oenotrij trassero il
nome trè Oenotrie, cioè l'antica italia ch'ebbe principio questa fronte, che
poi fù detta Magna Grecia, da Noè, come sta detta l'altra da Oenotrio Greco di
Arcadia, fù detta la Puglia, & la terza quella Provincia detta de’ Sabini,
come ne scrisse à pieno Frà Leandro Alberti nella sua descrittione d'italia.
Antioco dice che questa regione, detta
Oenotria da Noè, comincia il suo sito dal fiume Lao termine della Lucania,
hoggi Basilicata lungo il mare Tirreno per li Brutij ſin’al mare, seu Golfo di
Messina detto il Faro, & quindi voltando à Levante ſino al tenimento di
Metaponto appresso Taranto, comprendendo trè lati del Mare Hipponiato, detto il
golfo di Santa Eufemia, il Faro, & quel di Squillace, tutta questa parte
fosse dimandata Oenotria antica derivata da Noè, come sta detto, il quale dopò
il diluvio universale primieramente approdò, & habitò in questa contrada,
quale hoggi si dice Calabria (già che questi istessi sono li confini di essa),
nella quale è compresa la Magna Grecia.
Dionisio Halicarnasio nel Primo Libro, &
Ferecide de Originibus Atheniensium, Strabone, & altri così scrissero, che
questa regione chiamata Italia anticamente fù habitata dagl'Oenotrij.
Fù necessario, che Noè, venendo d'Armenia,
ch'è nella regione di Levante, approdasse primieramente in questa fronte
d'Italia, come quella ch'è la più prossima, & primo terreno, che si piglia
venendo da Levante.
Il simile successe ad Aschenaz suo
Pronepote, che facendo l'istesso camino, in Regio primieramente sbarcò,
edificando quella Città, che per molto tempo fù chiamata dal suo nome, che poi
fù detta Regio, come dice San Girolamo nelle sue Questioni hebraiche, Aschenaz
Greci Reginos vocant & c.
Così successe à S. Pietro Apostolo quando
venne in Roma, che primieramente gionse à Taranto nel luogo detto S. Pietro in
Galatina, come Giovanni Giovene nella sua Cronica, & altri affermano.
S. Paolo Apostolo anco quando fù portato in
Roma, in Regio prima pose il piede, conforme si legge nell'atti degl'Apostoli
in S. Luca nel Capitolo 28. Ut autem iudicatum est navigare cum in
Italiam, & tradi Paulum cum reliquis custodijs Centurioni nomine Iulio
secundis Augusta, & post menses autem tres navigauimus in navi Alexandrina,
&c.& cum venissemus, Syracusas, mansimus ibi triduo, inde
circumlegentes, devenimus Rhegium, & post unum diem, siante Austro, secunda
die venimus Puteolon, & sic venimus Romam.
S. Dionigi Areopagita venendo da Atene à
Roma, quivi gionse primiero il Padre Battista Mantuano Carmelitano, che descrive
la sua vita, così disse:
Iam ratis Auloni radens
freta proxima cursum
Venit ad Hydruntem, Borea
spirante, Tarentum
Labitur, apparetgue
Croton, etc.
Et l'imperatore Tito, tornando vittorioso da
Gierusalem à Roma, in Regio sicuro prima giunse con la sua felice armata.
Svetonio Tranquillo nella vita d'esso
Imperatore così disse Quare festinans in Italiam, cum Rhegium dehunc
Puteolos oneraria navi appalisset, Roman inde contendit expeditissimus.
Si potriano apportare mille viaggi simili,
mà per esser chiarissimo, non si tedia più il lettore.
Noè dunque questa prima volta dimorò in
Italia anni trentatrè, & da principio habitò non solo in questa regione
detta poi Magna Grecia, mà particolarmente in questo luogo, che poi fù detto
Crotone, come siegue, ma è necessario prima dire così.
Gomero detto anco Gallo, primogenito di
Giafet, & padre di Aschenaz (che habitò in Regio) nell'anni 1798. venne ad
habitare in Italia, per la partenza di Noè, overo Oenotrio, ò Giano, come lo
chiamarono suo Avo, & visse anni cinquanta otto, & questo Gomero insegnò à gl'italiani, secondo
l'usanza di Scitia, il modo di edificare le Città, così afferma Girolamo Bardi
nel detto suo libro dell'Età del Mondo.
