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venerdì 16 giugno 2017

§ 286 160617 L. Ceccarelli, 'La necessità pedagogica della memoria', prefazione a 'L'identità della memoria', di G. Ferrari.

Del volume di Maestro Peppino Ferrari avevo già cercato di dire qualcosa su questo blog. al §128 del 4 ottobre 2014: 
oggi ritorno sull'argomento 'opera' del Ferrari, che va intesa come qualcosa di 'complessivo', unendosi il magistero d'insegnamento scolastico e sociale a quello artistico e culturale.
'Identità della memoria', sottotitolo 'Cirò Marina 'a ri tempi 'e na vota', apparve postumo, nel 2002, portato a compimento dalla figlia dell'autore, Simona. Ciò che oggi vorrei sottoporre all'attenzione dello sparuto gruppo di persone che molto benevolmente si soffermano su questi miei post, è la prefazione a quel volume, prefazione che, a firma Luciano Ceccarelli, nasce dalla conoscenza diretta tra l'estensore della medesima e l'autore della 'Identità'. 
Confesso che solitamente mi irrigidisco di fronte a prefazioni e postfazioni, in quanto esse diventano spesso un esercizio di stile, o poco più, da parte di chi le stila. Qui, invece, così non è, e il Ceccarelli dimostra una grandissima profondità nel parlare dell'opera particolare da lui prefata e di quella più generale realizzata e attestata dal Ferrari.
Se vi va, provate a leggere, e soprattutto a riflettere, sui singoli punti che il Ceccarelli va a sondare e proporre, nell'inquadrare la genesi della 'Identità' prima, e poi come questo volume vada quasi a 'calettarsi' precisamente nell'ambito sociale e culturale che, per il tramite dell'artista Ferrari, quella stessa realtà rappresentata ha prodotto.
Molto modestamente, e sommessamente, l'opera del Ferrari rimarrà, a segnalare una Cirò Marina che già non esiste più, o quasi, con quelle connotazioni. Peppino ha scavato in quella umanità e ne ha tramandato l'identità della memoria, proprio come perfettamente riassunto nel titolo. E' un libro importante, un punto fermo nella storia 'alecina' (che poi è l'aggettivo col quale indico i territori cirotani nel loro complesso), un libro che magari si potrebbe far leggere, magari stralciato -se non è chiedere troppo - ai giovani, ai ragazzi delle scuole, tanto per informarli che non tutto ciò che non si vede non è mai stato... e magari per fare un po' di chiarezza su ciò che è stato 'or non è guari', cioè fino a poco tempo fa, e prima che la globalizzazione (o altra causa) cancelli questi 'pitazzi' (pedazos) di storia che vagano ancora per i lidi cirotani, in attesa che qualcuno li colga e li fermi. Nella memoria, of course.






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