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martedì 24 febbraio 2015

§ 152 240215. Grammatica Strolica Alecina, lezziona 5.1.

Mio buon amico, 
ai tuoi voti dedico queste mie stroliche considerazioni, chiedendoti venia della loro poca sostanza.
Abbimi caro, 
e non curarti se altri attingeranno a queste mie note che a tanti potrebbero suonare come vuote fanfaluche, salvo alla bisogna profittarne. Cosa vuoi che sia? Già ne patimmo innanzi di rape e di rapine, e memori, e non stanchi, ancor ne sopportiamo tante...






2 commenti:

  1. Diceva Boezio:”istruire gli altri è assecondare il proprio talento”. Questa massima, che ti si addice perfettamente, l'ho ritrovata nell'opera "Vita di Gian Teso Casopero di Paolo Da Montalto ....Venezia 1535, f 2v" da te riportata in luce.
    Come vedi, ho potuto citare ed era doveroso farlo, l'autore, il titolo del libro, l'anno e la pagina.
    Se mi capitasse di citare qualcosa di tuo dovrei far riferimento al tuo blog che, ahimé, potrebbe non esistere fra qualche anno (speriamo che abbia lunga vita invece) e non so se sarebbe corretto secondo le regole di citazione della fonte bibliografica etc.
    Ecco perchè secondo il mio personale punto di vista dovresti prima pubblicare e dipoi postare le tue lezioni non per nulla stroliche o cirogene.
    Abbimi caro

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    1. Devo fare tesoro di quello che mi dici e consigli, mio buon amico, e spero di non deludere né te né gli altri buoni amici di quella nostra piccola congrega di cultori della materia 'cirogena'; del resto, ti ho promesso che ci proverò (e sono due cose, 'promettere' e 'provarci', che non faccio mai con superficialità, almeno nei miei intenti).
      Avendoti caro,
      tibi salutem maximam dico.

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