Ocho Veio, dopò Gomero nell'anni 1856. ſù Rè
d'Italia, & visse anni cinquanta, & introdusse il modo di far li Tempij
in Italia.
Cham, detto anco Camese, figliuolo di Noè,
che l'era toccata l'Africa in sua portione, venne in Italia, 1906. occupandosi
quel Dominio, esercitandolo tirannicamente, & vi regnò anni diecenoue,
& per questo effetto nell'anno 1925. Noè, inteso questo, le venne contro
con una gran moltitudine di persone, & lo sforzò ad andarsene via, &
perciò Noè, ò Giano, come lo chiamorno, regnò in Italia questa seconda volta
per anni ottantadui.
Ne fia maraviglia se Noè campò tanto, perche
Filone Hebreo afferma haver visto Noè centomila persone de' suoi descendenti
frà maschi, & femine mentre visse.
Per accrescere la generatione humana, sua
Divina Maesta così dispose.
Vogliono, che Genova sia stata così nominata
da Noè detto Giano, che l'edificò come riferisce Fra’ Leandro nella sua
Descrittione d'Italia, parlando della Liguria.
Crano Razeno, da Noè suo Padre, che nacque
dopò il diluvio, fù lasciato nel dominio d'Italia, che da Gianigeni vi viene
nominato Vertunno, & incominciò à regnare nell'anni del Mondo 2007. &
visse anni cinquanta quattro.
Amno, overo Atunno, dopò Giano, fù
nell'Italia, & visse anni quarantatrè, che poi nell'anno 2066. concesse ad
Ausone quella parte d'Italia dove gionto da principio Noè detto anco Oenotrio,
si chiamò Oenotria, & ivi presso gl'Oenotri, vi edificaro gli Ausoni le
loro habitationi, & da essi tutta italia fù poi detta Ausonia, & in detto
luoco Ausone vi edificò un Tempio consacrandolo à i nomi di Crano, & di
Giano, Plinio disse, che la riviera Orientale di Calabria fu detta Ausonia,
& Licofrone nell'Alessandra disse, che vicino Crotone, Filottete fù
ammazzato dall'Ausoni,che habitavano in quella contrada: Eustasio, & Suida
dicono che il mare, che bagna la spiagia Orientale di Calabria, detta Ausonia,
hoggi si dice anco Sicilia, & parlando de’ Locri, dicono, che quella parte,
nella quale scorre il fiume detto Alece, fù anticamente posseduta dall'Ausoni,
quale fiume è in questa riuiera Orientale compresa nella Magna Grecia.
Virgilio nel 3. dell'Eneide ammaestrando
Eleno Enea insegnandole il camino, che dovea fare prima di giungere nel Latio
partendosi dall'Epiro, così disse:
Ante
& Trinacria lentandus remus in unda,
Et
salis Ausonij lustrandum navibus aequor,
Infernique
lacus aeaeque Insula Circae,
Quam
tuta possis Urbem componere terra.
Salentini furo quelli che habitorno appresso
questi Oenotrij, & Ausoni più vicini al fiume Neeto, perche così detto
fiume all'hora si chiamava Salentino per le montagne di sale per dove detto
fiume passa. Ovidio nel decimo quinto così disse: Praeterit & Sibarim,
Salentinumque Neaethum.
Overo come lungamete racconta Varrone nel
Terzo delle cose humane, che la gente Salentina così fù detta, per il
giuramento, che fecero quelle trè nationi unite insieme sopra le navi, ch'erano
dentro l'acqua del mare salita, di vivere in una legge in pace sottoil dominio
de ldomeneo Rè di Creta, che in questo paese l'haveva portato ad habitare, così
anco riferito da Virgilio nel terzo dell'Eneide in questi versi:
Has
autem terras Italique hanc litoris oram
Proxima,
quae nostri perfunditur aequoris aestu
Effuge,
cunta malis habitantur moenia Grais,
Hic
& Naricij posuerunt moenia Locri,
Et
Sallentinos obsedit milite campos
Lyctius Idomeneus, hic
illa Ducis Moelibei,
Parva Philoctetae subnixa
Petelia muro & c.
