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mercoledì 30 dicembre 2015

§ 186 301215 Santuari a Crotone e nella Crotoniatide. (Apollo Aleo e Hera Lacinia).

Si avvicina l'agognata data di inizio - peraltro tuttora imprecisata - della campagna di scavi archeologici nell'area della mitica Krimisa. Speriamo che i materiali che sono sfuggiti alle dita adunche dei tanti che da più di un secolo ne fanno razzia resistano in qualche modo fino all'arrivo degli archeologi, quelli veri, per intenderci. Di 'buoi', sotto le più svariate forme artistiche e architettoniche, si suppone ne siano fuggiti proprio tanti dalle 'porte' dei territori filottetei.
Eppure, dall'aria che tira, mi sembra che certi appetiti non siano ancora soddisfatti. Occorrerà vigilare seriamente... e tenere lontani i tanti 'pubblicani' dal tempio. Quello che sfugge a tanti è l'importanza del santuario di Apollo Aleo e dell'area sulla quale esso insisteva. A pensarci bene, potrebbe essere stata anche una precisa scelta, quella di rendere questa importanza un segreto 'esoterico', da parte di quanti hanno da sempre capito quella importanza e se ne sono giovati. Le mie sono solo supposizioni, illazioni, senza destinatari precisi, chiaramente, però... 'ammuccia ammuccia ca si para tuttu', si dice.
Raccolgo inoltre tracce, sparse in rete, di critiche a Paolo Orsi, al quale dovremmo erigere, a Cirò e Cirò Marina, un monumento, o almeno un busto, una stele... sul suo conto mi sbagliavo, non intendevo bene il rammarico che traspare dai suoi scritti e che era diretto verso gli abitanti di quei territori ai quali egli tanto ha dato. Ne riparlerò più precisamente.
Risibile e datata attitudine è quella di criticare o voler correggere gli scritti e le intuizioni del grande archeologo trentino con elucubrazioni surrettizie e fesserie sparate sui social.
Quella che segue è una prima parte del catalogo della mostra sui 'Santuari a Crotone e nella Crotoniatide': era il 1998, progetto scientifico di Roberto Spadea, organizzazione generale della mostra a Palazzo Porti di Maria Grazia Aisa.
Concludo dicendo che la scoperta del santuario di Apollo Aleo, 1924, fu un grandissimo successo dell'archeologia italiana: sarebbe ora di rendersene conto, una volta per tutte, anche se cadono, pure in questo caso e per innumerevoli motivi, le braccia... come all'acrolito di Apollo, in un certo senso, ma gli dèi, si sa, non si fanno di questi problemi.










2 commenti:

  1. Caro Cataldo, non sono un esperto di archeologia e perdonerai la mia ingenuità se affermo che non fu Paolo Orsi a scoprire il tempio di Apollo Aleo. Egli si è, come dire, “limitato” a prenderne atto. Era fermamente convinto che il tempio dovesse trovarsi sulle colline di Oliveto e di Palagò. Perse tempo in questa sua sciocca occupazione? Forse sì. Il tempio, è bene ricordarlo, venne fuori durante i lavori di bonifica dei terreni paludosi intorno a Punta Alice.
    L’ingegnere capo del genio civile avvertì il soprintendente Paolo Orsi del ritrovamento di mattoni, piedistalli di marmo e monete di bronzo. Orsi non capì l’importanza della cosa e si limitò a suggerire di mettere da parte le cose che trovavano.
    Fu Luigi Siciliani ad allarmarsi per quei ritrovamenti e cercò di scuotere il soprintendente Paolo Orsi prima con un telegramma (la segnalazione non sortì nessun esito) e poi con una lettera che sommariamente riporto: ”Caro Prof. Orsi, solo tre giorni fa ho potuto fare un sopralluogo a Punta Alice. Che strazio! I lavori di sterro per le colmate hanno distrutto la platea del tempio (…) è stato trovato qualche acroterio e altri mascheroni (…) una testa di marmo di statua antica un po’ più grande del naturale (…) sulla fronte ci sono i buchi dove doveva essere infisso il diadema. Veda un po’ se può salvare qualche cosa mandando operai tecnici. Suo Luigi Siciliani”.
    Finalmente Orsi si decise a fare un sopralluogo. Era suo dovere farlo! Il resto della storia è cosa nota.
    G.F. Pugliese segnalò il tempio di Apollo nei pressi della Mesola di S. Paolo, dove fu poi effettivamente rinvenuto. Scrive Pugliese : “Quel tempio fu consacrato agli apostoli della vera credenza S. Pietro e Paolo, quantunque conservasse comunemente il nome del primo; ed il sito conserva tuttora il nome di Misula di S. Pietro e Paolo perché come diceva, è un isoletta in mezzo al bosco detto ora di Ardetto, cinta d’inverno dal lago detto Vurghe, o Vulghe, quasi gorghi, o bolgie, perché in alcuni siti l’acqua è profonda tanto che si dicono puzzilli…”.
    Polo Orsi non si fidò di G.F. Pugliese e, a mio modesto parere, fece molto male. Se nel 1915 (data della sua prima campagna di scavi alla ricerca del tempio Apollo Aleo) invece di andar per farfalle avesse dato ascolto a quanto lo storico di Cirò aveva segnalato, il tempio l’avrebbe ritrovato lui per davvero.
    Tu proponi di innalzare una statua a Polo Orsi e forse dici bene. Io invece (e sono sicuro che tu sei d’accordo con me) un monumento lo farei erigere a G.F. Pugliese.
    Un abbraccio

