Sul blog 'Firenze curiosità' si può leggere che ''Il mese di settembre (precisamnete l'ultimo sabato del mese, ndr) ci riserva ancora un'altra bella sorpresa (prima nel blog si parlava della 'Rificolona', fiera e festa che si svolge nella notte tra 7-8 settembre, ndr). La
campagna fiorentina sin dai tempi più remoti ha sempre primeggiato
nell’attività vitivinicola e nella produzione di alcuni dei migliori
vini del panorama nazionale. Era dovere, nel rinascimento più maturo,
offrire i prodotti della terra al Signore di Firenze da parte della
popolazione del contado. Un po’ per dovere un po’ per diletto il popolo
della Val di Sieve, attuale zona di produzione del Chianti Rufina Docg, omaggiava la Signoria del prodotto principe e più pregiato delle loro terre: il vino.
La tradizionale offerta del vino si è tramandata fino ai giorni nostri.
La rievocazione di questo nobile gesto, avviene l’ultimo sabato del mese
di settembre nell’ambito della manifestazione “Bacco artigiano”. In
Piazza della Signoria, la comunità di Rufina, offre alla città di
Firenze il vino del Chianti insieme alle chiavi della “Contea di
Turicchi”.
Un tradizionale carro, sormontato da una piramide di 1500 fiaschi pieni
di Chianti, trainato dai tipici “bovi” di razza Chianina, storicamente
ritratto nelle più belle foto storiche dei F.lli Alinari, sfila per le
vie fiorentine del centro storico di Firenze.
Il vino sarà benedetto sul sagrato del Duomo dal Vescovo, per essere poi
offerto in dono in Palazzo Vecchio alla Comunità fiorentina in
rappresentanza della simbolica “Signoria di Firenze”.
Il “Carro Matto”, così è stato ribattezzato, è
un’opera di eccezionale maestria costruttiva dei maestri vignaioli
della Val di Sieve. I “Fiaschi”, tipici contenitori in vetro di aspetto
panciuto e rivestiti di paglia, sono impilati in una piramide ed
intrecciati con paglia e legamenti naturali in modo da contenersi l’un
l’altro.
Due bellissime feste La Rificolona ed il Carro Matto, simbolo della cultura popolare fiorentina.''
Fin qui le notizie da Firenze, mentre dalla Spagna apprendiamo che 'carromato' è proprio l'equivalente del cirotano 'carrumattu', del quale si ricorda, in Italia, il vocabolario Treccani, nella voce 3b del lemma 'carro': ''anticamente nome di un carro da guerra per portare mortai o altre armi, poi passato a designare un carro senza sponde per trasporto di grossi pesi'', significato, quest'ultimo, che unisce spagnolo e cirotano, dialetto nel quale il termine carrumattu è, o meglio sarebbe, di uso corrente, se i calantruni non venissero caricati su trattori o camion.
Da notare che nemmeno Gerhard Rohlfs nel suo ottimo vocabolario calabrese riporta la voce 'carrumattu' o qualcosa di simile, e questo restringe molto l'area di diffusione di questo vocabolo, che probabilmente (non ci giurerei) potrebbe essere limitata proprio alla zona di Cirò...
Da notare che nemmeno Gerhard Rohlfs nel suo ottimo vocabolario calabrese riporta la voce 'carrumattu' o qualcosa di simile, e questo restringe molto l'area di diffusione di questo vocabolo, che probabilmente (non ci giurerei) potrebbe essere limitata proprio alla zona di Cirò...
Insomma, un itinerario un po' lungo da fare in carromatto, ma chissà che non ne valga la pena...