Li Iapigij andorno anco ad habitare appresso
le sudette nationi, così detti da lapige, che fù Rè di questo paese, così l'afferma
il Lucidario Poetico, il quale Iapige fù figliuolo di Dedalo, & d'una donna
di Creta, che fù Capitano de’ Creteſi, & passò in questi luoghi ad
habitare, così afferma Appiano Alessandrino nel primo libro delle guerre
civili; Plinio, Solino, & altri, & Strabone nel sesto dice, che lapigia
fù detta quella parte ch'è situata trà il Promotorio Lacinio, & Squillace,
Dionisio Alicarnasio nel primo libro anch'egli la nomina questa regione, quando
scrive, che smontassero à terra alquanti compagni di Enea alle fortezze di
Iapigia, detti prima Salentini.
Da quanto si è detto si raccoglie che Noè
detto da’ Greci Oenotrio, quando venne la prima volta in Italia, non solo
principiò l'habitatione in questo fronte d'Italia detta poi Magna Grecia; mà
diede principio all'habitatione di questo luogo particolare, che dopò molti
anni fù da Ercole ordinato, che si chiamasse Crotone, & in questa maniera
ancora cominciorno le loro habitationi in questo medesimo luogo li Ausoni, li
Salentini, & li lapigi, & questo anco con l'auttorità seguente.
Eforo nel sesto di Strabone, & Ovidio
nel decimo quinto così dissero, che queste quattro nationi Oenotrij, Ausoni,
Salentini, & Iapigi, venuti l'uni dopò l'altri in questo luogo, che fù poi
detto Crotone, i quali allettati dalla felicità dell'aria, fecero le loro
habitationi tanto fra essi vicine, che per non essere dopò alcuni anni
danneggiati da Cacco famoso ladrone di quella contrada, fecerovun muro à torno
di dodeci miglia, come afferma Tito Livio nel decimo quarto libro delle sue
historie con queste parole Urbs Croto murum in circuitu patentem duodecim
millia passuum habuit & c.
Dunque Crotone hebbe il suo principio
dell'habitatione da Noè detto Oenotrio da Greci la prima volta che venne in
Italia, che fù nell'anno 1765.
Saturnia fù detta ancora questa regione, che
significa paese di riposo, e di ricchezze, per le molte cose pretiose, quali
questa parte d'Italia senza fatica humana da se stessa produce.
Hesperia fù detta da Hespero Rè d'Italia, che
regnò nell'anni del Mondo 2325. secondo il computo degl'anni di Girolamo Bardi
nelle sue età del Mondo, overo perche i Greci osservarono, che tutta Italia sta
soggetta alla stella Occidentale da essi Greci chiamata Hespero, perciò
Hesperia anco Italia chiamarono.
Italia fù anco detta da Italo Rè di Sicilia,
come riferisce Girolamo Bardi nella sua seconda età del Mondo, & altri, il
quale regnò nell'anni 2336.
Est
locus Hesperiam Grai cognomine dicunt.
Terra
antiqua potens armis, atque ubere glebae,
Oenotrij
coluere viri: nunc fama minores
Italiam
dixisse, Ducis de nomine gentem.
Aristotile Politica lib. settimo dice, che
Italo fù padrone dell'Oenotria, & Italo imparò à questi Oenotrij
l'agricoltura, & regnò in questa contrada, & dopò che fù detta ltalia
questa regione, che poi fù detta Magna Grecia da’ Greci, passò questo nome
d'Italia, ſino alle radice dell'Alpi, come si dice hoggi, così afferma Strabone
libro quinto, Antioco Siracusano, & altri.
[1] L’histor. Tarantina.
[2] Come recita il P. maestro Frà Gio. Battista Cermelitano di Mantua nella vita di S. Dionigi.
[3] Così afferma il B. Hierotheo compagno di S. Dionigi.
[4] S. Tomaso nel primo della Meteor. d’Aristotile recitato in questo lib. fo. 85.
[5] Polib. Lib. 10.
[6] Tito Livio Lib. 14.
[7] Erodot. Lib. 9.
[8] Constant. Lascari, & altri.
[9] Epicarmo, & altri.
[10] Valer. Max. lib. 9 cap. 16.
[11] Thomas Var. hist. Lib. 2. c. 97 Laert. In vita Formio.
[12] Ovid. Ad Rufin.
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