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sabato 14 marzo 2015

§ 154 140315 D. Matthew, I normanni in Italia, Laterza, 2008. 'Con quanta chiarezza...'

Tanta è la chiarezza di questo testo, perfettamente diffusa tra le righe della 'Premessa' al libro fatta dall'autore, Donald Matthew, Professore Emerito dell'Università di Reading, Inghilterra, che credo non occorra aggiungere altro. Annoto, solamente, quanto ci siamo perso, inseguendo visioni distorte e spesso di comodo della realtà meridionale, e soprattutto disconoscendo la nostra stessa storia, molti riducendola ad un revanscismo di maniera, ad una elencazione tanto sommaria quanto, spesso, immaginaria di fanfaluche e glorie vane delle quali non si avrebbe comunque, oggi, qualora verificate, merito alcuno, se non di appartenenza qualunquistica ad uno stesso territorio di origine o residenza. Che i 'greci più grandi' o i normanni dello 'stupor mundi' abbiano calcato quelle stesse terre alla cui spoliazione abbiamo assistito più o meno impassibili e incapaci di rivolgerci contro quegli usi e poteri che hanno devastato intere regioni, non è certo motivo di vanto: non ci si può inorgoglire dormendo tra allori ormai difficili anche da rivitalizzare. C'è bisogno di autocritica e di impegno, altro che di richiami generici a fierezza e orgogli insussistenti e inconsistenti. Ma leggete, se ne avete voglia, queste due paginette... e intitoliamo qualche strada a Giuseppe Laterza, che con la sua opera di diffusione culturale non avrà stupito il mondo, ma qualcosa di degno, per le terre di Federico II, ha fatto, diffondendo cultura attraverso l'editoria.
In fondo, a chiosa e in chiusura, cosa posso dire? Che tanto spesso ho sentito dire, per timore, per pudore, per mancanza di fiducia in sé stessi, qualcosa come 'non facciamoci conoscere...' Non so perché, ma il mio invito è l'esatto contrario: 'facciamoci conoscere', per quello che si è già stati, per quello che si potrebbe essere. E chi vuole intendere intenda. Il professor Matthew ha inteso e interpretato, molto meglio di tanti di tanti 'cantori' nostrani, usando grande lucidità e rigore storico (e magari avessi i mezzi per dimostrarlo... diciamo che capisco ma non so ridire, come la cavallina storna: unicuique suum... à la prochaine!).



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