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  2. Tutto risulta come tu dici, almeno stando alla letteratura in essere. La parola 'scoperta', da me usata, è generica. Nello specifico, forse avrei dovuto dire 'il giusto risalto' dato da Paolo Orsi al rinvenimento. L'archeologo di Rovereto, in effetti, si è ritrovato tra le mani qualcosa a cui si rifiutava persino di credere, o almeno così sembra. Sui meriti che tu ed io, e altri, attribuiamo a G.F. Pugliese non aggiungo altro: già sai da quanto tempo sono interessato all'opera del nostro 'enciclopedico'. E non fare troppo caso, per quanto riguarda lo scritto da me proposto, al rigore della conoscenza: prevale la mia rabbia verso i pubblicani, probabilmente. Della statua a Pugliese avevo già fatto richiesta al comune di Cirò Marina tempi addietro... per quanto riguarda l'archeologia sono molto ma molto ignorante, però che qualcuno si appropri delle notazioni scientifiche di Paolo Orsi per farsene vanto riproponendole in maniera appena appena personalizzata, questo mi infastidisce molto. Riassumendo quello che penso, e che mi pare anche tu pensi: senza Pugliese e Siciliani, senza i lavori di bonifica e l'intervento di Orsi i resti del santuario di Apollo sarebbero stati noti solo ai soliti ignoti... come vedi, sembra quasi una catena alimentare, dove gli ultimi che ho citato avrebbero fagocitato tutti gli altri che ho nominato. Si potrebbe anche riflettere sull'importanza sociale e sul peso politico che bisogna avere anche per fare un'opera di altissimo valore culturale... perché la storia solo in apparenza non si fa con i se e con i ma: la storia è proprio la risultante dei se e dei ma che solo in apparenza non hanno avuto un peso. Concludo: l'intervento di Paolo Orsi è stato decisivo, al pari di quello di Siciliani, venuto a mancare nel 1925, appena dopo la grande scoperta, ma, ammettendo senza fronzoli il 'peccato originale' di Paolo Orsi, per il resto, nelle sue righe si colgono la meraviglia e la soddisfazione dello studioso che ha raggiunto una meta sperata. Inoltre, devo dire che il mio amato GF Pugliese è stato colui che ha tramandato la memoria dell'antica Krimisa, e qui l'elenco di quanti hanno parlato delle avventure filottetee e alecine è lunghissimo, risalendo fino a Licofrone e Strabone, se non oltre nel tempo. Per quel che riguarda il debito contratto da Orsi e tanti altri nei confronti di Pugliese ho già avuto modo di parlarne, qui e anche altrove. Il nostro storiografo, come ben sai, è stato depredato da tanti, ma proprio tanti, che nemmeno hanno avuto la decenza di citarlo, ma anche su questo, a Dio piacendo, spero di ritornare con tanto di elenco circostanziato.
    Ti abbraccio.

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