Lasciare le cose belle, le cose attraverso le quali la storia ci parla, in condizioni come quelle che ho qui cercato di rappresentare, è qualcosa di estremamente grave, ancor più in un territorio dove il degrado la fa da padrone. Non occorrono, o non occorrevano, opere colossali o impegni finanziari insostenibili per aiutare a sopravvivere un monumento come questa fontana, di straordinaria bellezza senza dubbio alcuno. Stiamo semplicemente ignorando questa piccola perla del territorio cirotano prima, marinoto poi, ma solo per motivi di suddivisione amministrativa: sto dicendo che quella fontana è un simbolo di entrambi i comuni psicronei, e chi conosce la storia di quei territori credo ne convenga senza tentennamenti.
Dirò, per essere forse più amari e precisi, che stiamo accompagnando, senza nemmeno l'evidenza di qualche piccolo sforzo, questo emblema della nostra storia verso un fine vita senza arte né parte, un dissolvimento silenzioso, una sparizione tra le tante, un'altra rovina senza nome, se non nel ricordo di un qualche silenzioso Don Chisciotte che in ciabatte sfida rovi e cannamasca per fare qualche foto.
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